Capitolo 32: La fine di qualcosa di fantastico

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-Ancora non ci credo, siamo riusciti a vincere una partita, è la prima da quando abbiamo formato questa squadra.- Disse Kurosaki perso nei propri pensieri mentre cercava il cambio di vestiti nel borsone. –Dovremo festeggiare!-

-Farai bene a crederci, biondino, perché il sottoscritto Namikawa Rensuke segnerà così tanti goal da entrare nella storia!-

L'intera squadra si girò verso il pirata e si alzò un coro di urla, era ancora da capire se stavano cercando di adularlo o semplicemente erano troppo sconvolti per dire qualcosa. Se ne stava in piedi su una panchina come sua mamma lo aveva fatto, privo di protezioni mentre continuava a raccontare le sue gesta...eroiche? Aveva segnato dodici goal, va bene, ma da come la raccontava sembrava avesse domato il kraken!

-Okay, siate sinceri. Chi gli ha allungato qualche sostanza stupefacente?- Chiese Hakuryuu senza smettere di fissarlo e Shuu nemmeno si sentì in dovere di sentirsi geloso, quel dannato ragazzo aveva un fisico della madonna.

-Io penso sia stato Mahoro, è tutta la giornata che non apre bocca!- E, con un gesto secco, Minamisawa lanciò il flacone di mousse per capelli dritta in faccia del mago della squadra, il quale rimase fermo dove si trovava a registrare quello che era appena successo. Gli avevano...appena lanciato qualcosa in faccia e lo avevano incolpato per qualcosa che non aveva mai fatto?

Mahoro vide solo rosso.

Nel giro di mezzo secondo, Senguuji dovette spostare di peso Yukimura dalla traiettoria di Minamisawa, il quale era stato lanciato con facilità dall'altra parte dello spogliatoio. Un po confuso, Yukimura si girò verso il più alto per chiedere informazioni, ma lui solamente negò con la testa e tornò ad asciugargli i capelli.

"Non possiamo cambiarci in tranquillità, per una volta??? Dobbiamo sempre ucciderci a vicenda!" Esclamò il portiere nella sua testa, scompigliando i capelli a Yukimura per avvisarlo di aver finito, e il più basso, dopo averlo ringraziato, corse tutto contento al prossimo che avrebbe dovuto sistemargli i capelli gonfi, altresì noto come Kishibe.

Quel ragazzo doveva farsi asciugare e sistemare i capelli da due persone diverse dopo essersi fatto la doccia, e Senguuji pensò perché gli piacesse quando le persone si prendevano cura di lui.

-Hai un debole per Yukimura, per caso?-

Senguuji si girò verso la sua destra e sorrise vedendo Kurosaki che provava a dividersi quella cascata di capelli che aveva, perciò gli diede una mano. Toccargli i capelli era sempre qualcosa che amava fare, a volte si chiedeva come riuscisse a mantenerli così morbidi e privi di nodi, ma anche lui non era messo molto meglio, era tanto se li pettinava prima di uscire da casa.

-Probabilmente, mi si attacca sempre addosso e mi sembra quasi di dover occuparmi di un bambino.- Sospirò mentre gli asciugava i capelli con cura, per poi scoccargli un bacio veloce sulle labbra mentre era distratto. Si fece subito serio.

-Piuttosto, te...sicuro di stare bene? Si sono mossi, alla fine.-

Kurosaki non aprì la bocca, ma poteva capire dalla sua espressione pensierosa mentre si osservava allo specchio che no, non stava bene.

-E' stato un po' scemo da parte mia pensare che me l'avrebbero fatta scampare. Sono un minorenne, e una cosa del genere nuocerebbe all'immagine della famiglia. Dovrei forse ritornare..-

L'unico rumore che si sentì nello spogliatoio, improvvisamente silenzioso, era il phon cadere per terra. Il portiere fece girare il fidanzato verso di lui e posò le mani sulle sue spalle, guardandolo negli occhi provando a capire cosa diamine intendeva.

Tornare dalla sua famiglia? Era per caso impazzito?!

-Yamato, non posso scomparire nel nulla e aspettarmi di vivere come un principe per il resto della mia vita, sono scappato di casa e, anche se la polizia non mi cerca, non significa che i miei hanno smesso di farlo. Potrebbero denunciare tuo padre per rapimento di minore e, da quanto ne so, quello lo manderebbe seriamente in carcere.- Disse tutto d'un fiato senza smettere di guardarlo, come se, oltre a spiegare qualcosa, stesse cercando di auto-convincersi.

-Ma chissà cosa ti faranno appena rimetterai piede là dentro! La dottoressa Miyano si sta già occupando della faccenda con i piani alti, e sai benissimo che mio padre è coinvolto, se aspettiamo ancora un po' sono sicuro che la situazione si risolverà e—

-E cosa?! Finirò in un orfanotrofio temporaneamente, mentre aspetto di raggiungere la maggior età per andare a vivere da solo?! Sei troppo positivo, devi vedere le cose come stanno! Te l'ho detto, no?! La mia famiglia è molto benestante e si sono fatti un nome, a questo punto, farebbe male a loro e mi ritroverei a essere additato come la causa del loro fallimento! Non posso...non posso lasciare tutto così!- Rispose con rabbia, facendo un passo indietro per mettere dello spazio tra lui e Senguuji, il quale stava facendo il possibile per non esplodere e urlargli contro, oltre a trovare una soluzione.

-Non puoi vivere così, parli come se fossi solamente della merce di scambio. Cosa dovrei dirti, allora?! Sposami, diventa un Senguuji e così non potranno perseguitarti!-

Kurosaki si bloccò e lo guardò quasi torvo, stringendo forte i pugni. Quella soluzione non aveva davvero senso, erano entrambi minorenni e non potevano sposarsi, come poteva anche solo pensare di poter risolvere quel pasticcio in quel modo?!

-Oh, perciò vuoi tornare dalla tua famiglia, ora?! Tutto quello che è successo, quello che ti ho detto non ha la minima importanza ora?! Te l'ho giurato dal primo giorno che non ti avrei permesso di ritornare là dentro!- Iniziò ad urlare Senguuji, allontanando Hakuryuu e Gomaki con uno strattone. Ormai si era incazzato, non sarebbero riusciti a calmarlo nemmeno in dieci anni.

-Quella sera mi avevano insultato, avevano detto che avrei dovuto morire, non stavo bene con la testa e ti ho creduto! Siamo dei ragazzini, le tue erano promesse vuote che hai mantenuto per metà! Come...come puoi essere così certo che io ricambi i tuoi sentimenti fino a quel punto?!-

Quello...quello Kurosaki non avrebbe dovuto dirlo.

-RAGAZZI!- Li bloccò Hakuryuu, allontanandoli l'uno dall'altro mentre li guardava. –State calmi, capisco che non siete in una buona situazione, però non mi sembra il caso di urlarsi contro!-

-Nono, il genio qua ha ragione, facciamolo tornare in quella cazzo di famiglia abusiva, probabilmente gli piaceva pure! E sai una cosa, Kurosaki?- I loro sguardi si incrociarono per la prima volta in quella che sembrava un'eternità, e il più basso non sapeva nemmeno perché si sentiva così in colpa e fuori di sé, perché aveva dovuto aprire la bocca?!

-Abbiamo chiuso. Fila da casa mia.- E, detto quello, il loro portiere afferrò il borsone e uscì dallo spogliatoio dopo aver sbattuto con forza la porta. Non importava quanto il suo migliore amico lo chiamasse, non lo avrebbe ascoltato, e, non appena seduto nella macchina di suo padre, fece segno all'autista di tirare su il vetro divisore, lasciandosi finalmente andare.

Pianse fino a far singhiozzare e non riuscire a respirare, non uscì dalla vettura neanche quando arrivarono a destinazione, si rese conto solamente di ritrovarsi fuori dalla macchina appena suo padre lo raggiunse, accarezzandogli la testa e le spalle con gentilezza.

La sua stanza, ormai piena di così tanti ricordi e bei momenti, in quel momento gli sembrava l'inferno sceso in terra.

Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora