Dicembre 2020Pov Lele
Chiusi la chiamata prima che potesse rispondermi, scesi al piano di sotto e presi le chiavi della macchina
L:"Mamma sto uscendo, prendo la macchina"
A:"Ok tesoro, ma dove vai?"
L:"Ti spiego dopo"
Uscii di casa, salii in macchina e dopo circa mezz'ora mi ritrovai davanti casa di Tancredi.
Non era di certo la prima volta che vedevo i suoi genitori ma ero nervoso in quel momento, volevo solo capire cosa avesse e perché stesse così male.
Scesi dalla macchina, andai verso il cancello e suonai il campanello
S:"Sì, chi è?"
L:"Ehm, ciao Serena, solo Lele"
S:"Oh Lele ciao! Ti apro subito"
Aprì il cancello e andai verso l'entrata, ad aspettarmi sulla porta trovai proprio sua madre
S:"Ciao tesoro, che piacere rivederti!"
Mi abbracciò e mi invitò ad entrare
L:"Ehm..sono qui per Tanche, è in camera?"
S:"Sì è in camera, credo che oggi non sia giornata per lui"
L:"Per questo sono qui. Se non ti dispiace andrei da lui"
S:"Vai pure"
Salii le scale e andai verso camera sua, bussai ma non rispose
L:"Tanche sono io, mi apri per favore?"
Sentii i suoi passi venire verso la porta, la aprii e mi trovai davanti il ragazzo che amavo con gli occhi gonfi e rossi e le labbra rotte dai continui morsi
Non l'avevo mai visto così, mi prese una fitta allo stomaco e senza pensarci due volte lo attirai a me e lo abbracciai fortissimo.
Chiusi la porta alle mie spalle e lo portai di peso verso il letto, lui si teneva a me come se fossi l'unica persona a cui aggrapparsi in quel momento.
Ci coricammo a letto e lo strinsi a me, piangeva ed io non feci altro che stringerlo ancora di più.
Aspettai che si calmasse un pochino prima di chiedergli cosa fosse successo, gli accarezzavo piano la schiena e con l'altra mano i capelli, come al solito, volevo che si sentisse tranquillo.
L:"Amore, ti prego mi puoi dire cos'è successo? Mi sto sentendo morire"
Lo sentii sospirare e poi iniziò a parlare.
Mi raccontò ciò che successe, nel mentre sentivo sempre di più un dolore allo stomaco, non potevo pensare che fosse stato un commento proprio di suo padre a ridurlo in queste condizioni.
Ci ha messo un anno ad accettare se stesso, un cazzo di anno ad ammettere di amarmi, e per uno stupido commento insensato si era completamente sgretolato tutto quello che aveva realizzato in questi mesi.
Non potevo permettere che si lasciasse andare, doveva reagire ed essere forte, avremmo affrontato tutto questo insieme, e se lui non sarebbe stato abbastanza forte, lo sarei stato io per entrambi.
T:"Mi dispiace aver rovinato un momento così importante per te Le, ma non riuscivo a fingere che andasse tutto bene, non con te"
L:"Non dire cazzate, non hai rovinato proprio nulla, mi dispiace per tutto. A vederti così mi sento davvero morire Tanche, se fossi stato con te gli avremmo parlato insieme, magari avrebbe capito, io cioè"
Mi interruppe prima che potessi finire
T:"Lele fermati, non gli ho neanche detto la verità, non gli ho detto di noi, non sa ancora nulla e addirittura non riesce nemmeno ad immaginarselo. Capisci qual'è il problema?"
L:"Sì lo capisco, ma sono anche convinto che sentirselo dire dal proprio figlio guardandolo negli occhi sia diverso che leggerlo su qualche pagina di gossip su internet. Credo che la prenderebbe diversamente Tanche, devi provarci, lo faremo insieme, devi aprirti con loro ed essere te stesso, se poi non lo accetteranno a quel punto non sarà più un problema tuo"
T:"Non sono pronto, non ora comunque"
L:"Quando tu vorrai, ma insieme"
Mi baciò, e bastava questo.
Bastavamo noi.
L:"Ti va di stare da me qualche giorno?"
T:"Davvero Le?"
L:"Non c'è nulla che mi farebbe più felice, ti prego. Voglio farti stare bene e quando sarai pronto affronteremo insieme la cosa, prima di tornare a Milano"
T:"Va bene allora, se non è un problema per tua madre"
L:"Lei non vede l'ora di vederti"
Sorrise a quella frase
T:"Non sai quanto ti amo, veramente"
L:"Ed è qui che ti sbagli, perché io lo so bene. I tuoi occhi mi parlano, da sempre"
Si strinse più forte a me e restammo così ancora per un po'.
Era ormai ora di pranzo e Tancredi preparò giusto due o tre cose per fermarsi da me quei giorni.
Scendemmo al piano di sotto e trovammo solo sua madre
T:"Io vado da Lele, torno tra un paio di giorni"
Il suo tono era freddo e lo percepì anche sua madre
S:"Che vuol dire torni tra un paio di giorni? Tancredi mi vuoi dire cosa ti sta succedendo?"
T:"Beh sul serio non l'hai capito? Mi sembra tutto così ovvio. Ciao Mamma"
Fece per uscire di casa, io mi fermai un attimo e guardai sua madre
L:"Torniamo tra qualche giorno, non preoccuparti"
Uscii anche io, salimmo in macchina e andammo a casa mia.
Pov Tanc
Arrivammo a casa di Lele e solo quando aprì la porta realizzai che avrei incontrato sua madre e che sopratutto, sapeva di noi.
A:"Ciao tesoro! Ben tornato, sono così felice di vederti! Sei sempre più bello. Come stai?"
Sorrisi mentre sua madre mi liberò dal suo abbraccio caloroso
T:"Ora bene grazie, sono contento anche io di essere qui"
L:"Ah Mamma, Tancredi si ferma qualche giorno da noi. Va bene per te?"
A:"Ma certo, nessun problema. Allora pranziamo, vi va?"
Passammo tutto il tempo a parlare, le raccontammo dell'ultimo anno, della vita a Milano, dei ragazzi. Stavo davvero bene, durante il pranzo Lele mi prese la mano un paio di volte e gli diede dei baci sopra, il tutto davanti a sua madre alla quale brillavano gli occhi. Era tutto così spontaneo e naturale che mi sembrava fosse così da sempre, ero tranquillo e mi sentivo a casa.
In fondo quella era la mia casa, Lele era la mia casa.
✎ Ecco un nuovo capitolo ッ
A presto , ❥

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I believe in Us - Tankele
Teen FictionStoria sui Tankele. 𝑇𝑒𝑙𝑙 𝑚𝑒 𝘩𝑜𝑤 '𝑐𝑎𝑢𝑠𝑒 𝐼 𝑏𝑒𝑙𝑖𝑒𝑣𝑒 𝑖𝑛 𝑠𝑜𝑚𝑒𝑡𝘩𝑖𝑛𝑔, 𝐼 𝑏𝑒𝑙𝑖𝑒𝑣𝑒 𝑖𝑛 𝑢𝑠. ✨