Capitolo 23: Nuvoletto e Leopardo

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-Perciò, quel che stia provando a dirci, è che sti due hanno iniziato a scriversi su un'app per conoscersi e si sono successivamente messi d'accordo per incontrarsi, ma si sono riconosciuti dopo mezz'ora pur avendo le foto l'uno dell'altro?-

-Hai dimenticato dei nomi falsi che si sono dati.-

Makari si passò una mano sul viso, improvvisamente riconoscendo il buon cuore del loro capitano e di quanto facesse da padre alla squadra. Era davvero così strano che avesse fatto una cosa del genere? Non proprio.

-Cosa possiamo farci, Makari? Se Shirosaki è nostro padre, significa che è stato un single dad per troppo tempo e deve tornare a sentirsi giovane, o cazzate simili.- Finì di spiegare Kitaki, bevendo un sorso del suo cappuccino. Seduto, o meglio sdraiato con la testa sulla sue ginocchia, si trovava Yukimura, il quale era scoppiato a piangere il momento in cui lo aveva visto e si era rifiutato categoricamente di lasciarlo andare, dicendo "SE TI LASCIO POI SCOMPARI DI NUOVO E IO SONO AL MIO LIMITE".

Nel frattempo, i due piccioncini ritrovati erano scomparsi nel nulla e Kitaki non sapeva se avrebbe potuto fidarsi di quello sgorbio color indaco che non ci aveva pensato due volte a squadrare il capitano dalla testa ai piedi come se fosse scioccato.

"Per il bene delle sue rotule, gli conviene essere sorpreso di ritrovarsi davanti a un mega fusto come lui." Pensò un po' stizzito, mentre passava le dita tra i soffici capelli del ragazzo sulle sue gambe, il quale aveva gettato via ogni singolo grammo di imbarazzo per godersi qualche minuto di pace.

Gli era mancato Yukimura, che senso aveva negarlo? Chi si sarebbe attaccato al suo fianco alla fine di ogni allenamento e lo avrebbe quasi pregato di portalo in città per vedere i gattini in vendita nel negozio in cui avevano lavorato per qualche mese? Nessuno, quella era la risposta, nessuno sarebbe mai e poi mai riuscito a occupare il posto del ragazzo dai capelli blu, non dopo tutto quel tempo che ci aveva messo per crearsi un posto d'onore nel cuore di Kitaki. Ancora si ricordava il momento in cui il più basso dei due aveva deciso di raccogliere tutto il suo coraggio e confessarsi, regalandogli in successione persino un gattino che era riuscito a comprare con i suoi pochi risparmi.

Ed ora eccoli là, sei mesi e tanti problemi dopo, nessuno dei due sembrava voler lasciarsi e Kitaki non poteva essere più felice di così.

-Toh, guarda un po' chi è arrivato...- borbottò Makari dopo aver nascosto il viso dietro al menù, guardando in giro mentre provava a non farsi notare.

Chi gli avrebbe detto che i suoi capelli si vedevano da chilometri?

Kitaki nemmeno alzò lo sguardo dal viso sereno del fidanzato, sapeva già chi intendeva Makari, era tutto il pomeriggio che ne parlavano e, fortunatamente, il ragazzo dai capelli bianchi riusciva a capire chi arrivava alle sue spalle.

-Kishibe Taiga. Siediti pure.- Disse solamente mentre tornava a sorseggiare la sua bevanda ormai tiepida, e Kishibe non se lo fece ripetere due volte. Prese il posto di Makari, il quale sembrava aver visto un mostro e si era schiacciato alla finestra, quasi terrorizzato. I due ragazzi si sfidarono con lo guardo per una manciata di secondi, come per capire cosa avrebbe detto l'altro, però furono interrotti da Shirosaki, il quale tornò al tavolo con due tazze fumanti in mano e i capelli scompigliati.

Una volta seduto accanto a Kishibe (ormai il terzo ragazzo si era messo il menù in faccia e si rifiutava di toglierlo), Kitaki iniziò a parlare con un tono il più delicato possibile, svegliare Yukimura non faceva parte delle opzioni.

-Casomai tu dovessi far male o usare Shirosaki, sarò il primo a scorticarti vivo, e posso giurarti che ti butterò nell'umido. Non mi fido di te, sei troppo...falso, si vede.- Disse e Shirosaki dovette trattenere il ragazzo dai capelli indaco da malmenare Kitaki, scattato in piedi con uno sguardo omicida negli occhi.

-Come osi?! Non ti ho fatto letteralmente nulla di male!- Esclamò in tutta risposta, ma il ragazzo dai capelli bianchi ci mise ben poco a tappargli la bocca con le mani e indicare il ragazzo ancora magicamente addormentato su di sé.

Il messaggio era chiaro: se Yukimura si fosse svegliato per la loro litigata, di Kishibe sarebbe stato solamente un lontano ricordo.

-Infatti era un avvertimento, ti consiglio di seguirlo se vuoi passare più tempo possibile con Shirosaki, intesi?- Finì di dire con un certo tono di superiorità, e Kishibe si ritrovò ad annuire ancora prima di poter contestare quel appena detto.

Finalmente Shirosaki riuscì ad alleggerire la tensione, passando un bel tazzone di cioccolata calda al suo compagno e osservandolo con interesse mentre provava a bere il liquido senza scottarsi la lingua. Ogni tanto gli spostava i capelli dal viso o gli lasciava un buffetto sulla guancia, e Kitaki non aveva mai sperato così tanto di dimenticare una scena del genere. E poi si ricordò di Makari.

-Ohi, perché ti nascondi così? C'è il tuo ex?- Chiese guardandosi in giro e il ragazzo in questione indicò un gruppetto di ragazzi appena fuori dal locale. Erano appoggiati a delle ringhiere e parlavano tranquillamente, poteva vedere benissimo due coppiette restarsene attaccate per non soffrire troppo il freddo, specialmente un tizio dai capelli grigi stava infilando i propri guanti a un ragazzo più basso, per poi prendergli entrambe le mani e metterle nelle tasche della propria giacca.

In una parola: smielato.

-N-non è il mio ex, cretino.- Rispose sottovoce, e provò a seguire il suo sguardo, non riuscendo però a capire cosa diamine non andasse con il compagno. –C-c'è quel gnocco assurdo del mio fidanzato in jeans attillati, stivali e maglia a collo alto. Sto un po' morendo, Tsuneo, pensavo fosse logico.- Continuò mentre nascondeva il viso nella sciarpa.

Eh? Makari era fidanzato? E da quando????

-Oh mio dio, Tsuneo, c'ha persino i capelli legati in una coda bassa, sto morendo, questa deve essere la fine perché se no non mi spiego tanta gnoccaggine in una volta sola!- Esclamò ad un certo punto, dando una testata al tavolo e singhiozzando a momenti, per lo stupore dei tre presenti. La situazione, oltre a star degenerando, li metteva un po' a disagio, e non sapevano se sarebbe stata una buona idea mandarlo finalmente dal suo fidanzato o lasciarlo con loro a morire.

Optarono per la prima.

Shirosaki, dopo aver chiesto cortesemente a Kishibe di alzarsi per fargli spazio, prese il difensore della Resistance Japan per il collo del maglione e lo trasportò fuori dal locale con una nonchalance che solo lui poteva avere.

Sentì solamente il nome del suo amico venir storpiato in maniera terribile e un urlo, seguito a ruota dall'intero gruppetto che esultava come non mai. Gettò un momento lo sguardo fuori dalla finestra e sorrise vedendo Makari stretto con forza a quello del colosso che gli stava accanto, quasi inglobandolo completamente.

-Sono disgustosi insieme, vero?- Disse Yukimura ancora mezzo addormentato, aprendo di poco gli occhi e nascondendo subito dopo il viso nel suo stomaco. Kitaki sorrise e continuò ad accarezzargli i capelli, provando a svegliarlo con delicatezza, e annuì solamente alla domanda.

-E meno male che non li vedi in doccia...-

Meno male

Oasis - Cosa fa la Resistance quando non è in campo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora