Capitolo 40: (+18) Pantaloncini

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Se c'era una cosa di cui Namikawa si era conto, all'inizio della sua relazione con il ragazzo dai capelli ricci, era il suo completo disdegno ed odio verso i suoi arti inferiori, e vi erano parecchi motivi, uno più diverso dell'altro.

Per iniziare, detestava di essere così basso rispetto ai suoi coetanei, arrivando persino a comprare scarpe con la suola alta per non sentirsi un tappo, e quello già di per sé era adorabile, ma se aggiungevi il fatto che molto spesso non c'era il suo numero, in negozio, rendeva tutto troppo forte per il cuore dell'aspirante pirata.

Un altro motivo, quello forse che lui stesso non riusciva a capire, era perché si era ritrovato ad avere cosce estremamente femminili, soffici come cuscini appena comprati (dove ormai Namikawa aveva fatto tanti pisolini, e ammise di non aver mai dormito meglio nella propria vita). Cioè, non che comunque in molti potevano vederle, Kita tendeva ad indossare pantaloni vagamente larghi quando non avevano gli allenamenti, e i jeans attillati erano fuori discussione.

Quello SI' che era un insulto vergognoso ai suoi privilegi da fidanzato, cosa non avrebbe dato per vedere il suo nanetto color carotina con il cuore di cioccolato con addosso un bel paio di jeans che gli avrebbero accentuato ogni singola curva?

Dannazione, Namikawa andava in giro quasi nudo quando sapeva che erano da soli in casa (che comunque era fin troppo spesso, dove diamine andava a cacciarsi suo zio tutto il giorno????). Non era un suo diritto poter sbavare un po anche lui?

Proprio per quel motivo Namikawa si ritrovò, un pomeriggio, a guardare il suo fidanzato sdraiato a pancia in giù sul letto, a leggere manga nella pace più assoluta. E in pantaloncini. Pantaloncini che era sicuro fossero decisamente troppo corti per lui, anzi, non ne aveva mai avuti di quel genere! Provò a non fissare troppo il suo sedere, improvvisamente inviante come non mai, e lasciò la cartella sulla sedia.

-Ehm...Ichichi caro, dove li hai presi quei pantaloncini?- Chiese il pirata aprendo l'armadio, facendo qualsiasi cosa per non posare di nuovo gli occhi su Kita. Erano solo le tre di pomeriggio, non poteva avere certe...reazioni!

-Questi dici? Li ho trovati nel mio borsone, probabilmente erano di Nishinosora, ma ormai se li sarà anche dimenticati, perciò volevo provarli. Sono forse un po' troppo stretti, però pensavo io e Nishinosora portassimo la stessa taglia?- Si chiese mentre si tirava in giù i pantaloni con una mano, mentre con l'altra cambiava pagina del fumetto.

"Ancora questo Nishinosora?? Non mi importa chi cazzo sia, non so nemmeno che faccia ha!" Si ritrovò a pensare il ragazzo dai capelli lunghi, provando con tutto sé stesso a non far vedere troppo il proprio nervosismo. Una parola sbagliata e avrebbe molto probabilmente assassinato quello sconosciuto.

"Si chiama NamiKita, non NamiKitaSora!"

-Stai cercando qualcosa nell'armadio? Stai guardando dentro da qualche minuto, normalmente ti saresti già levato la divisa.- Chiese Kita, avendo ormai abbandonato il manga chissà dove e dedicandosi completamente a osservare il ragazzo fisso davanti alla marea di vestiti suoi/non suoi. Da quanto sapeva, Namikawa aveva sempre lasciato qualche maglietta la dentro per evenienza.

-No, mi sono sbagliato.- Borbottò lui a denti stretti, per poi chiudere le ante e spogliarsi come se non fosse nulla, gettando poi la divisa sulla scrivania mentre camminava solo in boxer per la stanza, in cerca del pigiama che quella mattinata aveva abbandonato per terra. Si bloccò un paio di secondi, per poi gettare uno sguardo alla maglietta che stava indossando Kita, ormai in ginocchio sul letto.

No, non gli stava per nulla evidenziando le gambe, quella posizione, semplicemente si stava chiedendo perché quei pantaloni fossero così corti.

-L'ho messa io dopo la doccia, non avevo altre magliette abbastanza pulite ed erano tutte a lavare, ti dispiace?-

"Se solo sapessi quanti solitari mi sono fatto con quella maglietta addosso, ci penseresti due volte a metterla, anche se sono stato obbligato a lavarla otto volte."

-N-no, tutto appostissimo, ne prendo un'altra.- Esclamò velocemente, per poi tornare all'armadio come una scheggia, quasi non sentendo il sospiro provenire dal più basso. Sembrava...seccato? No, forse deluso era la parola giusta.

-Avresti dovuto dire qualcosa tra le linee "Toglietela che devo mettermi qualcosa, oppure te la toglierò io". Wow Rensuke, ti stai per caso ammorbidendo? Forse ti stai abituando alla vita domestica, non pensavo fossi quel tipo di persona.- Disse il ragazzo appoggiandosi con la schiena al muro e tirando una gamba al petto.

Quel ragazzino lo stava seducendo e lo aveva fatto sin dal momento in cui era entrato in quella stanza.

Gli fu sopra quasi subito, imprigionandolo tra il suo corpo e la parete mentre aveva entrambe le mani affianco al suo viso. Kita ghignò impercettibilmente e posò la testa su un suo avambraccio totalmente a suo agio, sapendo perfettamente di non essergli per nulla indifferente.

-Dimmi Rensuke, per caso mi stanno male questi pantaloni?- Gli chiese a fior di labbra, tenendogli il mento quasi per sfregio, come se lo stesse prendendo in giro.

-Ora che so che erano di questo Nishinosora che continui a menzionare, voglio solamente levarteli e bruciarli, ma devo ammettere che ti stanno da dio, cazzo.- Rispose il ragazzo sopra di lui, staccandosi un momento per impedire alle loro teste di scontrarsi quando il più basso gli saltò addosso, mettendo le braccia attorno al suo collo mentre lo baciava appassionatamente.

Invertirono le posizioni un paio di volte, come se si trattasse di una lotta, ma alla fine si ritrovarono con Namikawa appoggiato al muro e Kita seduto comodamente sulle sue gambe. Le labbra di entrambi erano già rosse e vagamente gonfie, ma quello non li aveva mai fermati da smettersi di baciarsi. Solo quando le mani del più alto arrivarono ai suoi pantaloni si staccarono, un po per riprendere fiato e un po perché aveva l'impressione che Kita si sarebbe messo a parlare da lì a poco.

-Forza, toglili, di solito non ti servono molte preghiere, cosa succede oggi?-

Meno male che Tsunami tornò a casa solamente verso le otto di quella sera, perché se no i due ragazzi avrebbero avuto parecchio da spiegare e tante parti del corpo da coprire il più possibile. Diamine, l'adulto nemmeno si chiese perché Kita stesse zoppicando!

Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora