Kita si sentiva davvero felice, negli ultimi giorni, e tutti a scuola sembravano averlo capito. In molti teorizzavano di una qualche ragazza misteriosa che si era confessata e lui aveva accettato i suoi sentimenti, ma non potevano essere più lontani dalla verità. Certo, una confessione c'era stata, però non come tutti la immaginavano.
"Non importa quello che dicono, sono solo dei rumors." Si disse tornando a casa quasi saltellando, mentre stringeva nella tasca il telefono. Aveva lasciato la vibrazione accesa solo per poter aspettare un qualche messaggio dal proprio fidanzato, e non lo aveva deluso quando aveva iniziato a riempirlo di messaggi e foto della spiaggia che si vedeva dalle finestre della sua aula. Era davvero bella, anche con quel poco di neve che era rimasta, e si erano messi d'accordo già per andarci quello stesso pomeriggio.
Un appuntamento. Quello sarebbe stato il loro primo appuntamento, e Kita non sapeva davvero cosa avrebbe potuto aspettarsi da uno come Namikawa. Forse avrebbero solo passato del tempo a guardare le onde, oppure avrebbero fatto una passeggiata, o, ancora meglio, il ragazzo gli avrebbe spiegato perché diamine avevano un galeone attraccato al porto, specialmente da quando era venuto a sapere che quella era una riproduzione fedele in tutto e per tutto della Perla Nera.
Aprì la porta di casa e, per un millesimo di secondo, la sua felicità vacillò vedendo le scarpe di tutta la sua famiglia sistemate accuratamente nel portascarpe. I suoi genitori dovevano essere a lavorare, e i suoi due fratelli non dovevano nemmeno trovarsi a Tokyo.
-Ichiban, sei finalmente tornato.- Disse suo padre, raggiungendolo all'entrata, e aspettò pazientemente che suo figlio si togliesse le scarpe, per poi afferrarlo per un braccio e trascinarlo nel salotto, dove il resto della famiglia li aspettava. Sua madre se ne stava seduta composta sulla poltrona, con un fazzoletto in mano per fare scena, e sembrava quasi triste alla vista del figlio minore. I suoi fratelli, dietro alla poltrona di loro madre, lo guardavano con astio e una punta di delusione. Invece, suo padre sembrava neutrale come sempre.
Kita iniziò a sudare freddo, domandandosi cosa fosse successo di tanto terribile per riunire tutta la famiglia nel primo pomeriggio, specialmente se nel bel mezzo della settimana.
-Cosa succede?- Chiese con un filo di voce, posando la cartella per terra, e sua madre scoppiò a piangere, nascondendo il suo viso dietro al fazzoletto in stoffa che teneva sulle ginocchia. Fece un passo verso di lei istintivamente, ma uno dei suoi fratelli lo bloccò.
-Non avvicinarti a nostra madre, non vedi come la stai facendo soffrire?- Gli disse con severità mentre accarezzava le spalle tremanti della donna, la quale non aveva nemmeno aperto bocca, se non per singhiozzare.
-Il mio Ichiban, perché fai così? Chi ti ha insegnato tutto questo? Devo aver sbagliato qualcosa nel crescerti, perché non sei come i tuoi fratelli?- Singhiozzò lei, stringendosi di più ai suoi fratelli maggiori, i quali non lo guardavano più con dolcezza e amore come una volta. Era così confuso: non aveva fatto niente di male, e qualsiasi cosa dovesse costargli una sgridata l'aveva fatta molto lontano dai loro occhi e, soprattutto, orecchie.
O almeno così credeva.
-Pensi che siamo stupidi, Ichiban? Lo sappiamo che il tuo "amico", il capitano della Kaiou, non è venuto qua per portarti i compiti! Siete di due scuole completamente diverse, chissà cosa avete fatto quando tuo fratello è uscito dalla stanza! Sei un disgraziato, questo rovinerà per sempre la nostra famiglia!- Esclamò improvvisamente arrabbiata sua madre, alzandosi in piedi e facendo qualche passo nella sua direzione. Kita non riuscì nemmeno a vedere la mano della madre, tanto veloce l'aveva mossa, ma il bruciore sulla guancia lo sentì eccome. Si appoggiò al divano con una mano per non cadere, ancora scioccato di essere stato schiaffeggiato. I suoi non lo avevano mai toccato, preferivano la tortura del silenzio, perciò venir preso a sberle non era qualcosa a cui era abituato.
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Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?
HumorIn preparazione al loro futuro scontro con la Inazuma Japan nel Galaxy, come hanno vissuto questi undici ragazzi a stretto contatto l'uno con l'altro? La loro quiete sarà distrutta dall'arrivo di quattro allenatori, teste calde esattamente come loro...