Lo sguardo glaciale che Makari gli riservò, appena i loro sguardi s'incontrarono, gli fece rimangiare ogni singola parola fosse uscita dalla sua bocca durante quella mezz'ora che era assente. Non gli rivolse la parola dopo essersi seduto a un metro da lui, guardò solamente davanti a sé e non si mosse nemmeno quando provò ad afferrare la sua mano.
Anzi, si era mosso solo per spostare la mano.
Senguuji lo aveva preso per la maglia e lo aveva trascinato nuovamente in difesa, minacciandolo con lo sguardo, per poi tornare in porta a mettersi i guanti. Se si fosse solamente allontanato, il portiere lo avrebbe come minimo ammazzato di botte, e non ci sarebbe andato molto leggero solo perché erano amici. La sua guancia era ancora vagamente gonfia e viola, però non sembrava avergli creato troppi problemi, aveva solo applicato il ghiaccio che Yukimura gli aveva passato e se ne era rimasto fermo dove si trovava.
Un grido si alzò dalla metà campo e, sentendo il suo nome, Minamisawa alzò lo sguardo e smise di parlare con Kishibe. Il fantasma lo stava chiamando e, con ampi movimenti della mano, gli fece segno di fare qualche passo verso la sua sinistra. In quel momento si trovava quasi sulla linea di bordo campo e sentiva persino quello che gli allenatori si stavano dicendo.
Cos'aveva in mente? Se restava in quella posizione, ci sarebbe stato un enorme spazio vuoto tra lui e Kishibe!
-Fidati di me e marca il numero undici appena è nella tua zona!- Gli rispose Shuu subito dopo, come se avesse letto nel suo pensiero, e per un millesimo di secondo si chiese come diamine avesse fatto. Solo dopo si ricordò della sua natura, e gli fece l'okay con il pollice, guardando di fronte a sé e incontrando lo sguardo focoso del ragazzo che doveva marcare.
"Cazzo se sei brutto, non ho nemmeno la voglia di imparare il tuo nome." Pensò tra sé e sé quasi schifato, passandosi una mano tra i capelli e osservando i suoi compagni correre dopo la metà campo.
Si distrasse un solo secondo e, girandosi, vide proprio il famigerato undici uno sorpassarlo e dirigersi verso Mahoro. Quando era passato? Non lo aveva visto, anzi, da quanto lui sapeva non aveva nemmeno superato la metà campo! Prese un bel sospiro iniziando a sentirsi adirato e lo raggiunse con uno scatto, fino a quando non si parò di fronte a lui e lo obbligò a fermarsi per non finirgli addosso.
Si guardarono per una manciata di secondi e, con un ghigno, Minamisawa cominciò a parlare.
-Per essere un fantasma sei tremendamente brutto, ti hanno maledetto prima di morire?-
Il suo avversario si bloccò completamente, scioccato da quello che aveva sentito, e si guardò in giro per capire se qualcuno gli aveva svelato la propria natura, ma niente, quelli più vicini a loro erano a quattro metri di distanza.
Minamisawa alzò le spalle e, notandolo distratto, gli rubò con troppa facilità la palla, superandolo e seminandolo in questione di secondi. Yukimura si affiancò a lui, chiamando il suo nome, e finalmente riuscì passare la palla e mandare avanti l'azione. Il numero undici sembrava caduto in un silenzio catatonico, era fermo immobile e persino il gigante gentile che era Mahoro si era rifiutato categoricamente di avvicinarsi a lui.
-Minamisawa, come diamine hai fatto a capire che è lui il fantasma???- Gli chiese Kishibe appena si ritrovarono abbastanza vicini e il ragazzo prugna lo guardò torvo, come non avesse capito quello che aveva appena detto.
-Che intendi? L'ho detto per distrarlo, ovviamente. Hm...tranne la parte del suo aspetto, avrò gli incubi.- Rispose incrociando le braccia al petto dopo essersi sistemato i capelli.
-Tu sei davvero cretino come sembri, fattelo dire.- Sentì in risposta, ma lui fece finta di nulla e tornò a concentrarsi sugli avversari, specialmente su come Namikawa era riuscito a segnare un goal senza alcuna tecnica speciale.
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Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?
ComédieIn preparazione al loro futuro scontro con la Inazuma Japan nel Galaxy, come hanno vissuto questi undici ragazzi a stretto contatto l'uno con l'altro? La loro quiete sarà distrutta dall'arrivo di quattro allenatori, teste calde esattamente come loro...