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"Fai che non stiano facendo nulla, fai che non stiano facendo nulla."
Mi ripeto dentro di me, camminando avanti e indietro sulla soglia di camera mia, indecisa se entrare.

Sono sicura al cento per cento che Liam sia lì dentro, anche perché prima Sam me l'aveva scongiurato.

Ho fatto di tutto per non tornare troppo presto in camera. Ho camminato talmente lenta da sembrare una tartaruga, sono passata al bar dove lavora Trevor, anche se avevo già mangiato, adesso però è arrivato il momento di abbattere la mia paura ed entrare.

Sì forza, ce la posso fare.

Sono passati ben cinque minuti da quando sono arrivata e ancora non mi sono decisa di battermi su quei due.

Metto da parte la trepidazione, facendo un'enorme sospiro e tiro fuori la carta elettromagnetica dal mio zaino.

Apro lentamente la porta, così almeno se sono nudi hanno tutto il tempo per nascondersi e rivestirsi.

«Ciao!» Esclamo per avvertimento, non guardandoli ancora.

«Ehi, ce ne hai messo di tempo», canticchia Sam, non appena mi faccio vedere.

Sono sul divano, hanno entrambi una cuffietta nell'orecchio, sono vestiti... mi sembra un buon segno.

Bene Emily, missione riuscita!

«Sono passata dal bar dove lavora Trevor, avevo fame», butto lì, per poi posare lo zaino per terra, togliermi le scarpe e correre vicino al mio letto a prendere le mie ciabatte preferite.

Ce le ho da quando ero in seconda liceo e sono molto comode. Le indosso sempre quando sono a casa; Liam mi prendeva in giro perché sono a forma di fenicottero, ma io le adoro. Quest'ultimo le nota subito e sembra nascondere una risata.

A me invece fa male solo il ricordo di quello che facevamo insieme.

«Sei una sciocca, ti potevo prendere qualcosa in mensa se me lo dicevi», parla Sam, facendomi immediatamente distogliere lo sguardo dal ragazzo.

«Volevo anche un succo», scrollo le spalle mentendo, sapendo che il succo in mensa non c'è.

Lei non mi risponde così mi avvicino al divano per mettermi a sedere accanto a lei. Liam non sembra apprezzare, ma lascio correre.

Non me ne frega una minchia di quello che pensa.

«Che stavate facendo?» Chiedo educatamente.

«Mi stava per far vedere una sua partita di football. Non mi piace questo sport, invece lui vuole un minimo farmelo apprezzare sostenendo che: "la ragazza del giocatore deve adorare quando il suo fidanzato gioca."», cita, facendo le virgolette e imitando il suo vocione. Lui di conseguenza alza gli occhi al cielo e io ridacchio leggermente.

Io amavo quello sport. Anche se mi piaceva di più osservare Liam praticarlo. Non ho mai saltato una sua partita e a volte mi intrufolavo anche a i suoi allenamenti.

La sua grinta e la sua spensieratezza mi hanno fatto innamorare di quel gioco, a tal punto che adesso ogni volta che danno in onda una qualsiasi partita, vado alla tv per guardarla.

«Vuoi vederla con noi?» Domanda Liam, sorprendendomi a tal punto, che alzo di scatto la testa per osservarlo.

«Sì», rispondo all'istante. Mi era ripromessa di lasciarli stare e fare una bella dormita essendo stanchissima, ma l'idea di guardare nuovamente una sua partita di football mi elettrizza un sacco.

Fa un accenno di sorriso nella mia direzione, nascondendolo subito dopo, ma io l'ho visto. Ho visto i suoi occhi illuminarsi, anche solo per un breve istante. E quelle furbe fossette spuntare, sopra la sua mascella squadrata e scalpellata alla perfezione da Dio.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora