Il preside

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Il sapore delle sue labbra mi mancava, provo dei brividi assurdi, lei ricambia subito il bacio, ha qualcosa di possessivo, mi spinge sul letto e si posiziona sopra di me, il bacio si fa più intenso, le sue mani stringono la mia maglia e le mie invece sono sul suo volto, non voglio staccarmi. Il tutto inizia ad essere molto passionale, le mie labbra si spostano sul suo collo e anche le sue sono intente a baciare il mio, sposto le mani sotto la sua maglia, ha la pelle d'oca e tutto ciò mi eccita, lei alza la mia maglia fino a sotto il seno e inizia a lasciare piccoli baci. Le mie mani adesso scendono sotto la sua gonna corta e scorrono tra le sue cosce e i suoi glutei , toglie del tutto la mia maglia, adesso inizia a baciarmi in mezzo al seno, la amo ne sono sicura, le alzo il viso e la bacio.
- ti amo- le sussurro sulle labbra, lei in risposta mi bacia e non potevo riceverne una migliore. Inverto i ruoli ,ora con la mano inizio a stuzzicarle il clitoride, lei si toglie la maglia permettendomi di baciarla sotto il seno,è tutto perfetto,
- Alex sono a casa- la voce di mia mamma proviene dal piano inferiore, ci ricomponiamo all'istante, e qualche secondo dopo mia madre sbuca dalla porta. È già la seconda volta che ci interrompe,che rottura di palle...
- ah ciao...Lise- saluta facendo fatica a ricordare il nome, - cosa ci fa lei qui?- mi domanda curiosa mia mamma
- stiamo facendo un lavoro che dobbiamo consegnare a scuola -  spiego, lei annuisce - comunque hai la maglia alla rovescia, fai sempre brutte figure...- dice andandosene dalla stanza e chiudendo la porta.
Sentendo quelle parole porto i miei occhi alla mia maglia e noto le cuciture interne messe in bella mostra, Lise sta ridendo sotto i baffi ma appena levo la maglia smette.
- potevi avvertire...- dice voltandosi
- sei seria?- domando divertita rimettendo la maglia, lei si volta e mi guarda imbarazzata, la ammiro in tutto il suo splendore, ha una gonna a vita alta e corta di colore nero e una camicetta bianca infilata dentro.
- lo sai che sei bellissima...-  più che una domanda è un affermazione e le sue guance si colorano di un rosso intenso
- perché ti imbarazzi?- chiedo - non che mi dispiaccia cioè adoro quando arrossisci...ma- vengo interrotta dalle sue labbra, ha annullato le distanze tra noi,
- era- dice dopo avermi baciato per poi baciarmi nuovamente - meglio- interrompe il bacio nuovamente e ricomincia - che - continua facendo lo stesso di prima- facevamo - il bacio stavolta è più lungo - da me- finisce dopo avermi dato un ultimo bacio, fa per allontanarsi ma la riattiro a me bloccandola dai fianchi.
- ti amo- dico per poi mordendole il labbro inferiore - potrei abituarmi a sentirtelo dire - dice sorridendomi sulle labbra,
- io invece potrei abituarmi a studiare letteratura, però solo se ci sei tu...- ribatto scherzosa baciandola all'angolo della bocca,
- è ancora valida la possibilità di mangiare qualcosa?-  domanda storcendo la bocca e prendendo le mie mani nelle sue, - se mi prometti che domani torni a casa con me ti offro sia la cena oggi che il pranzo domani- propongo allacciando le sue braccia al mio collo.
- non hai risposto alla mia domanda- risponde facendomi la linguaccia,
- neanche tu alla mia- rido bacindola sulle labbra
- se dico di si resto anche per cena?- mi domanda staccandosi dal bacio
- se dici di si ti compro la pizza - le rispondo facendo la finta seria
- sei in punizione- puntualizza lei,
- la farò portare qui...- rispondo alzando le sopracciglia,
- ci sto- risponde baciandomi
- per convincerti dovevo comprare la pizza?- domando staccandomi dal bacio che era diventato più intenso, lei scuote la testa e parla - mi avevi già convinto, ma la pizza è la pizza- risponde con il sorriso sulle labbra.
- andiamo in cucina a mangiare qualcosa - la incito io slegandomi dal nostro abbraccio. Lei mi segue giù per le scale e sul divano troviamo mio padre - ciao Ragazze- saluta lui, Lise ha gli occhi spalancati, pensavo che al cinema lei avesse capito che mio padre fosse il preside.
- ciao papà lei è- provo a intervenire ma lui mi interrompe - Watson, la conosco già tranquilla -ah ok- dico trascinando per un braccio Lise in cucina.
- allora mi ero dimenticata questo piccolo dettaglio...- provo a spiegare ma vengo nuovamente interrotta - dovrei cenare con il preside?- domanda con la bocca spalancata, rifletto un attimo e poi rispondo - no...potremmo cenare nella mia stanza-
Lei sbuffa e si siede su una sedia, prendo dei panini e la nutella dalla credenza e li poggio sul tavolo
- ti piace?- domando con sguardo interrogativo. Lei annuisce ma ha lo sguardo distante, mentre faccio i panini la osservo, che ha? È così perché ha incontrato mio padre?
- hey...- la distraggo dai suoi pensieri, lei alza il viso, è triste ma bellissima, le passo il panino e lo afferra senza tanta voglia,
- che hai?- domando preoccupata, lei fa incrociare i nostri sguardi e mi sorride, ma è un sorriso amaro.
-Stavo pensando...- risponde
- a cosa?- domando posando la mia mano sulla sua, lei è un po tentata di restare in silenzio, lo capisco dai suoi movimenti, ma poi parla anzi bisbiglia più che altro
- stavo pensando a noi...- noi? NOI? non ci credo - io ho paura...Ma come ti ho già detto, solo il pensiero di stare lontana da te mi uccide, in questi giorni ti ho odiato per quello che hai fatto a Lucas...Ma ti ho odiato ancora di più perché mi mancavi ed ero in pensiero per te, perché non sapevo come ti sentivi, come stavi, e il mio dubbio più grande era se tu durante questi giorni pensavi a me o no... e anche solo il pensiero che non ti potesse importare niente di me mi faceva stare male, non mi crederai ma non vado a trovare Lucas da tempo. È come se lui non sia più importante per me. - conclude, wow io sono con la bocca semi aperta e ho un espressione stupita, si quelle parole mi hanno stupito, nessuno aveva mai detto qualcosa del genere alla qui presente Alex River,
- torni a sorridere se ti dico che sei il mio pensiero fisso da quando ti ho conosciuto?- domando addentando il panino e cercando di smorzare la tensione, e lei in risposta sfoggia il suo sorriso migliore, giuro che il suo sorriso è in grado di uccidermi.
- Alex...- sento mio padre dall'altra stanza

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