Dicembre 2020Pov Lele
Passavano i giorni e con Tancredi le cose andavano sempre meglio, certo litigavamo ogni giorno ma quella era routine ormai.
Si stava avvicinando Natale e stavamo cercando di organizzarci per tornare giù a Roma dalle nostre famiglie, tranne Gian che le avrebbe passate da Marta.
Avremmo preso il treno proprio quella mattina, io mi ero svegliato nervoso e Tancredi peggio di me, si prevedeva una lunga giornata.
D:"Rega siamo in ritardo, il taxi è già fuori muovetevi cazzo"
Urlò Diego dal piano di sotto, noi eravamo ancora in camera perché quel cretino del mio fidanzato doveva ancora finire la valigia, nonostante mi fossi raccomandato di essere puntuale.
Non potevamo rischiare di perdere il treno, avevamo preso i biglietti settimane prima.
L:"Ti avevo detto di finirla ieri sera, ma tanto fai sempre il cazzo che ti pare"
T:"Sì esatto faccio il cazzo che mi pare, se hai finito di rompere i coglioni continuo a fare la valigia"
L:"Siamo in ritardo, il taxi è già qui muoviti"
T:"Perché non raggiungi Diego, salite sul taxi e ve andate a fanculo insieme?"
Bene, a quell'ennesima risposta di merda scesi al piano di sotto, non mi ero offeso però ero davvero troppo nervoso e la conversazione avrebbe potuto degenerare parecchio
D:"Ma si può sapere che cazzo state facendo? Perderemo il treno così!"
L:"Non dirlo a me, io ero pronto un'ora fa ma quel cretino deve fare sempre di testa sua e poi ci ritroviamo in queste situazioni, se non capisce un cazzo non so cosa farci ormai"
T:"Capisco sicuramente meglio di te, ora saliamo su quel cazzo di taxi che se no finisce male"
Era arrivato proprio in quel momento, ovviamente la fortuna gira sempre dalla mia parte.
Salimmo sul taxi tutti e tre, Valerio e Zoe avevano preso il treno prima del nostro quindi mi aspettava un bel viaggetto con Diego che mi squadrava ogni due minuti e Tancredi che non mi guardava neanche in faccia.
Arrivammo in stazione e salimmo sul treno, ovviamente avevo il posto vicino a quello di Tancredi, lo avevamo preso apposta, ma di certo non avrei immaginato di trovarmi in questa situazione, Diego era qualche fila dietro alla nostra.
Ci sedemmo e dopo neanche un minuto lui si era già messo le cuffiette e ascoltava la musica.
Ok, forse era il momento di chiarire.
Avevamo litigato per delle stronzate ed eravamo entrambi nervosi per la partenza, e forse anche per il fatto che avremmo dovuto fare una cosa importante quei giorni a Roma, volevamo parlare alle nostre famiglie di noi e non volevo iniziare col piede sbagliato.Mi voltai verso di lui e gli tolsi una cuffietta
T:"Che cazzo fai?"
L:"Dobbiamo parlare"
T:"Non ho un cazzo da dirti quindi non mi rompere i coglioni"
L:"Davvero vuoi continuare questa cosa Tancredi? Eravamo solo nervosi e ci siamo presi male, fine, ti chiedo scusa"
Non fece altro che mettersi la cuffietta che gli avevo tolto e voltarsi dall'altra parte.
A quel punto decisi che era meglio lasciar perdere, gli sarebbe passata e io di certo non potevo stargli dietro in continuazione.
Pov Tanc
Aveva ragione, avevamo discusso per stronzate e non aveva senso continuare così, ma il mio orgoglio era troppo forte e non potevo dargliela vinta così.
Era passata un'oretta dal suo tentativo di fare pace, mi voltai appena verso di lui senza farmi vedere.
Stava dormendo con la testa appoggiata al finestrino, era così dannatamente bello.
Sorrisi nel vedere che aveva le braccia incrociate sul petto, sicuramente aveva freddo.
Presi la mia giacca e gliela misi addosso, poi mi avvicinai a lui e gli lascia un bacio sulla guancia.
Dopo poco sentii la sua testa posarsi sulla mia spalla, così aprii il braccio e lui si infilò
L:"Sei uno stronzo"
T:"E tu pure, pace?"
Alzò il viso per guardarmi e semplicemente mi baciò per poi tornare nella posizione di prima.
Mancavano ancora un paio d'ore all'arrivo
L:"Tanche..hai pensato a cosa dire ai tuoi? Io ci stavo pensando ma non so come iniziare il discorso con mia madre"
Non glielo dissi, ma ci stavo pensando da parecchio, mi ero fatto tutto un discorso da fare ai miei genitori e alle mie sorelle, mi metteva molta agitazione non sapevo davvero come avrebbero reagito.
T:"No, dirò semplicemente quello che mi viene in quel momento, non ci ho pensato"
L:"Credi che la prenderanno bene?"
T:"Non lo so, non ne ho idea, di sicuro non se lo aspetteranno per cui magari avranno bisogno di tempo"
Lo sentii sospirare, sapevo che fosse agitato e in quel momento non potevo fargli pesare anche la mia di ansia, dovevo essere forte per entrambi.
Finalmente arrivammo a Roma, scendemmo dal treno e salutammo Diego che prese un taxi per andare a casa.
Rimanemmo soli io e lui.
T:"Quando arrivi a casa scrivimi, poi ci organizziamo su quando posso venire date e tu da me, va bene mh?"
L:"Sì certo .."
Notavo dal tono di voce che forse aveva realizzato solo adesso quello che avremmo dovuto affrontare nei giorni a seguire, sentivo che era agitato e preoccupato.
Mi avvicinai, presi il suo volto fra le mani e lo baciai
T:"Le devi stare tranquillo, qualsiasi cosa succeda io sarò qui e noi saremo insieme"
L:"Ti amo"
T:"Anche io, non sai quanto"
Ci salutammo con un altro bacio, lui prese un taxi e io anche.
Nel tragitto in macchina misi di nuovo le cuffie per distrarmi dai pensieri che rimbombavano in testa.
Andrà bene, deve andare bene.
✎ E quindi come andrà?
A presto ❥
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I believe in Us - Tankele
Fiksi RemajaStoria sui Tankele. 𝑇𝑒𝑙𝑙 𝑚𝑒 𝘩𝑜𝑤 '𝑐𝑎𝑢𝑠𝑒 𝐼 𝑏𝑒𝑙𝑖𝑒𝑣𝑒 𝑖𝑛 𝑠𝑜𝑚𝑒𝑡𝘩𝑖𝑛𝑔, 𝐼 𝑏𝑒𝑙𝑖𝑒𝑣𝑒 𝑖𝑛 𝑢𝑠. ✨