Dobbiamo definire le cose

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#Fabrizio POV

Entro in casa sbattendo la porta con l'intento che Vanessa si accorga perfettamente del mio essere rincasato.

-Fabrizio? - domanda lei e la vedo scendere le scale per controllare che effettivamente sia io.

- Si sono io. -

- Ma che ti prende? - domanda vedendomi salire le scale velocemente ed entrare in quella che è la sua stanza, conoscendola chissà che si penserà anche perché da quando vive qui non ho mai messo piede nella sua stanza.

- Che mi prende? - le domando mentre mi guardo intorno e vedo il blister della pillola. - Che cosa è questa? - le domando ancora. - Non mi risulta che le donne incinte prendano la pillola. -

- Non la prendo infatti. -

- Si certo allora andiamo a fare quella benedetta ecografia se non hai nulla da nascondere. - e nel frattempo apro l'armadio dove trovo anche gli assorbenti. - E se tu aspettassi veramente un bambino non ti servirebbero. - quindi inizio a tirare la sua roba ovunque.

- Che fai? -

- Questa farsa è durata fin troppo. Sai che sei passibile di denuncia? - le domando.

- Non ho fatto niente di male. - si lamenta lei.

- Eccetto obbligarmi a stare con te per un bambino che non esiste nemmeno? - le chiedo io.

- Fabrizio io mi sono innamorata di te. - e mi fissa. - Non volevo perderti, ho capito che mi stavi per lasciare per quella e io non volevo che tu mi lasciassi. -

- Peccato che io non abbia mai provato nulla per te e mi hai comunque perso, hai lasciato il segno soprattutto visto quel che hai fatto ad Eleonora. - e la fisso, è perplessa. - Grandi doti da attrice ma con me non attacca più. - aggiungo ancora io.

- Che le avrei mai fatto? -

- Tu mi incastri e guarda caso nella vita di Eleonora arriva Giorgio poco dopo che l'hai minacciata di starmi alla larga. -

Lei mi fissa. - E va bene era un mezzo per tenervi lontani. -

- Il tuo mezzo per tenerci lontani ha fatto del male ad Eleonora, avete decisamente passato i limiti e ora saranno guai per voi. - e recupero il telefono. - Alla polizia serve il suo vero nome, dimmelo. -

- No! -

- Tu sei sua complice non pensare di poterla passare liscia. Gli hai detto tu che doveva farle del male? - urlo fuori controllo.

- Tu non sei mai stato così con me. - si lamenta lei.

- Fatte 'na domanda e datte 'na risposta. - replico io piccato. - E ora fuori di qui. -

La vedo raccogliere le sue cose e poi lasciare casa mentre arriva Niccolò di corsa. - Finalmente se la semo tolta dalle palle. - dice ed è felice come se la Roma avesse vinto lo scudetto.

- Devo dire tutto alla polizia penso che quei due debbano pagare. -

- Indubbiamente. - mi dice Niccolò. - Ma ora conta Ele. -

- Si voglio provare a starle vicino e prendermi cura di lei anche se so che non sarà facile. -

- È ferita Fab. -

- Lo so. - e sospiro.

- Falle sentire la canzone che le hai scritto. -

- Non credo sia il momento giusto. - dico io. - Prima devo capire come starle vicino anche solamente da amico, so che vi vorrà tempo prima che possa pensare di stare con me. -

𝓤𝓷'𝓪𝓵𝓽𝓻𝓪 𝓬𝓪𝓷𝔃𝓸𝓷𝓮 𝓹𝓮𝓻 𝓷𝓸𝓲 [Terminata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora