il campeggio (pt 2)

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«Buongiorno» dico uscendo dalla tenda il secondo giorno di campeggio.
Dormire nel sacco a pelo matrimoniale di Evandro con Gaia non è stato proprio il massimo, ma almeno ho avuto la decenza di non spaparanzarmi o occupare tutto il sacco.

Esco dalla tenda e noto delle ombre che si muovono veloci in quella di Edoardo e Denise, mentre sento un leggero ronzio provenir dalla tenda dei ragazzi.
Mi guardo intorno, assaporando la quiete e la pace di quel momenti.
I pendii innevati che circondano il campo, il rumore lontano di un ruscello, il fruscio dell'acqua che sbatacchia tra le rocce..
C'è da ammetterlo: mai visto posto migliore di questo!

D'un tratto il silenzio si spezza dal rumore di foglie calpestate, mi volto di scatto, trovandomi davanti Evandro in pantaloncini.
«Scusa... io... di solito mi alzo per primo e...» si affretta a biascicare, ma lo blocco alzando una mano.
«Tranquillo, sono così anch'io» rispondo indicando il mio non-pantaloncino e la canottiera col fiocchetto.

In effetti, avrei dovuto comprare un pigiama nuovo, o almeno un pantaloncino decente!
Ma almeno c'è una cosa che mi consola: le condizioni di Gaia.
Nonostante la sera si veda abbastanza bene, non mi sono affatto accorta del suo "pigiama", più che pigiama, un mini vestitino, per di più trasparente, indossato con gli slip rosa.

Usciamo tutti, mangiamo una mela ciascuno per colazione e poi torniamo dentro le tende a vestirci, in effetti, gli unici vestiti sono Edoardo e Denise, che ha fatto "volentieri a meno del pigiama", almeno a detta di Evandro.

In tenda indosso una tuta grigia, un top rosa della Adidas e le scarpe da ginnastica marcate Nike.
Raccolgo i capelli nel solito chignon coprendoli sempre col cappello e, zaino in spalla, esco dalla tenda.

«Siamo tutti pronti?» domanda Edoardo, ormai diventato il leader del gruppo.
Siamo tutti pronti, perciò partiamo alla volta di... beh, in effetti non so di cosa.
Mi avvicino a Gaia e le domando dove siamo diretti, e lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo, risponde: «Al fiume».

Fantastico, un'altra passeggiata in acqua!
Nei miei pensieri non c'è ironia, solo divertimento e una puntina d'invidia per coloro che lo fanno più spesso di noi.

«Hai già messo il costume?» domanda Evandro avvicinandosi a me pochi minuti prima di arrivare a destinazione.
«Avrei dovuto?» domando perplessa.
In effetti, non capisco perché dovrei indossarlo!
«A meno che tu non voglia fare il bagno nuda!E.. in questo caso avresti la mia approvazione» aggiunge con la mano sul petto e le sopracciglia sollevate.
Rido alla sua battutina, così rispondo: «Magari chiedo aiuto a Gaia».

Un po' mi dispiace scocciarla troppo spesso ma conosco solo lei ed Ev.
«Ehm, Gaia, non ho messo il costume, potresti darmi una mano prima di buttarci?» domando incerta.
«Naturalmente! Io tanto faccio solo un piccolo bagno e poi prendo il sole...» risponde tranquilla.

Arrivati a destinazione, scopro che non è proprio un fiume, bensì un torrente, e che dovremmo buttarci da un dirupo.
«Ma siete matti?!» domando quando scoprii tutto.
«No!» risponde Giorgio. «È eccitante ed estremamente pericoloso!» gli fa eco Federico.

Mi avvicino a Gaia, ed insieme andiamo dietro a due alberi spessi. Caccio una tela dallo zaino e lei la poggia ai due tronchi, sostenendola con le mani.
Io, voltata di spalle a lei, mi tolgo pantalone e slip, e velocemente mi infilo la mutandina blu jeans del costume.
Poi sento Gaia allontanarsi e la tela cedere, ma la riafferra subito.
Tolgo il top e mi slaccio il reggiseno.
Con il top ancora indosso poggio il costume sul seno, sfilo il reggiseno e infilo il laccio al collo, alla fine tolgo il top e le domando se può allacciarmi il bikini.

«Grazie Ga...» dico voltandomi, ma mi blocco alla vista dello spettacolo moro che mi ritrovo davanti.
Due occhi color nutella mi fissano sorridenti, le labbra rosee piegate mostrando il bianco dei denti.
Piccole goccioline trasparenti gli scivolano sul petto abbastanza palestrato, e i mori capelli, ancora più scuri a causa dell'acqua, sono immobili sul suo viso.

Divento tutta rossa ripensando al fatto che ha visto il mio sedere e spalanco gli occhi.
«Tornata!» esclama Gaia saltando tra di noi. La guardo allibita, e lei mi rassicura giurandomi che non si è mai mossa
E ci mancherebbe pure!

«Comunque bel costume» dice mentre andiamo tutti e tre verso il dirupo. Non è niente di ché: un costume nero, con dei lacci in più sull'orlo degli slip e quasi sulle coppe del reggiseno.

La ringrazio silenziosamente, poi vedo in volo Federico con Giorgio che lo aspetta di sotto, mentre Edoardo tenta di convincere Denise.
I risultati sono scarsi, perché alla fine lui si butta e lei scende ed entra dalla riva.

Rimaniamo sopra solo io, Evandro e Gaia, che si butta con una doppia capriola all'indietro. Mormorai un leggero «Wow» e Ev mi spiega che quella è la sua specialità da quando aveva solo sei anni.

È il mio turno e faccio un passo indietro, impaurita.
Evandro se ne accorge, così si avvicina a me e dice: «Hai paura?».
Io annuisco con la testa, così lui mi porge un braccio e dice: «Dammi la mano, lo faremo insieme».

Lui afferra la mia mano tremante e mi porta sull'orlo del dirupo. Guardo giù per un attimo, osservando i gesti degli altri ragazzi: Edoardo e Gaia ci guardavano mentre gli altri due sguazzano felici.
L'unica che manca all'appello è Denise, ma non riesco a vederla.

«Al mio tre... uno... due... tre!» urla alla fine Evandro.
Raccolgo tutto il coraggio che c'è in me e mi do una forte spinta con le gambe, continuando a tenere stretta la mano ad Ev.
Entriamo in acqua in simultanea, e nonostante la corrente ci sta riportando in superfice, non gli lascio mai la mano. Quando metto la testa fuori dall'acqua tossicchio un po' e faccio dei lunghi respiri affannosi prima di riuscire a biascicare che non sapevo nuotare.
Mi avvicino ad Ev e lui mi fa aggrappare al suo collo per trasportarmi in una zona dove c'è meno corrente.

«Stai bene Char? Perché non ci ha detto che non sapevi nuotare?!» si avvicina Edoardo allarmato.
«Perché io so nuotare, anche se non ho mai fatto un corso, però non sono molto pratica» rispondo imbarazzandomi un po'.
«Ho fatto le foto!» esclama Denise dal prato sbracciandosi per attirare la nostra attenzione.
Ecco dov'era finita!
«Poi le metterò su Instagram» continua riponendo la macchinetta nella borsa.

Il resto della mattinata lo trascorro per di più in acqua a giocare con Giorgio, Federico ed Evandro mentre Gaia prende il sole sul prato ed Edo fa compagnia a Denise.
Verso ora di pranzo usciamo tutti insieme e ci sdraiamo sull'erba a mangiare la frutta.

Finiamo in fretta e dopo esserci rivestiti ripartiamo alla volta di casa.
Durante il tragitto mi avvicino ad Ev per ringraziarlo, e lui mormora un «ma prego» come risposta.
Poi domanda: «Così la compagna di tuo padre è incinta?».
«Sì, dovrebbe partorire tra poco» rispondo sorridente.
«Maschio o femmina?» domanda curioso.
«Jessica non ha voluto sapere il sesso, però io spero che sia una femminuccia dato che ho solo fratelli maschi».
«Wow, sono molto contento però!» dice felicemente.
«Grazie mille! Il nome lo sceglierò io, e se sarà femmina la chiamerò Grace!» esclamo contenta.

Evandro ride, poi continuiamo a camminare in silenzio. Il tragitto fino alla macchina non durerà moltissimo dato che Edoardo ha preso una scorciatoia che taglia per la foresta.
È pieno di alberi, sassi, foglie a terra, ma non incontriamo nessun animale, quindi, va bene.

«Verrai al galà?» domanda Federico avvicinandosi a me.
«Eh...io... non saprei non credo di esser stata invitata» rispondo sinceramente.

Poi Edoardo dice: «Sì, verrà, ne abbiamo discusso prima di partire. E poi mamma adora le donne incinte!» aggiunge sorridente.

Durante il tragitto dal bosco fino a casa Denise alza al massimo il volume dello stereo, e io e Gaia, che siamo dietro a tutto, quasi ci perdevamo l'udito dato che le casse sono lì!

Davanti casa mia Edoardo si ferma, così li saluto sorridente e scendo, diretta alla doccia.

Intonaco || Evandro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora