Dopo ben due giorni passati a crogiolarmi nel letto, finalmente sono di nuovo qui, a passeggiare per le dolci strade del New Haven, in attesa dell'inizio delle lezioni.
A differenza di un paio di settimane fa, dove la gente andava in giro con solo delle felpe addosso, adesso indossano cappotti di lana pesanti, tutti accompagnati da bollenti caffè d'asporto in mano. Io in aggiunta indosso anche una comoda sciarpa nera per tenere a bada la mia gola. Sto meglio, ma ancora sono alle prese con questa terribile tosse secca che non vuole andar via.
«Em!» sento trapelare la voce di Trevor in lontananza, cosicché mi giro di botto per intercettare la sua visuale.
Mi sta raggiungendo, marciando in modo sorprendentemente veloce. Ha addosso un giubbotto di jeans molto caldo, aperto sul davanti, che gli dà un'aria parecchio da "figo di turno", mentre i suoi capelli biondo scuro sono alzati sul davanti, in questa piega assolutamente naturale e alla cavolo.
In un nano secondo è davanti a me, imponente con la sua altezza. «Ma ciao!» gli sorrido, incapace di non adocchiarlo. È proprio un bel ragazzo e non biasimo Aria ogni volta che sembra mangiarlo con lo sguardo, anche se lei continua a negarlo.
«Ma guarda chi si vede, allora sei viva», mi sorride in modo scherzoso, anche se mi squadra un secondo da capo a piedi, come se temesse veramente per la mia salute. Ridacchia quando nota la mia enorme sciarpa che mi avvolge la gola.
«Davvero, ho passato due giorni d'inferno, ma adesso sto abbastanza bene», lo rassicuro, mentre riprendiamo a camminare verso l'università di Yale. Ho ancora un'ora di buca quindi spero di trovare Aria per scusarmi della scenata che le ho fatto. Non ci siamo più scritte da quel giorno, ma è solo colpa mia, l'ho trattata male solo per il mio turbamento, quando lei non centrava assolutamente nulla.
«Sei stata una sciocca a scappare in quel modo, dovevi vedere Liam quando è tornato», scoppia a ridere per la sua stessa affermazione, anche se io rimango impassibile.
Perché ci deve essere sempre Liam in ogni conversazione?
«Con quella sua maglietta diventata praticamente trasparente... diciamo che ha fatto molto successo quella sera. Povera Sammy», continua divertito per i suoi stessi pensieri.
«Sì, mi dispiace per ciò che è successo, purtroppo non ero cosciente di ciò che stavo compiendo», sussurro un po' in imbarazzo, mentre si arriva all'atrio.
«Non ti devi scusare, hai diciannove anni, sei maggiorenne e puoi fare quello che vuoi. Anche se scappare in piena notte non è stata una genialità», mormora un po' contrariato, per poi proseguire. «Insomma, non sto dicendo che non dovevi farlo, soprattutto non sapendo quello che ti passava per la testa, ma sei una ragazza bellissima e devi stare attenta al mondo di oggi. Eravamo tutti in agitazione quando te ne sei andata, Liam era in preda al panico. Non lo voleva dare a vedere, ma lo conosco parecchio bene da comprendere che era molto preoccupato... non è da lui», sostiene, incastrato tra i suoi futili pensieri, volgendo alcune occhiate sulla mia figura. Spero che non stia pensando a ciò che sto immaginando io.
Rammento quando mi ha bloccato per un braccio con la preoccupazione dipinta in faccia e quando ha oltrepassato la soglia di camera mia, per venire a darmi la zuppa. È stato molto gentile da parte sua, ma a oggi non riesco a capire il suo stato d'animo.
Perché fa così se continua a ripetermi quanto non mi sopporta? È un controsenso.
Anche se l'idea di lui allarmato per me non mi dispiace, proprio per niente.
Mentre superiamo l'aula di archeologia noto Aria avanzare nella nostra direzione, appena vede il mio sguardo si blocca sul posto, non sapendo cosa fare. Inizio a raggiungerla seguita da Trevor. Nel momento in cui la rossa intercetta la vista del biondo, sbuffa frustrata, anche se un accenno di rosso incombe sulle sue guance pallide.
STAI LEGGENDO
Prova a fermarmi
Romance(COMPLETA) Per Emily è giunto il momento più atteso della sua vita. Inizierà l'università dei suoi sogni nel New Haven, a Yale. Aveva in programma tutto: Prendere buoni voti e farsi nuovi amici. Semplice no? Nella sua mente sembrava tutto perfetto...