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Toc, toc, toc...

Un rumore, che dire che infastidisce è dir poco, mi riporta nel mondo terrestre.

Un mondo terrestre a dir poco piacevole... e interamente sbagliato.

Sono distesa a pancia in giù, con un braccio di Liam che mi circonda la vita tenendomi stretta al suo fianco.
Le gambe sono ancora intrecciate alle sue e sento il suo respiro regolare nell'incavo del mio collo.

La sua presenza mi riscalda e il suo fiato mi solletica la pelle, facendo drizzare i peli di tutto il corpo.
Mille brividi si insinuano dentro di me, mentre prendo lucidità di ciò che mi circonda.

«Liam? Sei morto?»

Appena sento la voce di Richard rimbombare da dietro la porta cerco di alzarmi di scatto dal letto, ma il moro me lo impedisce, bloccandomi e riportandomi accanto a sé.

«Mmm...» mugola ancora a occhi chiusi, accoccolandosi nuovamente contro di me, stringendomi in una presa ancora più forte.

Io però sono troppo in preda al panico. «Liam svegliati, c'è Richard!» bisbiglio a un palmo da lui. Cerco invano di scostarmi, ma è del tutto impossibile.

«Davvero devo entrare a svegliarti come un bambino di due anni?» ridacchia e il panico prende il sopravvento.

«Liam!» bisbiglio urlando.
Inizio a smuoverlo per il petto e un sorriso sfacciato spunta sul suo volto, così mi fermo.

Allora è sveglio questo idiota.

Appena apre gli occhi mi vede completamente allibita, infatti provvede a rassicurarmi: «Tranquilla, la porta è chiusa a chiave.»

Appena lo afferma Ric prova ad aprirla, ma poi impreca. «Liam e che cazzo!»

Il signorino accanto a me sbuffa. «Amico non rompermi i coglioni!» alza la voce contro la porta e di conseguenza l'altro ragazzo inveisce un'altra volta.

«Minchione mi hai fatto preoccupare. È mezzogiorno!
Mi ha proposto la tua cara sorellina di prenderti per le mutande la prossima volta.»

Liam scoppia a ridere, ma io mi incupisco ogni secondo di più.
Questa situazione... è completamente errata.
Richard magari stanotte ha pensato a me e io invece ero a poca distanza da lui, ma allo stesso tempo così maledettamente lontano.
Distesa sul torace nudo del suo migliore amico.

Cerco di sembrare comunque tranquilla, mentre i due ragazzi continuano a scambiarsi un paio di battute, sino a quando odo i passi di Ric dissolversi.

Il ragazzo dei miei continui pensieri si volta verso di me, cercando di guardarmi negli occhi, ma io abbasso il volto per paura di incontrare le sue pupille dilatate.
Alza cautamente una mano affusolata, sfiorandomi la tempia sinistra e scostando una lunga ciocca dorata dietro al mio orecchio.

Rabbrividisco al suo tocco e lui sospira, poggiando dopodiché l'indice sotto al mio mento, per farmi scontrare una buona volta con i suoi dannati occhi. E io come sempre... mi ci perdo.

«Tutto ok?» mormora a voce flebile, nel momento in cui mi accarezza la guancia soavemente.

È troppo.

Gli blocco la mano con la mia. «No Liam, scusa», sussurro addolorata, alzandomi in un nano secondo dal letto.

Lui rimane imbambolato, mentre mi adocchia lentamente il corpo, precisamente in basso.

Allungo lo sguardo e mi accorgo della sua maglietta.
È salita, decisamente troppo, scoprendo le mie lunghe cosce i miei slip chiari.

Sprofondo dalla vergogna, mentre cerco di coprirmi con solo quella stupida t-shirt.
Menomale che è grande.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora