Capitolo 10: Nuova allenatrice?!

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Avevamo detto che gli allenatori erano stati assenti per qualche giorno, vero? Beh, sfortunatamente per la squadra, non avrebbero potuto continuare ad allenarsi da soli, e il torneo si stava avvicinando sempre di più, il che significava impegnarsi come non mai per cambiare la reputazione della Resistance Japan.

O almeno, così credevano.

Il giorno in cui, finalmente, gli allenatori ritornarono, nessuno si sorprese troppo quando si resero conto che uno di loro mancava, tanto abituati erano a vederli raramente tutti insieme, ma, dopo quasi mezz'ora di allenamento, Haizaki fece la sua entrata trionfale nel campo, raggiungendo Hiroto e gli altri.

Con tre bambine. Tre bambine spaventosamente simili a lui.

-Ohi, questo qua ha trovato il modo per clonarsi, siamo fottuti all'ennesima potenza.- Disse Gomaki, nascondendosi dietro al suo fidanzato, il quale rimase fermo come se non fosse successo assolutamente nulla. –Ginjirouccio caro, tienilo lontano da me oppure avrò gli incubi.-

-Cretino, sono le sue figlie. Dovresti tornare alle elementari.- Rispose il suddetto Ginjirouccio, tirandosi solo più in su la sciarpa mentre scappava via dal ragazzo dai capelli grigi.

Vennero in seguito tutti chiamati a bordocampo e, per la felicità di alcuni e disperazione di molti altri, Haizaki decise di presentare le proprie figlie e il motivo per il quale erano presenti, quella mattinata.

-La miglior donna del mondo, la madre più spettacolare esistente e moglie perfetta oggi ha finalmente un giorno di tanto meritato riposo, perciò mi occuperò io della nostra prole. Essendo, ovviamente, le mie piccole principesse, nessuno di voi deve anche solo pensare di poterle toccare senza il mio permesso. – Disse lui stranamente fiero di sé stesso, mentre teneva due neonate contro il petto e una bambina più piccola se ne stava attaccata ai suoi pantaloni.

Che fossero adorabili, nessuno lo avrebbe mai negato, ma li stava davvero minacciando quando le bambine stesse non sembravano voler staccarsi da lui? Dai, due erano persino neonate!

Tra le risposte varie dei ragazzi, ancora confusi, nemmeno Haizaki, il quale si era voltato, notò che la più grande si era allontanata e si era fermata proprio davanti a Senguuji, guardandolo dal basso con curiosità e un pizzico di ammirazione. Il ragazzo in questione la squadrò e alzò un sopracciglio, come per chiederle se voleva qualcosa da lui, e lei sorrise solamente, attaccandosi poi a una sua gamba.

-Toh, guarda sto coglione! Senguuji, staccati da lei oppure muori e nessuno di noi ha abbastanza soldi per pagarti il funerale! Pensa a Kurosaki, sarebbe in lutto per tutta la sua vita!- Esclamò Namikawa così forte da spaventare le due neonate, le quali si misero a piangere nelle orecchie di Haizaki quasi in sincronia.

-Non sono io che mi sono attaccato, è lei che non vuole muoversi!- Gli rispose con lo stesso tono il portiere, prendendo poi la bambina per il retro del vestito per staccarla, proprio come se fosse un gatto, e la sollevò fino alla sua altezza. –Stammi alla larga, marmocchia, intesi? Non sono un'altalena.-

Kurosaki, ancora non riuscendo a capire perché aveva sentito il suo nome venir pronunciato da Namikawa, provò a calmare il suo quasi fidanzato e, con lentezza, mise la bambina per terra. Bambina che si mise seduta sull'erba del campo, continuando a guardarli con i suoi grandi occhi verdi.

-Coglione.- Disse lei con un tono di voce molto delicato, così delicato da far quasi dimenticare a tutti il significato della parola appena detta.

Un coro di "Namikawa scappa!" riecheggiò nel campo vuoto, mentre Mahoro e Gomaki facevano il possibile per trattenere il loro allenatore da uccidere uno dei loro amici, ma ormai il danno era fatto e la bambina, Ryoko, non faceva altro che ripetere quella parolaccia con felicità. Ovviamente, gli altri allenatori si godevano la scena ghignando, Atsuya un po' meno dato che le due neonate avevano preso familiarità con i suoi capelli, tirandoli il più possibile.

-Su dai, pure te hai una figlia, dovresti essere esperto!- Disse Hiroto dandogli qualche pacca sulla schiena, ridendo non appena il Killer di Orsi riuscì solo a rispondere con un verso strozzato di dolore e un "Io ne ho una, non due!". Fudou nemmeno si espresse, tanto impegnato era a filmare Haizaki che afferrava Namikawa per le spalle e lo minacciava senza nemmeno censurare le parolacce, mentre Ryoko sembrava essersi completamente innamorata di Kurosaki e Senguuji.

Solo Senguuji sembrava turbato.

-Perciò...nemmeno oggi ci alleniamo? Wow, onestamente me lo aspettavo da un raccomandato.- Disse ad alta voce Kishibe, spostandosi i capelli dalle spalle, e guardò nella direzione di Hiroto con un ghignò da bastardo stampato in faccia.

-Ah bene, perché tanto non c'era già abbastanza confusione...- Sbuffò Fudou, allontanandosi con Atsuya giusto in tempo per vedere Hiroto esplodere, quasi letteralmente.

-PUTTANA!- Gli rispose il raccomandato. –ESCI DALLA MIA VITA!-

Perciò, ricapitolando: Haizaki che rischiava di ammazzare Namikawa e che veniva "bloccato" da Kita, il quale urlava "NON OSARE NEANCHE TOCCARE L'UNICO AMICO CHE MI CAGA E CHE CONOSCO!"; Kurosaki e Senguuji che facevano da babysitter a una Ryoko molto energetica; Atsuya che stava per diventare sordo, non riuscendo a calmare le due neonate; Hiroto e Kishibe che erano sul punto di pigliarsi a cazzotti, mentre il resto della squadra mangiava dei marshmallow cucinati su chissà quale fiamma nel centro del campo.

Diciamo che quella non era la scena a cui Akane voleva assistere, quella mattinata. Aveva raggiunto il campo perché suo marito si era dimenticato letteralmente tutto, dal passeggino al portafoglio, per non parlare dei pannolini, e poi voleva vedere se sarebbe riuscito a sopravvivere tutta la giornata con le loro tre figlie, ma, a quanto pare, non ci sarebbe riuscito.

Con un sospiro, si avvicinò ad Atsuya e prese le due piccole in braccio, le quali si calmarono subito riconoscendo la madre, e tornarono a sonnecchiare beate come non mai. Fudou e Atsuya la salutarono tranquillamente, ormai consci che sarebbe finita molto male la situazione, se Haizaki non si fosse reso conto che la sua mogliettina era arrivata e pronta a prenderlo a calci.

Nah, volevano vedere cosa sarebbe successo, in fondo.

-Mamma!- Urlò Ryoko, staccandosi frettolosamente dai due ragazzi per raggiungerla e attaccarsi a lei, parlando a vanvera di chissà quale argomento. Probabilmente nemmeno lei la stava ascoltando, le sorrideva e annuiva ogni tanto. Dopo quello che sembrò un'eternità, Akane posò le neonate nella carrozzina e diede il compito di tenerle tranquille e sotto controllo a Fudou, il quale si mise dritto come un soldato ed esclamò persino un "Sì signora!". Non che Atsuya gli fu molto lontano, dato che Akane prese in braccio Ryoko e la posò tra le sue braccia, dicendogli di tapparle le orecchie e togliere le mani solo quando lei lo avrebbe detto.

Inutile dire che Haizaki era morto, e questo lo avevano capito tutti. Ma proprio tutti tutti.

La donna pattò un momento la spalla di Haizaki, e lui si girò, bloccandosi completamente quando riconobbe il viso tanto famigliare della sua amata, mettendo persino per terra un Namikawa terrorizzato. Kita lo mandò beatamente a fanculo e trascinò il ragazzo da gli altri, continuando ad imprecare.

-Perciò...posso spiegare.- Provò a scusarsi l'uomo, mettendo una mano tra i capelli, ma lei alzò solamente un sopracciglio.

-Vuoi davvero dirmi che questo è il modo in cui allenate questa squadra? Fate pena Ryouhei, dovrò avvisare Nosaka, lui ha riposto molta fiducia e soldi in voi.- Disse lei quasi freddamente, come se stesse parlando con un sottoposto chiunque, per poi incrociare le braccia al petto e fissarlo mentre aspettava una risposta.

-Ci stiamo lavorando su! Non è colpa nostra se loro sono...ragazzi difficili!-

Akane sospirò e si passò una mano sugli occhi, borbottando qualcosa sottovoce, per poi prenderlo per l'orecchio e trascinarlo verso le panchine. Qualsiasi parola che usciva dalla sua bocca fu prontamente eliminata dal cervello della donna, esausta come non mai, e lo fece sedere. Si mise infine a scrutare tutti e quattro gli allenatori, quasi più freddamente della temperatura dell'Hokkaido, fino a quando non si decise a parlare.

-Oggi alleno io, e non accetto discussioni. Il primo che si alza sarà anche il primo a diventare paraplegico, intesi?-

La squadra, anche se stranita, sembrava preferire di gran lunga un allenamento condotto da qualcuno che, effettivamente, se ne intendeva. Cosa sarebbe andato storto?

Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora