il galà perfetto

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È arrivato il giorno del galà di Grace, sono più che sicura che la nostra casa diventerà una specie di albergo.
Intanto Jessica qualche giorno fa aveva prenotato manicure, pulizie del viso, pedicure, cerette, ciglia e tutto ciò che serviva per essere perfetta nel suo centro estetico. Poi aveva costretto anche me a farlo, rovinandosi la preparazione. Riguardo alle ciglia ero anche d'accordo, ma manicure, pedicure e pulizia del viso mi sembravano un'esagerazione!

Alla fine mi aveva costretto a fare la ceretta a mezza gamba e ciglia, ma avevo rifiutato categoricamente tutto il resto.
Quando lei girava tra centri estetici, io giravo per le cartolibrerie in cerca di libri sparsi e testi avanzati.
È abbastanza difficile trovare una cartoleria che abbia tutti i volumi di cui ho bisogno,

Jessica mi costrinse, inoltre, a cercare qualcosa anche per me. Il rosa non è proprio il mio colore, i tacchi non sono il mio genere, la manicure non so tenerla e le fasce non le ho mai sopportate.

Per l'occasione sono arrivati un po' tutti i parenti, quindi prima di lasciare casa ci assicuriamo che i nostri parenti, venuti dall'Abruzzo, siano andati tutti via.
Rimaniamo a casa solo noi.

Jessica indossa il suo bellissimo vestito rosso, le aggiusto i capelli neri in una sottospecie di trecci e le metto l'eyeliner rosso, che fa risaltare i suoi occhi.

Io, invece, indosso il mio abito bianco antico, gli stivaletti bianchi antico, tutto di quel colore! Anche se, stranamente, non sembro una bomboniera.
Acconcio i capelli in uno chignon con una treccia sopra, metto un filo di mascara e di  eyeliner e sono pronta anch'io.

Papà indossa un classico smoking nero mentre i tre bambini degli adorabili completini bianchi panna!
Arriviamo al galà in netto anticipo nonostante casa nostra deserta e la villa dei Ciaccia già bell'e pronta.

«Già qui?» scherza il signor Carlo dando una pacca sulla spalla di papà. Vanno insieme nel salotto a parlare di politica mentre la gente inizia ad affluire e sono così costretti ad appostarsi davanti l'ingresso per i saluti.
I primi ospiti ad arrivare sono i Damian: la signora indossa un abito bianco e nero da una sola spallina, Sara un esuberante vestito nero e Noemi un sobrio abito color bianco sporco, quasi beige.
Tra le tre donne, naturalmente seguite dal signore e da Giovanni, è sicuramente la più elegante.
Sono quasi sicura di sentire la signora Caterina sussurrare: «Questa sì che è classe!».

In un lasso di tempo troppo breve per capire cosa stia succedendo attorno a me, mi rapiscono Evandro e Giovanni che cercano di sottrarsi alla furia di Sara, il cui trucco sta sbavando.

«Wow Charlotte sei uno schianto!» esclama Giov quando gli cado addosso perdendo l'equilibrio sugli stivaletti troppo alti per una ragazza inesperta.
Arrossisco violentemente a quell'affermazione, e mi rialzo imbarazzata sedendomi sul divano e tendendo sempre lo sguardo basso, fortuna che arriva Edoardo a salvarmi.
«Charlotte, ti cercano i tuoi per fare non so cosa» dice affacciandosi leggermente e osservando il fratello impallidire sotto i suoi occhi. «va... tutto bene... Ev?».
Quest'ultimo annuisce come risposta, dopodiché esce dalla stanza.

Passo tra una decina di persone, ognuna che mi da pizzicotti, mi dice quanto sono bella e quanto sono cresciuta.
Quando finalmente ritrovo i miei, essi mi rimandano via perché stanno parlando di cose da adulti e non hanno più bisogno di me. Tento invano di passare oltre le persone, dietro sedie e tavoli, ma è impossibile non intaccare in un conoscente o qualcuno che ancora non mi abbia visto.

A peggiorar le cose è l'inizio delle danze, aperte da mamma e papà e dai signori Ciaccia. Man mano che le coppie scendono in pista a suon di valzer, i loro figli siedono nei posti lasciati vuoti per far sì che non siano perduti.
Edoardo, intanto, osservando la scena divertito, mi prende da dietro e mi trascina in pista.

Intonaco || Evandro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora