Era sempre stato quasi un gioco, un continuo cercarsi e perdersi, pur sapendo di non essere mai completamente da soli. Lo aveva capito appena aveva incontrato quel fantasma, non lo lasciava solo e tendeva a tenerlo sotto controllo tutto il tempo, quasi preoccupato, e all'inizio non riusciva davvero a sopportarlo.
Era uno stupidissimo fantasma, non aveva il diritto di seguirlo ovunque andasse, era già abbastanza inquietante, però aveva imparato ad accettare la sua presenza e sentirsi quasi rassicurato. Hakuryuu era cresciuto nella solitudine e l'unica cosa più vicina a un genitore che aveva mai avuto erano gli allenatori e i dottori che continuavano a tenerlo sotto controllo, e la presenza di Shuu era così gentile che a volte gli faceva salire le lacrime agli occhi.
Se la meritava, tutta quella gentilezza?
Anche in quel momento, mentre correva a perdifiato nella foresta e si guardava in giro, poteva sentire il suo tocco quasi sulla sua pelle. Era così vicino che gli faceva male, non poteva fare altro che aspettare il momento esatto. Si ritrovò qualche secondo dopo sulla scogliera, il loro posto preferito per guardare il sole che si abbassava, e si bloccò, cadendo sulle proprie ginocchia.
E, infine, due esili braccia gli avvolsero le spalle da dietro delicatamente, accarezzandogli la testa.
-Sei stato molto via, Hakuryuu.- Gli sussurrò e Hakuryuu si girò verso di lui, abbracciandolo con una forza che sembrò lasciarlo senza fiato. Le sue mani non avevano mai lasciato i suoi capelli, pettinandoli con le dita e baciandogli la fronte dolcemente.
Shuu era sempre stato così: appariva nel momento in cui serviva di più ed era come una spugna, assorbiva tutte le sue emozioni negative e lo faceva sentire più libero, leggero. Come faceva sempre ad essere così sereno?
Non appena si staccò, il fantasma non ci mise molto ad asciugargli le gote con la manica della propria maglia, trattenendo un sorriso intenerito.
-Ehi, da quando piangi? Non è una cosa da Hakuryuu.-
-Mi sei mancato, sono stressato come non mai e niente sembra andare bene!- Esclamò stizzito, nascondendo il viso nel suo collo e facendo il possibile per tenerlo più stretto a sé. Non lo avrebbe lasciato molto presto, non dopo tutto quel tempo che aveva passato da solo, lontano dal una delle poche persone che amava alla follia.
Tsurugi faceva parte di quella cerchia, ma il loro rapporto era più platonico, quasi da rivali, e certe cose non poteva proprio andare a dirle a lui.
Una mano iniziò a scompigliargli i capelli e una risata cristallina riempì le sue orecchie, costringendolo ad alzarsi lo sguardo e puntare le iridi rosse sul suo viso vagamente arrossato.
-Pensavo avessi una bella relazione con i tuoi compagni, non avevi detto tu che state passando un miliardo di avventure nuove?- Gli chiese, mettendosi seduto comodamente sulla roccia per dargli l'occasione di posare la testa sulle sue gambe, così morbide da non farlo sembrare un calciatore professionista. L'albino restò in silenzio per un po, godendosi la posizione, fino a quando non decise di rispondere.
-Non l'ho negato. E' solo...che ultimamente c'è una strana atmosfera, come se qualcosa di grande fosse successo, e io non ne so nulla! Che razza di capitano sono se non riesco ad essere un punto di riferimento per i miei compagni? Forse dovrei rinunciare al posto...- Disse tutto d'un fiato, coprendosi il volto con entrambe le braccia per sospirare e, per un millesimo di secondo, Shuu riuscì a vedere il ragazzino frustrato di tanti anni fa, quello che si arrabbiava quando non poteva entrare in campo o quando doveva per forza andare ad allenarsi da qualche altra parte.
Il suo sguardo si addolcì persino di più, senza smettere di accarezzargli i lunghi e indomabili capelli.
-Non so da quanto questa squadra è formata, però ci vuole tempo per vincere la fiducia degli altri, e questo significa anche farsi vedere debole, far vedere che non sei solamente una sagoma di cartone parlante. Non è facile, lo so, però io ripongo molta fiducia in te e so che potrai farcela, in un modo o nell'altro.-
-Shuu...-
-MINAMISAWA!-
Entrambi i ragazzi si girarono di scatto, giusto in tempo per vedere Minamisawa ruzzolare giù da dirupo mentre il resto della squadra urlava all'assassinio e morte del loro stesso compagno.
Morte che, effettivamente, stava per sopraggiungere SERIAMENTE!
Shuu sospirò solamente, per poi alzarsi in piedi e lanciarsi giù, prendendolo al volo pochi secondi dopo e svolazzando tranquillo verso gli altri ragazzi. Minamisawa probabilmente aveva appena avuto un infarto di quelli pesanti, dato che era più bianco di un lenzuolo e ci vollero Senguuji e Gomaki a tenerlo sulla gambe, allontanandolo il più possibile e facendolo sedere appoggiato a un albero.
-Atsushi, Atsushi, stammi ad ascoltare, ehm...nostro fantastico principe melanzanoso che amiamo con tutto il nostro cuore.- Iniziò Gomaki, guardando poi Senguuji per cercare aiuto, ma l'altro alzò le spalle non sapendo minimamente cosa fare e dire.
-Beh...ecco...quante dita sono queste?- Chiese successivamente, alzando due dita davanti al suo viso.
Silenzio di tomba. Minamisawa Atsushi era morto.
Ancora prima di poter mettere i piedi per terra, Shuu sentì i pantaloni venir tirati e abbassò lo sguardo. Yukimura, doveva chiamarsi, lo stava guardando con gli occhi sbrilluccicosi e completamente affascinato dal fantasma. Accanto a lui Kishibe sbuffò solamente e roteò gli occhi, borbottando qualcosa del tipo "Non ha senso, non chiederlo!".
-Hm? Volevi chiedermi qualcosa?- Disse Shuu dolcemente, e Yukimura si attaccò a lui.
-Voglio volare anche io! Per favore, signor fantasma! Farò il bravo!- Esclamò tutto contento, stava persino saltellando sul posto. Dirgli di no era fuori questione, lui che aveva un debole per i bambini, perciò accettò di buon grado la sua richiesta, prendendolo da sotto le ascelle e svolazzando un po a destra e un po a sinistra, il tutto contornato dalle sue urla di felicità.
-Yukimura! Non muoverti tanto, potresti cadere!- Lo riprese il compagno di prima, vagamente più nervoso di prima e non sembrava voler staccare gli occhi dai due.
-Non preoccuparti, non lo farò cadere, Kishibe-kun!-
-Come CAZZO conosci il mio nome?!-
Hakuryuu sospirò e si lasciò cadere addosso a Mahoro, il quale si era seduto accanto a lui per fare una coroncina di fiori. Non si mosse quando il capitano si appoggiò a lui, anzi, fece in modo di farlo più comodo, e iniziò anche a cantargli qualcosa sottovoce.
Se avesse avuto la forza di prenderlo per il culo, lo avrebbe fatto, ma ormai si stava per addormentare.
-Sono un buon capitano?- Chiese sovrappensiero mentre sentiva il più alto dei due sistemargli i capelli, e subito dopo una risata.
-Se ti stai preoccupando tanto, significa che ci tieni. E' solo l'inizio, capitano, vedrai che miglioreremo tutti insieme e diventeremo la squadra più potente del Giappone.- E sentì la coroncina di fiori posarsi sulla sua testa, preferì però lasciarla lì dov'era. Attorno a sé c'erano i suoi compagni che urlavano e si divertivano come non mai, e quello lo rilassava, cosa che non era riuscito a far sin da quando il God Eden era stato chiuso.
Che male c'era, ogni tanto, a sembrare debole?
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Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?
HumorIn preparazione al loro futuro scontro con la Inazuma Japan nel Galaxy, come hanno vissuto questi undici ragazzi a stretto contatto l'uno con l'altro? La loro quiete sarà distrutta dall'arrivo di quattro allenatori, teste calde esattamente come loro...