21.

30.6K 928 829
                                    

«Seriamente non hai mai mangiato un taco?» chiede Richard allibito.

Sono le una di pomeriggio e siamo entrambi seduti in un tavolo di questo succulente ristorante italiano. Quindi perché non parlare di cibo?

«Te lo giuro», ridacchio per la sua faccia basita.

«Sei da denuncia. Penso sia uno dei cibi migliori in assoluto», enfatizza, girandosi leggermente per posare il telefono nella tasca della sua giacca di jeans. «Un giorno di questi ti porto in un ristorante di taco, deciso», continua, riportando dopodiché lo sguardo su di me.

«Esiste un posto del genere?»domando curiosa, mentre gli eccepisco i lineamenti del viso.

«Non ne ho idea. A limite ti porto in Messico esclusivamente per questo», compie un occhiolino degno di nota nella mia direzione, facendomi arrossire leggermente.

«Messico eh? Verrei anche subito», scherzo, ma in parte. Non ho mai visitato l'America Latina, penso sia un ambiente favoloso, con tutto quel cibo... guidata da un sacco di feste e da fin troppa gentilezza.

«Ci sei mai stata?» porge questa domanda, nel momento in cui si versa un po' d'acqua nel bicchiere, mi chiede il consenso per servirmela anche a me così annuisco prima di rispondere.

«Purtroppo no, ma vorrei tanto andarci prima o poi; amo viaggiare», spiego per poi bere un sorso d'acqua dal mio bicchiere.

«Anche io adoro viaggiare, altro punto in comune. Guarda, ci stiamo rivelando due anime gemelle», schernisce. Scoppio a ridere seguita da lui.

«Tu ci sei mai stato?»

«Da piccolo con i miei, ma non ricordo praticamente niente, solo che volevo sempre andare al mare, era una fissazione», parla con un accenno di sorriso rammentando, penso, quei ricordi.

«Ci credo, la è favoloso», sogno a occhi aperti fin quando la cameriera non arriva per portarci i piatti da noi ordinati. Delle orecchiette al sugo di cinghiale per me e per Richard una bella porzione di pasta alla carbonara. Le mie papille gustative fanno una giravolta solo alla vista di questi piatti deliziosi.

Noto la cameriera rivolgere una lunga occhiata al castano difronte a me e non mi fa piacere. Sta pranzando con me, cosa vuole?

Appena se ne va, contenta, iniziamo ad affogare nel cibo senza proferire parola per un po'. Non è un silenzio imbarazzante, siamo solo in estasi per questi sapori allucinanti. Sono proprio felice di essere qui con lui, fa proprio bene all'anima. In più il cibo italiano è da leccarsi i baffi, il migliore in assoluto.

Il pranzo si svolge con molta tranquillità, parliamo del più e del meno, ci conosciamo meglio e devo dire che se prima lo ritenevo simpatico, adesso sono folgorata dalla sua arguzia e senso dell'umorismo.
È un ragazzo con la testa sulle spalle, non si abbatte per il giudizio degli altri, è intelligente e pieno di amici. Un difetto ce l'ha?

Stiamo tornando verso il  dormitorio accompagnati dalla sua macchina, dato che lui viene tutti i giorni all'università con essa.
In questo momento stiamo ascoltando una canzone di Travis Scott entrambi esaltati. Il brano si intitola "SICKO MODE" e devo dire che somministra un sacco di energia, seppure non è molto il mio genere.

Appena accosta davanti alla struttura mi assale un po' d'ansia. È il momento del saluto e anche quello dove non sai mai cosa fare e dire dopo un "appuntamento".
Con la coda dell'occhio lo adocchio spengere la macchina e girarsi verso di me dopodiché. Mi decido a guardarlo, inizia a sorridere.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora