il campeggio (pt. 1)

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Sono le 7:30, oggi si parte per il campeggio, inizio a prepararmi.
Indosso un maglione di seta bianco con righe nere, un leggings nero e un cappellino.
Infilo il resto dell'attrezzatura nello zaino e vado in cucina.

Nessuno è sveglio, così lascio loro un biglietto.
"Ieri sera è andato tutto bene.
Ora sono in viaggio per il campeggio con i Ciaccia.
Vi voglio bene
-Charlotte
Ps: Jessica, non partorire se io non ci sono!"

Il post scriptum mi è sembrato necessario nel caso abbia deciso di partorire mentre io non sono lì.
Poco dopo le otto sono pronta e, proprio mentre sento i primi goffi rumori dalla camera da letto, vedo arrivare un auto.
Esco in fretta dal cancello ed entro, sedendomi accanto ad Evandro.

«Buongiorno» dico intimidita.
«Buongiorno» rispondono le altre teste more che mi circondano. «Lui, è mio fratello Edoardo, e lei è la sua ragazza, Denise» dice indicando il guidatore, che ho già conosciuto, e la ragazza seduta accanto a lui. «Loro sono i miei cugini Gaia, Giorgio e Federico» indica i mori.
«Io sono Charlotte» mi presento al gruppo.

Scendiamo dalla macchina, dopo 15 minuti di viaggio, carichiamo gli zaini e ci avviamo.
«Allora, come ci sei finita in questa gita di famiglia?» domanda Gaia «Non sarà mica che tu ed Evandro...».
«Oh, no...» dico arrossendo «Suo padre è il capo di mio padre, così l'altra sera siamo stati a cena tutti insieme e i suoi genitori mi hanno invitata... però io ed Ev ci siamo conosciuti per mezzo di Giovanni... Giovanni Damian».
«Ah sì... il suo migliore amico, che si fa sempre soprannominare SanGiovanni» annuisce Rosie, poi raggiungiamo il gruppo.

Verso ora di pranzo Edoardo annuncia che siamo quasi arrivati alla radura, quindi i nostri stomaci dovranno attendere ancora per un pò.
E infatti, dopo altri 10 minuti di cammino ci troviamo davanti ad una radura.
Dire che è stupenda è dir pochissimo!
È una piccola distesa di verde incontaminato, circondata da alberi di tutti i tipi e abbracciata da grandi montagne innevate.
Il panorama, quindi, è a dir poco stupendo!
Sembra un posto in cui i campeggiatori sono soliti fermarsi, perché ci sono tre grandi tronchi d'albero disposti a formare un triangolo.

Mi siedo tra Gaia ed Ev, stiamo su un tronco, il secondo ovvero quello accanto è occupato da Giorgio e Federico, mentre Edoardo e Denise occupano il terzo.

Il pranzo non è un gran che: solo dei panini e dell'acqua con la frutta, però è divertente stare lì con loro, soprattutto perché Giorgio e Federico si divertono a far imbestialire Gaia con battutine.

«Come si fa ad intrattenere una bionda per ore?» domanda Giorgio a Federico con un sorriso beffardo.
«Si scrive "Girare prego" su entrambi i lati di un pezzetto di carta... » risponde ridendo Federico.

Gaia non replica, ma semplicemente ci guarda scoppiare tutti a ridere.
Ma ad un certo punto si alza con un gesto repentino per scagliarsi velocemente sui ragazzi.
Evandro si piega di lato finendomi quasi addosso mentre Edoardo si alza in piedi e afferra Gaia di peso, facendo poi la ramanzina ai due che chiedono scusa alla ragazza.

Riprendiamo gli zaini e ci rimettiamo in marcia. Di tanto in tanto ci fermiamo per ammirare qualche albero o fiore raro, oppure per guardare gli animali che volani.
In ogni caso, in questa natura incontaminata il silenzio regna dal suo alto trono e il vento fa da cicerone per le nostre escursioni.
L'unico rumore che si sente sempre di più è il forte trambusto di un fiume cocciuto.
Quando arriviamo a riva, posiamo gli zaini.

«Che succede?» domando avvicinandomi a Gaia, ora china su sé stessa nella atto di fare qualcosa alle sue scarpe.
«Attraversiamo il fiume» risponde lei sfilandosi una scarpa e poggiandola nello zaino.
«A piedi?».

La domanda si perde nel vuoto, ma intuisce da sola la risposta quando vedo anche gli altri sfilarsi le scarpe e poggiarle negli zaini.
Li imito, osservando Denise che non si disturba nemmeno a poggiare a terra lo zaino.
Ci alziamo in piedi, Edoardo si carica Denise in spalla, "a cavalluccio", per così dire, e iniziano ad attraversare il fiume passando su alcune pietre semi-sommerse.
Io non l'ho mai fatto per questo mi fanno passare dopo Giorgio e Federico, ma prima di Evandro e Gaia.

Fortunatamente arrivo sana a salva sull'altra sponda. Un po' riluttante, poggio la punta del primo piede in acqua, ma me ne pento amaramente perché è ghiacciata, così lo ricaccio in fretta.
Dopo uno spintone di Gaia, mi costringo ad entrare e poggio il piede su un sasso.
Col tempo, non è poi così male.
Infilo entrambi i piedi in acqua e proseguo la traversata a passo svelto fino all'altra sponda.

Edo mi aiuta ad uscire, perché non sono molto pratica degli atterraggi senza caduta dalle rocce bagnate!
La sensazione, all'atterraggio, è fantastica: come se non avessi fatto nulla fino a quel momento, le forze mi sono tornate e mi sento meglio di quanto fossi mai stata.

Quando anche Evandro e Gaia finiscono di allacciarsi le scarpe, ripartiamo alla volta del luogo in cui dovremmo campeggiare questa notte.
L'idea di passare una notte fuori mi esalta tantissimo, ma non avendo un sacco a pelo, dormirò probabilmente a terra, sull'erba, e.. ok la cosa non è più così entusiasmante, dato che non troverò mai avuto il coraggio di dirlo.

«Charly... non ti dispiace se ti chiamo così, vero?» domanda Evandro interrompendosi per la domanda.
«No, non preoccuparti!» rispondo grattandomi il capo a mo' di nonchalance.
Sorride, poi risponde: «Okay... quindi, Charlotte, ce l'hai il sacco a pelo? Perché io ne ho uno matrimoniale».

Arrossisco violentemente... non si aspetta mica che dormirò con lui?

«In effetti no... Ma non fa nulla i...».
«Perfetto» m'interrompe lui. «Tu e Gaia dormirete nel mio matrimoniale, Greg e Denise nell'altro matrimoniale, io in quello di Rosie e Nick in quello di Denise».

Tiro un enorme sospiro di sollievo sentendo la nostra sistemazione. Non che dormire con lui mi dispiaccia -è un bel ragazzo- ma è molto più semplice spiegare di aver dormito con una amica che con un amico!

Alla fine raggiungiamo il campo verso le sette di sera, e le prime cose che facciamo sono: mollare lì lo zaino e togliermi le scarpe.

È un campo creato apposta per la notte, l'erba è corta e ben curata, quindi non corro rischi.
In ogni caso: non le terrò un momento di più dato che mi stannk praticamente segando le caviglie!

Edoardo osserva prima Evandro, poi mi guarda iniziando a ridere. Io ed Ev ci guardiamo, e solo dopo una buona manciata di secondi notiamo che entrambi non abbiamo più gli zaini e le scarpe.
È una cosa molto divertente, perché ridiamo per almeno quarantacinque minuti -le nostre risate sono contagiose!- mentre Gaia e gli altri due ci guardano come se fossimo degli alieni; Edo ogni tanto si fa scappare qualche risolino seguito da Denise, probabilmente a conoscenza del nostro simile gesto.

Ceniamo arrostendo qualche salsiccia sul fuoco che abbiamo preparato, o meglio che Edo ha preparato: noi non ci siamo dati molto da fare!
Mangiamo salsicce perché non sono molto pesanti e perché, sempre a detta di Edo, il loro odore non attirerà visite indesiderate.

Non sono un'esperta di queste cose, ma ho capito subito il significato di "visite".
In ogni caso non c'è da preoccuparsi: il campo è circondato da filo spinato, e poi io non mi farò mangiare da nessun animale.

Sono coraggiosa.

Intonaco || Evandro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora