Lue aprendo gli occhi si trovò in quella che sembrava una stanza completamente nera, ma senza alcuna parete, sembrava infatti che fosse infinita. Lue si chiese dove poteva essere finita, dicendosi anche che quella non era casa sua e neanche un posto che aveva visto in passato. L'unica cosa che ricordava, era lo sprezzante schiaffo che Nerine ricevette da Blell. Provò ad urlare chiedendosi se ci fosse qualcuno, ma non ci fu risposta. Iniziò a preoccuparsi, pensando che quello non potesse essere un sogno, altrimenti, qualcuno avrebbe risposto, e se fosse stato un incubo, qualche mostro spaventoso avrebbe sicuramente cercata di aggredirla, aveva una grande fantasia. L'unica cosa che le veniva in mente era di sedersi, ma non era una questione di bassa visibilità, perché infatti, lei vedeva benissimo le sue mani, le sue gambe, il suo corpo. Non si muovette perché non conosceva il posto in cui si trovava, e la mamma le diceva sempre, che in caso si fosse smarrita, avrebbe dovuto rimanere ferma dove si trovava e aspettare che la ritrovassero. Si sedette, in attesa di qualcosa che nemmeno lei conosceva, ma iniziava a diventarle abbastanza chiaro, che non poteva essere un sogno o un incubo. Aveva troppa libertà di muoversi, mentre un sogno per lei era qualcosa a cui assisteva in prima o terza persona, ma che in ogni caso non poteva controllare lei stessa. Questa situazione la spaventava abbastanza, ma cercò di mantenere il sangue freddo e che sicuramente si trovata in qualche posto nascosto nel castello. Attese seduta, mentre guardava il nulla, si stese a terra, rotolò qualche volta per la noia, visto che ormai era passato anche troppo tempo per lei, fino a quando non sentii qualcosa. Sembrava una voce, una debole voce che cercava di dire qualcosa. Lue rimase in silenzio, cercando di ascoltare quel che aveva da dire la voce misteriosa, ma non capiva ancora niente. Fortunatamente per lei però, la voce sembrava farsi più forte ma nonostante tutto, di tutto quello che disse, Lue capì soltanto "non preoccuparti", "riposo", "in eterno", ed "energia". Non aveva molto senso per lei, ma nonostante questo, cercò di collegare le cose ma con scarsi risultati, piuttosto cercò in giro con lo sguardo da dove quella voce poteva venir fuori. Qualche tubo, qualche fessura nel muro o nel tetto di quella strana stanza, ma non vide niente, solo oscurità. Dopo solo alcuni secondi dall'ultima parola detta da quella voce, Lue iniziò a sentire una stanchezza immotivata. Non aveva fatto niente di così stancante, e non capiva perché stava in quello stato, ma come se niente fosse, chiuse gli occhi e cadde a sua insaputa in un secondo sonno. Il maggiordomo ringraziò con un inchino una della giovani damigelle che si era occupata di verificare lo stato di Lue mentre era ancora nel lungo sonno causato dall'utilizzo di tutta la sua energia. Nonostante il termine "damigella" sia errato nel caso di quelle ragazze sempre coperte da un lungo vestito e un cappuccio per oscurare il loro volto, sono ottime adepte della magia e guardie magiche del castello. La damigella uscì dalla stanza, lasciando il maggiordomo da solo con l'ancora addormentata Lue. Quello che lei vide, quella stanza oscura, non era altro che una sorta di sogno, infatti lei non si era ancora svegliata realmente. Ogni volta che una persona perde la sua energia dopo averla usata tutta, ciò che accade nelle loro teste è sempre qualcosa di particolare e fuori dal comune. Erano le undici circa quando nella stanza di Lue tornarono due damigelle che dissero al maggiordomo che ora avrebbero badato loro a Lue e che lui poteva prendersi una pausa dal sorvegliarla e andare a svolgere altre mansioni. Nonostante l'incertezza del maggiordomo nel lasciare Lue nelle mani di due figure di cui non si fidava completamente, decise di lasciare la stanza e il lavoro a loro. Il pensiero che Lue non potesse svegliarsi mai più lo tormentava, aveva visto troppe persone in vita sua soccombere alla mancanza di energia. Non era una cosa rara vedere gente esaurire le energie nel tentativo di usare la magia, ma un genitore che non si preoccupa della salute di sua figlia, era ciò che lo preoccupava veramente. Aveva paura di vedere Lue andare a terra nuovamente per colpa di suo padre, Blell, Re dell'Oscurità e da una parte sapeva che sarebbe accaduto nuovamente prima o poi. L'unico modo per evitare nuovamente una cosa del genere, era cercare di fargli capire che aveva torto, di fargli capire che quello che faceva era sbagliato, ma prima di andare direttamente da lui, avrebbe voluto andare prima dalla regina. Si andò così a cambiare con abiti nuovi, prese un nuovo telo e andò a cercare Nerine nel castello, ma di lei, non c'era traccia. Sembrava che lei fosse andata in città a risolvere delle questioni abbastanza importanti da sola, questo voleva dire che era rimasto solo il Re nel castello. Prese coraggio, e così il maggiordomo andò a ispezionare nuovamente il castello, senza però trovare nemmeno Blell. Sospirò, pensando che almeno avrebbe avuto in mente un discorso più chiaro da poter fare al momento dell'incontro con lui, così da poter convincerlo a lasciar Lue vivere la sua vita. Non potendo fare molto al momento, il maggiordomo decise di compiere i suoi doveri per il resto della giornata. Il sole stava per tramontare, era diventato decisamente tardi mentre il maggiordomo svolgeva i suoi compiti e ormai gli rimaneva solo una cosa da fare, andare in città a prendere ingredienti freschi per la cena di quella sera. Non era tornato ancora nessuno al castello tra Nerine e Blell, era rimasto solo lui, le damigelle, e le guardie, ma ovviamente anche Lue, ancora però in uno stato dormiente. Non avendo nessuno a cui chiedere, il maggiordomo dovette andare in città a prendere gli ingredienti che voleva lui in quanto la cena sarebbe stata scelta e preparata esclusivamente da lui. Uscendo dal castello si diresse verso il mercato pensando nel mentre a cosa avrebbe potuto cucinare. La sua mente si riempii di idee in fretta e stava venendo fame anche lui, quando nel tragitto verso le varie bancarelle sentiva diverse persone parlare di un ragazzo proveniente da un altro Reame, proprio vicino alla colonia di quello dell'Oscurità. "Solo un pazzo si avvicinerebbe così tanto al loro Reame senza una ragione." pensò il maggiordomo, ma gli venne in fretta un'illuminazione. Quel giorno, Lue e Elior, il suo nuovo amico proveniente dal Reame della Luce, avrebbero dovuto incontrarsi per passare del tempo insieme. Pensando a questo, si sentii in dovere di andare a controllare che non vi furono guai, così effettuò un teletrasporto sulla terra ferma, in un punto alto della colonia del Reame, cercando di vedere Elior. Scrutando vicino alla foresta vicina alla colonia, vide un ragazzo biondo, vestito di bianco e oro che sembrava parlare vivacemente con alcuni signori, apparentemente cacciatori del Reame dell'Oscurità. Non poteva essere niente di buono, così il maggiordomo scese e corse di fretta verso Elior. Costui, stava avendo una discussione con i cacciatori riguardo il fatto che secondo loro lui avrebbe varcato i confini di un Reame a lui nemico e che avrebbe dovuto pagare per questo mentre Elior cercava di difendersi dicendo che non era venuto per fare del male ma solo per passare un po' di tempo con la principessa dell'Oscurità in amicizia ma senza lasciarlo finire uno dei cacciatori lo spinse facendolo cadere, dicendogli che non dovrebbe parlare in quel modo della loro principessa. Un altro del gruppo dei cacciatori disse al compagno che avrebbe dovuto andarci piano visto che quel ragazzo era anch'esso un principe e del Reame della Luce per giunta e che magari le sue parole erano veritiere. Non voleva saperne, voleva vedere quel ragazzino lontano da quel posto e arrivò quasi a dargli un pugno, ma il maggiordomo arrivò giusto in tempo per poter parare il colpo di quel cacciatore e difendere Elior. "Lasciate in pace il ragazzo, non ha fatto niente di male." disse il maggiordomo. Il gruppo di cacciatori si allontanò subito da loro dopo delle scuse fatte da uno di loro verso il maggiordomo ed Elior. Una volta lontani, il maggiordomo diede una mano ad Elior per farlo alzare, il quale gli disse che era la seconda volta che lo aiuta nel momento più opportuno. Era effettivamente vero, e il maggiordomo iniziò a sentirti un po' come uno stalker ma ci fece una risata su. Disse poi ad Elior, che per essere solo un ragazzino, attirava molta attenzione su di lui e che finiva spesso nei guai, gli chiese quindi se non era preoccupato. Elior sorrise e disse che il suo carattere lo metteva spesso nei guai ma in un modo o nell'altro riusciva a cavarsela anche se queste volte, doveva ammetterlo, era stato lui a salvarlo. Chiese poi come faceva a sapere che lui era lì, e il maggiordomo rispose dicendogli che a malincuore quando qualcuno fuori dal Reame dell'Oscurità si avvicina a quest'ultimo, lo si viene a sapere in pochissimo tempo, come se fosse un piccolo paesino dove tutti sanno tutto di tutti. Elior ridette, dicendo che era una cosa un po' buffa e particolare, ma li poteva capire, soprattutto a causa del periodo che si stava passando, riferendosi al discorso semi-razzista che vedeva il Reame Oscuro come fonte di cattiveria. Il maggiordomo ne era a conoscenza, e disse che purtroppo non tutti sono come lui, chiamandolo giovane cavaliere, che non si preoccupano di queste cose che purtroppo hanno un effetto anche psicologico sulle persone del Reame Oscuro, che come ha visto, possono diventare parecchio scontrose. Il giovane cavaliere annuì, dicendo che era una cosa triste. Dopo dei secondi di pausa chiese come stava Lue e che avrebbero dovuto incontrarsi quel pomeriggio, ma che non si era presentata, disse infine con un'espressione un po' triste. L'espressione del maggiordomo diventò seria, esitando per alcuni secondi, decise di dirglielo e che era giusto che lui lo sapesse. Quindi prese fiato, disse con tono serio ma anche un po' triste che Lue aveva esaurito la sua energia e che in questo momento era in un sonno duraturo, non sapeva quanto sarebbe durato. Elior non sembrava sorpreso, ne triste, sembrava che avesse visto o sentito una cosa così migliaia di volte. Non nascondeva però che era preoccupato e non fece a meno di dirlo al maggiordomo. Dispiaceva molto anche a lui, sapeva cosa potesse significare andare a corto di energia, ma chiese lo stesso come è successo. La spiegazione non tardò ad arrivare ed Elior capì senza troppi problemi. Il maggiordomo si sedette a terra sospirando e guardando il sole che non era lontano dall'incontrarsi col mare. Chiese ad Elior se non sarebbe dovuto tornare a casa prima che il sole tramonti. Lui disse che non aveva torto ma finché il sole non sarebbe scomparso, sarebbe riuscito a tornare a casa in fretta. Si sedette anche lui, poi chiese qualcosa che il maggiordomo non si sarebbe mai aspettato. Chiese se fosse possibile andare a trovare Lue al castello. Sapeva che non erano amici stretti, ma comunque era forse l'unica ragazza che poteva ritenere sua amica e avrebbe voluto visitarla in un periodo difficile come quello. Il maggiordomo ci pensò, dicendo che anche lui è stato giovane e anche lui aveva un desiderio del genere ma che gli fu proibito, vista la sua natura. Elior fece un sospirò di amarezza, ci aveva provato almeno e non si poteva dire il contrario, disse, ma il maggiordomo gli rispose che forse, visto il suo grado nel Reame della Luce, visto che sua madre, la Regina della Luce, era Eliana, forse e ripeté, forse, la Regina dell'Oscurità avrebbe potuto fare un'eccezione. Chiese Elior però cosa c'entrassero le due regine di due Reami completamente opposti con questa cosa, non sapendo qualcosa che il maggiordomo invece sapeva, infatti gli disse che era una cosa che avrebbe scoperto nel caso in cui Nerine, chiamata però da lui come Regina Oscura, avesse approvato questa visita. Sembrava una cosa leggermente sospetta, ma Elior ne era incuriosito, così disse che sarebbe andata bene lo stesso, ma che sarebbe dovuto tornare a casa in fretta. Ci fu un saluto amichevole da parte di entrambi, Elior andò all'interno della foresta, mentre il maggiordomo tornò in città dovendo ancora fare compere per la cena di quella sera. Prese tutto il necessario e tornò al castello, non sapendo però se la Regina o il Re dell'Oscurità fossero tornati, ma decise di non indagare su questo e di andare direttamente nella cucina dove avrebbe iniziato a cucinare. Mentre tagliava le verdure, Nerine entrò nella cucina senza farsi sentire quando di colpo chiese cosa il maggiordomo stava facendo, mentre si sedette. Il maggiordomo non si spaventò e in verità si aspettava un arrivo del genere. Rispose quindi che stava preparando la cena per quella sera e stava tagliando le verdure, e dopo ci fu silenzio, fino a quando Nerine non chiese altro: "Hai parlato con quel ragazzo... Elior, non è vero?". Il maggiordomo rispose affermativamente, dicendo che lo aveva visto anche il giorno prima mentre stava con Lue, sembravano felici aggiunse. Disse che quel ragazzo voleva venire nel loro castello per vedere le condizioni di Lue, che sembrava preoccupato per lei ma non sapeva se era possibile lasciarlo entrare lì dentro. Chiese quindi un parere a Nerine. Era figlio della sua migliore amica, Eliana, compagna di giochi e studio, anche se regine di Reami completamente opposti, cosa che creava un gran dibattito ma aprì le menti di molte persone allo stesso momento. Nerine pensandoci disse che se Eliana avesse accettato la richiesta del figlio, lei avrebbe fatto lo stesso, il vero problema sarebbe stato Blell però. Era un vero problema, Blell era un Re che agli occhi dei suoi cittadini poteva sembrare il meglio del meglio, ma in realtà era un mostro senza pietà. Disse che non era sicura di poter far tornare Elior a casa sano e salvo, cercando di spezzare l'aria di preoccupazione che aveva creato, ma il maggiordomo disse che non avrebbe permesso a Blell di fare ciò. Nerine lo guardò con aria confusa, chiedendogli se avrebbe veramente sfidato l'autorità di Blell, non aspettandosi una reazione del genere da parte sua, ma il maggiordomo non era uno sprovveduto, sapeva cosa diceva. Disse quindi che lui non era uno schiavo, era un maggiordomo. Il suo compito era quello di proteggere loro da qualsiasi cosa, anche da suo stesso marito se fosse servito. Nerine era sorpresa, sapeva che il maggiordomo era uno coraggioso, uno forte, lo aveva preso con se per quello, ma non si sarebbe aspettata una simile reazione, sapeva però che aveva ragione. Ringraziò il maggiordomo per quello che aveva detto ma che non sarebbe servito, sicuramente avrebbero trovato un modo per far andare la situazione nel peggiore dei modi, ma lui era convinto di quello che faceva e l'avrebbe fatto a tutti i costi. Nerine lasciò la stanza senza alcuna risposta, sperando di aver chiarito. Arrivò l'ora di cena e a tavola ci furono Blell, Nerine e una delle damigelle in un angolo isolato della tavola che tuttavia sembrava più importante delle altre ma non veniva mai interpellata da nessuno. Il maggiordomo era al fianco del Re e della Regina e nessuno fiatava parola, ma se ci fosse stata Lue, sarebbe stato sicuramente tutto più vivace. Parlando di Lue, era tornata di nuovo in quella stanza buia e apparentemente infinita. Si alzò con difficoltà toccandosi la testa sentendosela girare. Ricordandosi però dell'ultima volta in cui si era trovata lì, riuscì a darsi delle spiegazioni. Sicuramente non era un sogno, era troppo strano per esserlo e le sensazioni che provava all'interno erano reali. Non riuscì a spiegare ancora di chi era quella voce dell'altra volta, ma avrebbe dovuto trovare un modo per capirlo. Infine, c'era una cosa che voleva provare. Se l'esito fosse stato positivo, sarebbe stato un problema, in caso contrario, avrebbe confermato che non sarebbe stato un sogno. Chiuse gli occhi, fece un sospiro, e ricordando tutte le cose che sua madre le aveva insegnato, cercò di ricreare la magia che stava cercando di imparare. Usò la magia e riuscì a lanciarla, il risultato fu pessimo, ma lo ripeté diverse volte e non sentiva nessuna fatica sul suo corpo. Era questo che temeva, se non avesse sentito stanchezza la probabilità che fosse stato un sogno sarebbe aumentata, ma non ne poteva essere sicura. Cercò di darsi una spiegazione, ma non riusciva, e a forza di pensare, iniziò anche a farle male la testa e ad agitarsi. L'agitazione però era visibile anche nel mondo terreno, infatti, alle damigelle che la stavano guardando, sembrava stesse avendo un incubo. Si guardarono, non sapendo cosa fare, si limitarono quindi a fare quello che avrebbe fatto una madre premurosa, si misero al suo fianco accoccolate cercando di farla stare meglio, non sapendo però se stesse funzionando. In quel momento Lue, però, che si trovava in quel sogno fin troppo realistico, si tranquillizzò, sentendosi di colpo più tranquilla e cercando di ragionare sulla questione con una mente più lucida. Non poteva essere un sogno vero e proprio, visto quello che sentiva. Non poteva essere nemmeno la realtà, a causa della voce che sentii l'altra volta e dal fatto che non sentiva stanchezza con l'utilizzo della magia. L'unico modo per riuscire a capirci di più, era cercare di ricordare quello che accadde prima di arrivare lì. Pensandoci per un po' di tempo, Lue riuscì a ricordarsi qualcosa, si ricordava di suo padre che la rimprovera, lei che continuava ad usare magie e stava per ricordarsi della scena peggiore a cui avesse mai assistito, ma prima di riuscire a ricordare, iniziò a sentirti stanca, come l'altra volta, prima di cadere a terra nuovamente.
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Eudasia
FantasyEudasia, un mondo dal tempo confuso, creato da delle persone ai suoi abitanti sconosciute. Un mondo diviso in diverse parti dai regni che lo abitano, dominato dalla pace. Qui accadono le avventure di una piccola bambina e delle persone che vengono i...