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Liam's pov.

«Che c'è?» sorrido avvicinandomi un po' di più a lei.

Le poso un braccio dietro alla schiena scontrandomi col suo petto, di conseguenza Emily sospira al gesto.

«Cosa?» chiede timorosa proseguendo a studiarmi con quei suoi occhioni verdi.

«Continui a guardarmi», sussurro appoggiandomi alla testata del letto per osservarla meglio.

Lei ridacchia. «Non posso farlo?»

«Dipende.»

Corruccia le labbra.
Labbra che vorrei divorare in ogni istante.
È divertita. «Da cosa?»

«Da ciò che pensi quando lo fai», mormoro afflosciandomi nuovamente sul cuscino.
Appena compio la mossa si accosta a un millimetro da me.
Mi posa un bacio sul mento, procurandomi un sorriso.

«Fidati, se lo sapessi vorresti che ti guardassi tutto il tempo», bisbiglia dopo un po' facendomi battere il cuore ancora più velocemente.

«Non sai quante cose vorrei da te», la seduco notando le sue guance arrossire.

Mi scontro su di lei cominciando a pizzicarle i fianchi.

«No! Liam il solletico no!» strilla contorcendosi sotto al mio busto.

Rido a crepapelle in compagnia sua, sino a farmi salire le lacrime agli occhi, e mi sorprendo l'ennesima volta dell'effetto che questa ragazza ha su di me.

Mi rende felice.
Mi completa.

«È così bella la tua risata», ammette, ancora gioiosa per il mio solletico.

Ispiro appagato. «Tu sei bella.»

Non sembra crederci, difatti abbassa lo sguardo e si rintana nuovamente contro al mio petto.

Decido di alzarle il mento, stufo di queste sue insicurezze. «Perché non lo capisci?» pronuncio soavemente.

Mi esamina con aria interrogativa. «Cosa?» parla talmente piano che fatico quasi a sentirla.

«Che vedo solo te.»
La sento rabbrividire così proseguo. «Ogni cosa... ogni persona sparisce quando ci sei te», le rivelo. «E non capisco come cazzo tu faccia a dubitare di te stessa. Di ciò che sei.»

«Non si tratta di te...»

«Ed è questo il problema...» La circondo con le mie braccia, provando a farle capire quanto tengo a lei. «Perché hai questa bassa autostima di te stessa?»

Lei ci pensa un po' su.
«Non è tanto il fatto di me come persona. Più che altro mi comparo con altre.»

Le scosto una ciocca di capelli dal viso. «Tipo?»

«Le tue amiche di Boston... Samantha...»

«Samantha?» domando stupito.

«È più bella di me», mormora cose non vere, con la vergogna che le dipingi i lineamenti.
«In più mi sento molto più brutta in confronto a te.»

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora