Cap. 8 - Cure.

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Lue si mise sotto le coperte continuando a piangere quasi disperatamente mentre la damigella cercava di dirle di non fare così. Nerine però le fece segno di seguirla fuori dalla stanza e così fece. La portò lontana dalla stanza di Lue per non farle sentire niente, prese la damigella alla gola e la spinse contro il muro con forza senza farle toccare terra. Le puntò una delle sue pistole alla testa chiedendole cosa aveva detto o fatto a Lue per farla ridurre in quello stato. Mentre, cercava di liberarsi dalla presa, la damigella le disse con difficoltà che non le aveva fatto niente ed è successo tutto all'improvviso. Nerine la minacciò, dicendole che se non avrebbe detto niente l'avrebbe uccisa seduta stante spingendo la pistola con più forza contro la sua testa, la damigella però rispose di pensarci bene a quello che stava facendo e che se avesse ucciso lei tutte le altre damigelle lo avrebbero saputo immediatamente. Anzi, in quel momento erano già a conoscenza di quello che le stava facendo e se avesse azzardato troppo non sarebbe rimasto nessuno in vita lì dentro. Nerine lasciò la presa e la damigella cadde a terra tossendo e toccandosi la gola sentendo ancora le dita della Regina che premevano su di essa. Si incappucciò nuovamente, e chiese Nerine di rispondere lo stesso alla domanda che le fece, ma nemmeno la damigella sapeva cos'era successo. Stavano entrambe parlando tranquillamente del più o del meno, quando poi Lue la guardò, e le chiese se la sua esistenza sarebbe stata ricordata se lei fosse morta anziché risvegliarsi. Le rispose solamente che era sicura che la sua famiglia l'avrebbe ricordata di certo e che lei, anche se non della famiglia, non si sarebbe mai scordata della sua principessa visto che erano amiche, o almeno voleva ritenersi tale. Fu allora che Lue iniziò a piangere, iniziò a chiedersi cose terribili che riguardavano la sua vita, la sua famiglia e anche se lei cercava di risponderle nel modo migliore che poteva, Lue si convinceva delle cose sbagliate, fino a quando non arrivò lei, e le venne chiesto quella cosa riguardo il padre. Nerine chiese se poteva avere a che fare con il cambio di ricordi, ma non poteva essere, disse la damigella. Sapeva perfettamente di aver aggiunto ricordi riguardante tutto quello che ha chiesto, e anche quando le disse che per lei erano amiche, non ci sarebbe potuto essere una mancanza di ricordi da riempire perché aveva aggiunto anche quello una settimana prima circa, data in cui i ricordi di Lue vennero modificati. Nerine iniziò a pensare parlando tra se e se, dicendo che sarebbe potuto essere un altro effetto collaterale dell'aver usato tutte le sue energie. Chiese quanto sono amiche loro due nei ricordi di Lue. Non molto, rispose la damigella, disse che semplicemente avevano giocato qualche volta insieme ma era un rapporto non molto stretto, come quello di una bambina con la sua zia e chiese se aveva capito qualcosa da quello che le aveva chiesto, ma no, Nerine non aveva ancora capito niente, disse semplicemente che era per sua curiosità personale sapere quanto sono legate lei e Lue. La damigella la guardò con sguardo neutrale, per poi chiederle se era divertente per lei e la sua domande ebbe una risposta affermativa. Passarono dei secondi di silenzio, e la damigella chiese se trovava giusto quello che aveva fatto, se trovava giusto l'aver reso una ragazzina orfana per poi adottarla senza farle sapere niente e facendole riscrivere la memoria, aggiunse che per lei era indifferente una cosa del genere, lei l'ha aiutata nel cambio dei ricordi perché doveva. Nerine non rispose, non voleva farlo. Sapeva di aver fatto una cosa sbagliata ai confronti di Lue, ma non riusciva ancora a eliminare quel giorno dalla sua di memoria e anche se la damigella superiora avrebbe potuto farlo per lei, sentiva che avrebbe dovuto dimenticarsene da sola. Quindi, l'unica risposa di Nerine fu, di non parlarne mai più e che sapeva bene quanto le faceva male. La damigella ridacchiò, dicendole che lo sa, ma era solo una situazione strana per loro e quella di Lue, forse un po' più per quest'ultima anche se non ricordava niente del passato. Si alzò da terra dicendo a Nerine che ora sarebbe tornata nella camera di Lue per rimanere con lei e che non si sarebbe dovuta preoccupare di quello che pensavano gli altri riguardo quello che ha fatto, e che era solo uno dei tanti capricci che le persone normali cercano di soddisfare. Si allontanò, lasciando Nerine da sola. Lei poi tornò nel suo studio, cercando di calmarsi e di svolgere il suo lavoro, anche se la testa era piena di preoccupazioni e paure. Nel frattempo nella sala d'addestramento, Elior e Blell ripresero a parlare tranquillamente senza nessun combattimento e facendo finta che tutto quello che accadde prima non fosse mai successo. Si parlarono soprattutto del loro rapporto col Maestro, parlando di quello che avevano imparato e perfezionato nel tempo. Blell era riuscito a sollevare per la prima volta la sua spada personale proprio grazie al Maestro e che da lì in poi divenne sempre più bravo a combattere con essa, mentre Elior stava ancora cercando una variazione di apportare alle tecniche che Il Maestro gli disse di imparare ma non riusciva a trovare niente di eccezionale e che si sentiva inferiore rispetto all'altra ragazza a cui veniva insegnato il combattimento. Fu quasi uno scandalo per Blell, in quanto per tutto il tempo che è stato allievo del Maestro, non gli è mai stato detto da lui che insegnasse a più persone alla volta ma che insegnava sempre solo ad un principe o principessa alla volta per diversi anni, ma in quel caso, ci fu un'eccezione a quanto pare. Chiese Blell chi era quella ragazza, ma Elior non ne aveva idea, non l'aveva mai vista e sapeva solo che faceva parte del Reame del Vento da quel che Il Maestro gli aveva detto. Al che Blell gli chiese se era sicuro che non lo stesse prendendo in giro, era difficile che qualcuno del Reame del Vento volesse combattere, e se anche lo volesse, non andrebbe da lui per imparare. Unito al fatto che non l'aveva mai vista, poteva essere molto facilmente una prova mentale per lui, per fargli credere di essere inferiore ma di non buttarsi giù e di migliorare sempre e comunque. Nella testa di Blell ed Elior aveva senso, ma il maggiordomo che stava ascoltando sapeva che c'era qualcosa di vero in tutto quello, se lo sentiva, ma non disse nulla a nessuno dei due. Parlando del Maestro, Elior chiese chi altro conosceva che fu allievo del Maestro. Molti nomi uscirono dalla bocca di Blell. Ovviamente il Re e la Regina del Reame della luce, poi quelli del Reame del Fuoco, del Ghiaccio, il Re del Reame dell'Acqua, il Re del Reame della Roccia e ovviamente lui stesso. Le uniche persone di cui aveva sentito parlare che non avevano seguito le lezione del Maestro erano Nerine e ha sentito dire che anche la Regina Elfica non apprese da lui l'arte del combattimento. Non sapeva molto di lei, era un Reame particolare quello Elfico dopotutto, ma in quanto Nerine, disse che non la capiva proprio. Il Maestro è sempre stato molto bravo ad insegnare e in alcuni casi anche un ottimo amico o qualcuno da considerare un nonno, non capiva cosa Nerine vedeva di sbagliato in lui. Era sicuro però, che fosse qualcosa di cui lui non avrebbe potuto capire e sapere niente, conoscendo il carattere di suo moglie. Però, nonostante non abbia imparato da Il Maestro, Nerine è molto capace nell'arte della spada, specialmente del suo stocco anche se non è l'unica arma che ha. Elior annuì, dicendo che sapeva che era armata anche di due pistole con le iniziali N ed E sui manici e che la notizia si sparse in fretta nel momento in cui ne ebbe il possesso. E' stata una spesa veramente assurda quella per una sola pistola, ma lei ne comprò due, senza esitare. O almeno, era la storia che avevano messo in giro  i mastri Nani. Blell annuì, dicendo che accadde esattamente quello ma era convinto che la notizia si sparse in fretta non a causa delle spese, ma di altro. Tuttavia, riconobbe che lo aveva proprio distrutto in quel combattimento con l'arma bianca, lo aveva atterrato con movimenti rapidi e un solo colpo e pensando alle parole che lei disse quando si guardarono negli occhi, disse che quella batosta è stata veramente una cura, decisamente istantanea. Sia Elior che Blell risero, ma lui non fu l'unico a ricevere una cura. Nella stanza di Lue infatti, la damigella superiora stava raccontando una storia inventata da lei proprio per Lue. Nonostante lei dicesse di essere troppo cresciuta per le storie, Lue rimase ad ascoltare, anche perché sembrava una storia molto felice e contenta, che riuscì a calmarla dopo i traumi di origine sconosciuta che ebbe poco tempo prima. La damigella mentre raccontava la storia, teneva come sempre Lue per mano, pensando a quanto tempo passò dalla prima volta che giocò con lei, ma si sbagliò. Scuotendo la testa leggermente, ricordò di non essere mai stata con lei prima di una settimana da lì, ma si sentiva veramente legata a lei in qualche modo, come se fosse una parte di famiglia per lei. La storia continuò in ogni caso, fino a quando Lue non iniziò ad avere sonno, sotto le sue coperte calde e accompagnata da una bella storia, ma prima di addormentarsi, disse guardando la damigella, che le voleva bene, e che gliene aveva sempre avuto, chiamandola poi zia. Chiuse poi gli occhi, e si addormentò, ma questa volta era un sonno normale, niente di strano per quella volta. Tuttavia, la damigella superiora si sentì male, si sentì colpevole in qualche modo e soprattutto, si sentì triste a causa delle parole che Lue le dedicò. Uscì di fretta dalla sua camera chiudendo la porta non a chiave e prima di iniziare a piangere, si diresse al dormitorio delle damigelle dove non poteva essere vista da nessuno oltre loro ovviamente che nonostante tutto, stavano comunque lavorando. Nello studio di Nerine invece, lei stessa stava continuando a lavorare molto duramente, scrivendo fogli su fogli con una matita come se fossero appunti molto importanti per lei. Stava scrivendo molto velocemente, non pensava veramente a cosa scriveva, lo faceva e basta, come se fosse abituata a farlo da anni e anni, l'unica cosa a cui pensava era quello che era la sua vita in passato, quello che era la sua vita ora e a come sarebbe stata in futuro la sua vita, e aveva paura, era preoccupata. Così tanto preoccupata che non le sembrava nemmeno di percepire nient'altro che paura e paranoia, fino a quando però la punta della matita non si spezzò, spezzando quella sorta di ipnosi che stava stregando Nerine, l'unica che aveva veramente bisogno di cure, ma che non ne ebbe alcune.

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