La cena

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Non siamo noi se di consueto non veniamo svegliate dalla suoneria del cellulare, che non smette incessabile di suonare. Riconosco dalla suoneria che non è il mio, ma bensì quello della mia ragazza.

- Lise, che me dici di rispondere?- domando per ricevere in risposta dei piccoli mugugni.

Le sposto una ciocca di capelli dal viso e riprovo a chiamarla

- Amore, ti sta suonando il cellulare...- vengo interrotta dalla sua voce impastata dal sonno - lascialo squillare- per poi ritornare a dormire beatamente sul mio petto.
Lentamente mi sposto verso il comodino per leggere il nome e sbianco
- Amore è tua madre, dovresti rispondere, sai com'è...non vorrei- dico constingendola a svegliarsi, lei risalta e svelta risponde al telefono

- Pronto mamma- afferma impanicata

- Cosa? Sono le 17? Ah si è che ci siamo fermate a fare una passeggiata e...- noto che è particolarmente in difficoltà e cerca aiuto facendomi segnale con gli occhi

- Si lo so che sono in punizione...è che il telefono era in silenzioso per via del lavoro di oggi...guarda ci stiamo mettendo in macchina e sono di ritorno- parla annuendo in senso di consapevolezza

- si mamma, sto tornando e si la cena è confermata...ciao- risponde per poi attaccare immediatamente.

Lancia il cellulare sul letto e si lascia cadere tra le mie braccia

- ha creduto alla storia?- domando per capirci qualcosa in più, lei sposta il suo sguardo sul mio
- secondo te ci crede?- domanda ironica, - è bello sperarci- ribatto con lo stesso tono - si ma non devi illuderti- finisce per poi scoppiare entrambe in un risata. Pochi secondi dopo scatta in piedi e inizia a raccogliere i vestiti in giro per la stanza
- Sono stanca di doverci nascondere...-  dice dandomi le spalle, io mi alzo e l'abbraccio da dietro dandole un leggero bacio sul collo
- Amore non ci stiamo nascondendo...stiamo solo evitando di farlo in pubblico, nel senso non stiamo nascondendo la nostra relazione.- dico ridendo, lei si volta cercando di nascondere la risata
- dico che sono stanca di dover inventare scuse a mia madre per passare del tempo con te...- borbotta, la guardo stranita - che c'è?- domanda confusa  - niente...e che tempo fa dicevi che ci saremmo dovute nascondere e ora ti secca inventare una scusa per tua madre...è un cambiamento radicale te ne rendi conto?- rispondo scoppiando a ridere.
Lei rompe l'abbraccio con finto fare da offesa - E quindi? Non posso cambiare opinione? Ti ho già chiesto scusa...- dice incrociando le braccia al petto, mi avvicino e le stampo un bacio sulla fronte
- lo so...ti sto perculando- lei mi spintona divertita per poi riprendere a vestirci.

••••

- Allora ci vediamo stasera...mi raccomando- mi raccomanda prima di farmi uscire dall'auto
- Si alle nove sono davanti casa tua tranquilla...- le rammento sorridendo leggermente - ah un altra cosa...Come devo vestirmi? Cioè devo essere elegante questo lo so...però che ne so...ci sono dei colori che non le piacciono, qualche completo particolare...- lei mi zittisce sporgendosi nella mia direzione e baciandomi - Come ti vestirai stasera sarà indifferente...perché sei tu che non le piaci, non il tuo completo.- Afferma ironica - Si devo dire che sei molto incoraggiante...grazie per l'aiuto- rispondo utilizzando il suo stesso tono -lieta di esserti d'aiuto- risponde - a più tardi- concludo per poi chiudere la portiera e vederla andare via.

••••

- Alex sei pronta?- domanda mia madre dal piano di sotto
- Si, un attimo e scendo- rispondo concludendo il nodo della cravatta.
Prendo il cellulare e scendo.
In soggiorno trovo mia mamma, indossa un tubino nero e di fianco mio padre che indossa un completo blu. Mia madre mi guarda e storce il naso - non è esagerato mettere la cravatta? Siamo a Giugno non fa un po troppo caldo?- fulmino mia madre con lo sguardo - mamma sto sudando freddo, ti assicuro che il problema non è la cravatta...- lei mi si avvicina e mette una mano tra i miei capelli sistemandoli leggermente, mi rivolge un sorriso e poi parla - va bene, tutti in macchina dai- usciamo di casa e ci infiliamo in auto, dopo pochi minuti mio padre prende la parola - Tu sai che lavoro fa sua madre?- rifletto un po e rispondo - no...so solo che spesso si trova fuori per lavoro, a volte anche per lunghi periodi- lui ridacchia - Si chiama Lorna Sanders, ha ereditato l'agenzia di moda dal padre, dire che ha più soldi che altro non è falso- anche mia madre lo guardo confusa- e tu come lo sai?- - sono stato al college con suo marito Harold, poi lui ha conosciuto questa Lorna e si è trasferito. Ci siamo incontrati altre due volte negli incontri degli ex alunni e lì l'ho conosciuta di persona- annuisco - sai perché si sono separati?- domando -no, perché? si sono separati?- mi domanda confuso - penso...lei mi ha detto che vive sola con la madre - non finiamo il discorso che siamo già arrivati a destinazione. Il cancello si apre al nostro cospetto e parcheggiamo l'auto all'interno.
Guido i miei genitori all'ingresso e suono il campanello. Passano pochi secondi che vediamo la porta aprirsi, davanti a me c'è Lise vestita con un abitino azzurro stupendo, dietro di lei spunta la madre con uno sguardo da finta buonista in volto, prede la parola - prego accomodatevi- facendo segno con il braccio. Faccio passare avanti i miei genitori per poi passare io, ma Lise, che finora non ha proferito parola mi blocca mettendomi una mano davanti al petto. La guardo confusa - mamma, signori River...vi raggiungiamo subito. Nella mia auto c'è una cosa che Alex ha scordato... - dice tirandomi giù dalle scale d'ingresso. La seguo fino alla sua auto - che ho scordato?- in risposta mi si butta al collo e inizia a baciarmi, non mi oppongo e ci baciamo per diversi secondi.  - avevi scordato questo...- dice staccandosi, le sorrido come un ebete - ah amore la cravatta a Giugno? - domanda divertita, che hanno tutti contro la mia cravatta? - che ha che non va?- lei mi ride a fior di labbra - che ne dici di toglierla? Stai meglio sensa secondo me - la bacio a stampo - anche secondo me stai meglio senza vestito, ma mi sto dando un contegno a differenza tua...- scherzo - dai magari più tardi riesco ad accontentarti...- mi risponde mordendosi il labbro - ti prego non facciamo cazzate - la supplico mentre tolgo la tanto odiata cravatta. Mentre ci avviamo verso l'ingresso le mi da un portachiavi - se chiedono hai dimenticato questo- annuisco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2021 ⏰

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