Lo scontro

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Il suo corpo aderisce perfettamente alla mia schiena, inizia a dare dei leggeri baci sulla nuca, sono incastrata tra lei e la porta, con la mano sposta la mia mano dalla maniglia e mi fa ruotare, mettendoci faccia a faccia, le sue labbra annullano le distanze, lei prova ad approfondire il bacio, ma io resto impassibile in tutta risposta mi morde il labbro inferiore, le mie mani sono sui suoi fianchi, ma non mi muovo, non posso cascarci di nuovo, lei ferma il bacio e mi guarda triste,
- non mi piace giocare... fammi tornare a lavoro- mi scanso ed esco, ma appena faccio ciò un pugno mi colpisce in pieno volto, cado in ginocchio con il naso sanguinante, davanti a me c'è Lucas,
- ti avevo avvertito - grida prima di saltarmi addosso, visto l'orario i film sono finiti e tutte le persone iniziano a riversarsi nella sala, facendo ciò però assistono alla scena.
Io e Lucas ce le stiamo dando di santa ragione, io sono sopra di lui e lo sto colpendo in volto ma lui è nettamente più forte di me e capovolge la situazione, ho le braccia davanti al volto per proteggermi dai colpi, poco distante da noi c'è Lise che urla e piange, il dolore si sta espandandendo ovunque, devo porre fine a tutto ciò, provo a dileguarmi ma è invano, lui sta per assestare un ultimo colpo, probabilmente quello del k.o.
Istintivamente gli tiro una ginocchiata nei gioelli di famiglia e lui si blocca cadendo su un fianco dolorante, non sono più in me, mi lancio su di lui, i pugni in volto sono innumerevoli come i calci, le mani mi fanno male ma non mi importa, sento le sue urla di dolore, ma più si fanno forti più continuo. Tutto il nervoso accumulato in questi giorni sta trovando il suo sfogo, di forza qualcuno mi stacca dal corpo di Lucas, quel qualcuno è mio padre seguito da mia madre, mio padre mi blocca le braccia dietro la schiena e posso notare steso a terra il corpo inerme di Lucas, ha graffi ed ematomi ovunque e perde sangue dal naso e da altri punti del volto.
Alzo lentamente lo sguardo e vedo le faccie sconvolte delle persone presenti nella stanza, sposto lo sguardo a destra e noto la faccia di Lise intrinsa di lacrime, è totalmente sconvolto. I suoi occhi spenti mi farmi ritornare alla realtà, inizio a sentire le urla delle persone e le grida dei miei genitori, mia madre mi prende il volto tra le mani è molto arrabbiata, ma anche molto spaventata,
- che ti è saltato in mente?- chiede con il fiato rotto, ma non mi interessa, cerco nuovamente lo sguardo di Lise, ma lei è in ginocchio vicino a Lucas, una coppia di cinquantenni entra nella sala di corsa, la signora piange e il signore sta urlando il nome del ragazzo steso a terra, sono seguiti da degli infermieri che subito circondano Lucas, un terzo infermiere si avvicina a me
- dobbiamo controllarti - dice, lo seguo insieme a mia madre, mentre mio padre va a discutere con il padre di Lucas.
Mentre l'infermiere mi visita mia madre inizia a farmi la ramanzina
- che cosa ti è saltato in mente, hai quasi ucciso quel ragazzo!-
- ha iniziato lui - ribatto ma non mi fermo e continuo - lui mi ha tirato il primo pugno, se non avessi reagito adesso io sarei in nella sua condizione! È la quarta volta che prova a picchiarmi,  una volta che a farlo sono io invece è sbagliato. Lui è Lucas Golder ,il migliore, il ragazzo perfetto. Io invece sono una nullità, sono sempre una seconda scelta, mai una prima. A beccarmi le punizioni sono sempre io, mai chi realmente ha la colpa e sono stanca!- sbraito,mia madre resta in silenzio e  dopodiché lascio l'infermiere a fare il suo lavoro.
Ho bende sul volto e sulle mani, fortunatamente non ho niente di rotto, a differenza di Lucas che ha 2 costole rotte, una spalla lussata, il naso ed entrambi gli zigomi rotti.
Sono seduta da sola su una barella dell'ambulanza, i miei genitori sono a discutere con quelli di Lucas, guardo il pavimento, mi sento distrutta, non ero in me è questo mi fa paura. A distogliermi dai miei pensieri è uno schiaffo ,mi tocco la zona interessata con una mano e alzo lo sguardo, davanti a me c'è Lise, mi guarda delusa e disgustata
- mi fai schifo...- queste sono le parole che escono dalla sua bocca,
- mi faccio schifo anche da sola, non c'è bisogno di infierire- rispondo abbassando di nuovo lo sguardo, pensavo che lei se ne stesse andando ma invece mi si siede accanto.
- avresti potuto ucciderlo - dice con una voce spenta
- lo so...- sospiro
- la verità è che sono stufa di quelli come lui... fin da piccola quelli come lui mi prendevano in giro. Lui in quel momento era come la mia valvola di sfogo, non ero in me- continuo, lei mette una mano sulla mia delicatamente,
- mi sento in colpa- mi confessa, mi volto e la guardo
- perché? Non devi è colpa mia e sua, di nessun altro- rispondo sicura, lei fa un sorriso amaro
- è colpa mia se tutto questo sta succedendo...non mi doveva passare neanche la possibile idea di interessarmi a te- quelle parole sono come coltellate per me, una lacrima scappa dal mio controllo,
- tu mi piaci dalla prima volta che ti ho visto, non penso che ti saresti liberata di me tanto facilmente...- le confesso, lei mi guarda e asciuga la lacrima.
- forse è meglio restare amiche...- dice alzandosi e andandosene.
In un giorno ho perso la ragazza che amo, l'ho riconquistata e l'ho ripersa, dopo aver picchiato il suo ragazzo fino a fargli perdere i sensi, sono una campionessa nel rendermi la vita infelice.

La ragazza di crush ~lesbian~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora