Cap. 15 - E' un Simbolo.

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Reame Oscuro, residenza reale - Data Terrestre 17 Settembre 10247. Lue giunse a casa, dove la madre l'aspettava. Alla sua vista, Nerine si avvicinò a lei controllando il suo volto, le sue braccia, il vestito, per controllare che tutto sia andato per il meglio e assicuratasi di questo, si abbassò per stare alla sua stessa altezza, pizzicandole una guancia e sorridendole le chiese quindi se si era divertita. Lue annuì sorridendo, le disse che non avevano giocato ma avevano parlato di molte belle cose. Sua madre ne era molto felice, sua figlia aveva trovato qualcuno con cui si trovava bene. La abbracciò e glielo disse a voce. Lue l'abbracciò a sua volta e dopo qualche secondo si staccarono. Disse Nerine di andarsi a fare un bagno, così si sarebbe rilassata, aggiungendo che di solito le uscite con amici stancano. La bambina annuì, passò oltre alla madre e fece un sospiro di sollievo. Si toccò il collo dove aveva il ciondolo che Pi le regalò e che nascose dentro al suo vestito, ma non lo trovava, non lo sentiva. Ci fu un colpo di tosse da parte di Nerine. Lue lentamente si girò verso di lei e la vide con una mano sul fianco mentre l'altra teneva il ciondolo penzolante. Lue guardò da un'altra parte sorridente ma anche imbarazzata mentre sua madre la guardava con sguardo freddo. Chiese cos'era quell'oggetto, Lue rispose timidamente che era un regalo, da parte di una ragazza che hanno incontrato nel posto in cui sono andati. Nerine sospirò chiudendo gli occhi. Rispose poi dicendo che per lei non c'era alcun problema, ed era solo felice di questo, ma non doveva provare a nasconderle quelle cose. Non c'era niente di importante per cui le avesse dovute nascondere e che sapere che lei stava facendo amicizia, la faceva veramente felice. Dovrà però stare attenta al padre, Blell, infatti non credeva che lui avrebbe accettato di buon grado quell'oggetto nella loro casa. Lue si scusò, sapeva che aveva sbagliato a nascondere quell'oggetto alla madre, ma aveva paura che se lo avesse scoperto avrebbe detto tutto al padre e non voleva che accadesse qualcosa a quel ciondolo, che significava tanto per lei. La madre le disse di andare ora a fare il bagno, lei avrebbe portato il ciondolo in camera sua. Si separarono, Nerine andò in camera di Lue e senza nemmeno pensarci, guardando il ciondolo, capì che era sicuramente del Reame dell'Acqua e sembrava veramente un'ottimo pezzo di gioielleria. Due pietre azzurre con un contorno d'oro e un fine filo di tessuto pregiato. Lo nascose sotto il suo cuscino. Nel mentre Lue era giunta alla doppia porta del loro bagno, alla quale vide due damigelle che tenevano in mano degli asciugamani, dei cambi, quelle che sembravano delle creme e degli shampoo. Le guardò confusa visto che non lo avevano mai fatto ma non rimase lì a lungo, solo il tempo di dire loro sorridendo che non era necessario servirla in questo modo, aggiungendo che non si dovevano preoccupare. Prese quello di cui aveva bisogno e andò avanti entrando nella sala e chiudendo le porte dietro di lei ma le damigelle non se ne andarono da lì, rimasero ferme nella loro posizione come se fossero di guardia. Lue entrò nella grande vasca d'acqua calda. Finito il bagno, uscì dalla vasca, si asciugò e mise i nuovi vestiti. Uscì dalla sala e vide che le due damigelle erano ancora lì che l'aspettavano ma non si ripete e le lasciò fare quello che più le aggradava. La seguirono per tutto il tragitto, a partire dalla sala da bagno, che si trovava più in basso rispetto al pian terreno, fino ad arrivare alla sua stanza. Lue si sentì leggermente agitata e in ansia per tutto il tempo in cui le damigelle la seguivano ma le ringraziò lo stesso. Entrata in camera sua e chiusa la porta, le due ragazze tornarono al lavoro mentre lei si stese nel suo letto, appoggiando la testa sul cuscino e mettendo le mani sotto di esso, sentendo però il ciondolo che le era stato regalato. Lo tirò fuori da sotto il cuscino e si mise a guardarlo sorridendo. Lo trovava molto carino e non dava importanza al valore economico che potesse avere, perché per lei contava solo il valore affettivo che non poteva essere venduto o scambiato. Se lo portò al petto chiudendo gli occhi e sorridendo ancora. In quel momento la porta della sua camera si aprì di scatto e lei nel panico nascose il medaglione dietro di se. Entro nella camera il maggiordomo che aveva appena scoperto che Lue era tornata a casa che si precipitò nella sua stanza. Lue tirò un sospiro di sollievo mentre il maggiordomo si avvicinò a lei e subito le chiese come si era trovata ad uscire così lontana da casa con altre persone, se si era divertita e se stava bene. La bambina si era veramente divertita molto e si era trovata benissimo con tutti, non si era fatta male ma anzi si sentiva bene, aveva potuto parlare di tante cose e aveva anche ricevuto un bellissimo oggetto. Gli mostrò il ciondolo che Pi le aveva dato e lui ne rimase sorpreso ma sempre felice della cosa, ma c'era qualcun'altro che ascoltava, che non ne era felice. Entrò nella stanza Blell, visibilmente nervoso. Strappò il ciondolo dalle mani di Lue, lo osservò e le chiese cosa fosse quello. Il cuore della bambina iniziava a battere forte, aveva paura, era preoccupata che potesse succede qualcosa al suo regalo. Si alzò in piedi sul letto cercando di riprenderselo mentre il maggiordomo non poteva fare altro che osservare a testa china. Blell spinse Lue di nuovo stesa a letto, guardandolo con sguardo come sempre severo e con atteggiamento scorbutico. Chiamandola bambina in modo dispregiativo, le lanciò contro il ciondolo, dicendole che non meritava di essere nella loro famiglia. Stava per uscire dalla porta quando disse urlando che se non avesse dato una spiegazione a cos'era quel ciondolo entro la fine della giornata, lo avrebbe rotto davanti ai suoi occhi e sarebbe stata messa in castigo. Sempre Blell, richiamò con se il maggiordomo, il quale uscì dalla stanza, costretto dalla volontà del Re dell'Oscurità e lasciando Lue da sola dopo aver sbattuto la porta della sua camera. Lei si portò nuovamente il ciondolo al petto e si mise in posizione raccolta come se lo volesse proteggere, in lacrime e col cuore spezzato. Non sapeva cosa fare, cosa dire per far sì che suo padre non distruggesse quel ciondolo che per lei significava tanto. Nonostante pensasse con tutte le sue forze, non riusciva a trovare niente da dire a suo padre. Poco dopo sentì bussare alla sua porta e lei rispose di entrare pure, con voce singhiozzante. Pensava fosse sua madre o la damigella superiora, in parte non si sbagliò su quest'ultima, ma al posto di lei, ci furono due delle sue sottoposte. Ovviamente non riusciva a distinguere chi fossero, visto i loro vestiti e i volti coperti, ma considerando la loro altezza, il fatto che erano in coppia e il loro agghiacciante silenzio, presuppose che fossero le stesse damigelle che incontrò davanti alla sala del bagno. Le due entrarono nella stanza, chiusero lentamente la porta e si misero sedute al fianco di Lue, con l'intento di ascoltarla e aiutarla se possibile. Arrivò il momento in cui suo padre entrò nuovamente nella sua camera accompagnato da Nerine e il maggiordomo. Le damigelle se ne erano già andate e Lue era seduta sul suo letto. Alla domanda del padre, Lue rispose dopo qualche secondo, guardando a terra e con il ciondolo che si muoveva di mano in mano, che quella era un simbolo. Il simbolo di qualcosa di magnifico, di qualcosa di appena nato. Il simbolo di un valore molto alto, di qualcosa di estremamente importante e che non poteva essere spezzato in alcun modo. Era il simbolo di un'amicizia. Era ora notte fonda, la famiglia reale stava dormendo, chi bene, chi un po' turbato, ma tra tutti quanti, quella che stava sicuramente dormendo meglio era Lue, con un gran sorriso in volto e il Simbolo che pendeva dal collo.

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