primo giorno

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È la mattina del primo giorno di scuola, e per me è già un trauma perché non conosco anima viva e non ho la minima idea riguardo cosa indossare.

Cosa faccio? Chiamo Aurora, ovvio.

-Pronto?-
-Auro!-
-Oddio Charlotte! Cavoli mi hai svegliata
-Ahahaha scusa, ma ho urgente bisogno di un consiglio stilistico-
-Beh, hai beccato la ragazza giusta!-
-La solita spiritosa. Piuttosto, è il primo giorno di scuola e conosco sì e no dieci persone, che metto?-
-Nel tuo guardaroba c'è qualcosa che non dia troppo nell'occhio, ma che non sia scontata?-
-Oh beh, ho fatto shopping con Jessica ultimamente... mmh... ho un maglioncino arancione con il colletto alto e una camicetta larga e corta bianca, ah anche una felpa grigia con le strisce sui gomiti-
-Bianco? Camicetta bianca? Roma ti ha cambiata... o è stato Evandro?
-Dai Auro smettila ahahah! Che metto?
-La camicetta bianca. Ora vado ma io e te dobbiamo parlare piccola. Ciao-
-Va bene, ciao, e grazie!-

Cavoli se mi manca Aurora! È così patita per il mio stile che pretende la foto di ogni singolo vestito che io possa indossare.

Prima di vestirmi vado a fare colazione, certa che con i nervi per niente saldi che mi ritrovo mi sporcherò tutta.
E infatti rovescio il latte sul tavolo, il succo di arance sulla sedia e i biscotti mi cadono a terra assieme a tutta la scatola.
«Tesoro calmati» dice Jessica raccogliendo il succo da terra.
«Sono calmissima Je, perché non dovrei essere calma? In fondo già conosco qualcun..» inizio a parlare a vanvera finché papà non mi blocca con il suo «Ehi» di buongiorno.

Già stressata alle sette del mattino, vado in camera a prepararmi.
Non ho voglia di truccarmi e simili, perciò indosso la camicetta, un jeans chiaro con gli strappi e le superstar bianche.
Lascio i capelli sciolti, controllo l'orologio e... quasi le otto!

Il primo giorno di scuola e sono quasi in ritardo! Vado così di fretta che afferro lo zaino, già pronto dalla sera prima, senza preoccuparmi di vedere se sono pronta del tutto allo specchio.

Butto mio padre fuori casa, ma il traffico del centro si avverte nell'aria e io arriverò sicuramente in ritardo.
«Buongiorno!» urla la signora Damian dal balcone di casa sua.
«Buongiorno» dice mio padre di rimando mentre lo trascinavo via.
«Charlotte, vuoi un passaggio? Tanto tu e Giovanni andate alla stessa scuola» spiega scendendo le scale.
«Oh, grazie mille» accetta mio padre al mio posto. Probabilmente non vede l'ora di liberarsi di me.

Esco in fretta dal cancello e blocco Giovanni con lo scooter nel momento in cui stava per mettersi sulla strada. Monto su in fretta e furia e lui dice: «Ehi tranquilla! Le lezioni iniziano alle otto e mezzo e sono solo le otto, arriveremo a scuola in dieci minuti».
E infatti dieci minuti dopo siamo davanti al cortile de La Sapienza.

È pieno di ragazzi che si riabbracciano dopo tre mesi lontani e c'è un fontana dove mi è sembrato di intravedere Evandro.
«Vieni, ti porto al nostro posto» dice Giovanni iniziando a camminare prendendomi il braccio.
E infatti mi porta proprio vicino a quella fontana, dove ci sono Evandro, Samuele, Luca, Dennis, Rosa, Martina, Giulia e altre persone che non conosco.

«Come... cavolo si sono vestite Martina e Rosa?» domando incredula mentre ci avvicinavamo.
«Oh... è febbre da primo giorno» risponde ridendo e fiondandosi addosso agli altri.

Rimango imbambolata qualche passo più indietro temendo di disturbare e così osservo gli abiti delle due ragazze.
Rosa indossa un leggings chiaro con dei cuori rossi, un felpone nero che non le si addice proprio e le Dr. Martens rosso fuoco.
Martina indossa anche lei un leggins tutto colorato,con le Dr. Martens bianche e una camicia bianca e nera.
L'unica "normale" sembra Giulia, che indossa un jeans, un maglioncino a righe e un paio di mocassini.

Intonaco || Evandro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora