Capitolo 6: Cosa succede, Senguuji?

34 3 2
                                    

Senguuji lasciò andare un sospiro, ripassando il pallone a chissà chi si stesse allenando a tirargli pallonate, il suo cervello era perso e non riusciva a concentrarsi. Era da quando aveva finito le lezioni e si era diretto con Gomaki verso il campo da calcio che continuava a pensare a un certo moro dai capelli lunghi, il quale li raggiunse qualche minuto dopo e fece quel tratto di strada con loro. Lo salutò velocemente, ma per il resto non gli rivolse neanche la parola, preferiva persino guardare da un'altra parte.

Persino suo padre si chiedeva se stava bene, mangiava poco e non si divertiva più a schernire così tanto i suoi avversari, ma il nostro portiere non era affetto da nessuna malattia.

Senguuji Yamato era innamorato. Perdutamente innamorato. E questo era terribile per la sua reputazione.

-Ohi, Yamato, sicuro di stare bene? E' tutto l'allenamento che continui a entrare ed uscire dai tuoi pensieri.- Disse il suo migliore amico, dandogli una sberletta dietro al capo e rischiando di fargli andare di traverso l'acqua. Senguuji lo guardò torvo e finì di bere, massaggiandosi poi piano le mani. Non gli aveva detto ancora nulla, non perché non si fidasse, ma semplicemente perché non trovava ancora il momento giusto per aprirsi, e in quel momento erano circondati da persone.

Lui aveva ancora una reputazione, Senguuji Yamato non si innamorava e non si faceva addolcire da certi sentimenti, lui doveva essere più forte di una montagna, il fuoco non doveva nemmeno scalfirlo, quello gli avevano insegnato quando era un'Imperiale. Ed era una cosa che stava ancora cercando di lavorarci su.

Gomaki lo guardò e scosse la testa, continuando a bere mentre guardava il resto della squadra scherzare tra loro.

-Non sentirti obbligato a dirmi tutto. Dobbiamo imparare di nuovo ad ambientarci e rapportarci con le persone normali, ci hanno insegnato che siamo i più forti del mondo e, per un folle momento, lo siamo stati, ma possiamo farcela.- Gli disse mettendo un braccio attorno alle sue spalle, per poi sorridergli e alzarsi. –Secondo me, però, restiamo i migliori e non ho mai visto un portiere forte come te.- E, detto quello, si allontanò, andando a sedersi accanto a un solitario Makari.

"Tetsurou ha ragione, mi sto rammollendo troppo nell'ultimo periodo, e tutto per colpa di questi stupidi sentimenti."

Si tirò anche lui in piedi e si stiracchiò, preparandosi a tornare in porta, ma qualcuno gli toccò la spalla, e lui si girò, pronto a chiedere chi gli avesse rotto le palle, ma si rimangiò tutto quando vide gli occhi rossi di Kurosaki, il quale gli sorrise. Le sue gote divennero bollenti quasi subito, e pregò con tutto sé stesso di non essere troppo rosso, ma nemmeno si rese conto di quello che il ragazzo aveva detto.

-Ecco...non stavo ascoltando, scusami, potresti ripetere?- Chiese pacatamente, e riuscì a sentire Gomaki morire dall'altra parte del campo. Da quando LUI chiedeva scusa?! Da quanto LUI ERA PACATO?!?!?!?!?! Nemmeno lui ci credeva!

Kurosaki ridacchiò adorabilmente, e Senguuji sentì il proprio cuore esplodere da quanto velocemente stava battendo. Era troppo carino quel ragazzo, è proprio per quel motivo che detestava parlargli, non si concentrava e finiva sempre per fissarlo in faccia. Era davvero una divinità sceso in terra.

-Ti avevo chiesto se ti andava di darmi una mano con i tiri, vorrei ultimare una tecnica entro la prossima partita. Ti stai già allenando con qualcuno?- Disse lui nuovamente, passandogli persino i guanti.

-Nono, non mi sto allenando con nessuno adesso, posso darti una mano molto volentieri.- Gli rispose il rosa senza pensarci, e ormai Gomaki sembrava star per morire soffocato, se non fosse stato per Makari, il quale lo prese a sberle così forte da farlo tornare in sé.

La situazione stava peggiorando di brutto, non andava bene.

-Non ti ho mai visto così cortese, Senguuji-kun, deve essere l'influenza positiva dei tuoi compagni di classe. Mi fa molto piacere.- Disse Kurosaki mentre entrambi si dirigevano verso la porta, e Senguuji aveva il presentimento di star per scavarsi la fossa da solo.

-Non è niente di che, i pregi di una scuola pubblica, penso.- Borbottò in risposta mentre si metteva i guanti, giusto per occupare le mani in qualche modo e non per spostare quella ciocca di capelli che era scappata dalla sua lunga e immacolata coda.

"No! Yamato, giù le mani immaginarie! Non toccarlo!"

Una volta in porta, il portiere prese dei bei respiri per calmarsi, improvvisamente teso come una molla pronta a scattare. Non si era mai sentito così, nemmeno prima di una partita, e quello aveva dei lati positivi: significava che non doveva essere nervoso a mettersi in mostra di fronte a così tante persone, ma solo al pensiero di dover allenarsi da solo con Kurosaki lo faceva sudare come non mai.

La mezz'ora successiva passò forse troppo rapidamente, per i suoi gusti, ma se quello significava svignarsela il prima possibile e nascondersi chissà dove, allora non si sarebbe lamentato. Sfortunatamente, non tutto poteva andare secondo i suoi piani, e il peggio accadde durante l'ultimo tiro che si erano promessi di fare.

Senguuji era un portiere esperto, non voleva negarlo in nessun modo, però doveva essere proprio cretino per prendere male la palla e sbattere il polso contro il palo della porta. Lasciò andare un mezzo gemito, tenendosi il polso ferito con la mano. Sperò fosse una semplice botta, non avevano un secondo portiere al momento, e lui NON poteva andarsene per un motivo così stupido.

-Stai bene??- Esclamò il compagno dopo averlo raggiunto. Notò subito la parte del corpo ferita e, con una delicatezza che lo descriveva perfettamente, gli tolse il guanto dalla mano e ispezionò il polso senza aprire bocca. Qualche secondo dopo, nel quale Senguuji continuava ad urlare dentro per quanto fossero morbide le sue dita, Kurosaki alzò lo sguardo e lo puntò nei suoi occhi, sollevato a primo impatto.

-Fortunatamente non è niente di grave, è solo una botta. Avrai un bel livido, però dovrebbe smettere di far male tra una decina di minuti. Vuoi che vada a prenderti del ghiaccio?- Gli chiese dolcemente, senza lasciare andare la sua mano, e gli passò nuovamente il guanto.

-N-non serve, posso anche andare a prenderlo io. Scusami, dovevamo allenarci.- E guardò da un'altra parte, non sapendo se ricambiare leggermente la stretta oppure restare fermo immobile, fino a quando non sentì la risata cristallina del ragazzo. Si girò di scatto e, per una volta, fu quello più basso ad essere vagamente rosso in viso, con la mano libera posata sulla propria guancia.

-Sei davvero così gentile nell'ultimo periodo, non me lo aspetto proprio. Non so cosa dire in questo momento.- E guardò da un'altra parte.

Per un momento, Senguuji sentì gli sguardi dell'intera squadra su di loro, e alzando lo sguardo si rese conto di aver ragione. Tutti li fissavano come se fossero intensamente interessati a quello che stava per succedere, e questo gli fece ricordare che Kurosaki probabilmente si sentiva a disagio.

-Senti...se vuoi possiamo parlare, sai, a bordo campo o, che ne so, vicino agli spogliatoi. Sembri molto a disagio.- Borbottò lui e, per un millesimo di secondo, sentì Kurosaki stringere leggermente la presa sulla sua mano, per poi prendergli anche l'altra e annuire, leggermente meno rosso ma con un bel sorriso.

-Sì, mi farebbe molto piacere.-

Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora