11.

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"Principessa va bene se ti vengo a prendere domani sera, per portarti in un ristorante molto carino?" Leggo subito il messaggio che mi ha inviato Ric.

Ci siamo scambiati il numero a lezione ed è da ieri che mi scrive.

Sorrido rispondendo un "va benissimo." abbastanza eccitata all'idea di uscire con lui.
Anche se il solo pensiero di andare a un appuntamento con un ragazzo mi mette sempre in crisi.

Come mi dovrò vestire? Elegante o casual?

I capelli? Faccio una bella acconciatura o li tengo sciolti?

E il trucco?

Ok, Emily devi calmarti assolutamente.

Stringo forte il mio labbro inferiore, per tranquillizzarmi un attimo, iniziando a osservare la professoressa di statistica, intenta guardare il registro, ma non ho idea di che cosa stia parlando.

«Benissimo ragazzi, spero per voi che abbiate accumulato qualcosa in quest'ora. Vi dividerò in coppie e dovrete portarmi una relazione completa sullo studio dei fenomeni collettivi, suscettibili di misurazione e di descrizione quantitativa, basandovi su quello che ho spiegato anche adesso», parla a raffica, mettendo un sacco di tensione nella sala.

Aspettate. Che ha detto? Che ha spiegato?
Sto andando in paranoia; non so niente di tutto ciò, devo andare a cercare su internet?

«Ovviamente sarà un esame a tutti gli effetti», continua imperterrita quest'ultima. Strabuzzo gli occhi.

Possibile che per una volta che non prendo appunti e non ascolto, succede tutto ciò? Quanto sono sfigata Dio mio.
Mi giro a centottanta gradi verso il banco di Sam, notando che almeno lei alcune pagine le ha scritte.

Ringrazio tutti i santi.
Almeno dopo proverò a scongiurarla per passarmeli.

«Le coppie le decido io, andando in ordine alfabetico. Adams ed Allen?» domanda la prof, fissando la classe davanti a sé. Due ragazzi alzano la mani, guardandosi a vicenda, molto probabilmente non si conoscono.

«Benissimo, vi ho segnati. Anderson e Bennet?» Samantha Anderson alza subito la mano dietro di me, è in coppia con un rosso in prima fila che non riesco a inquadrare.
Solo quando si gira per osservare con chi è, lo riconosco.

È il gamer che mi ha aiutato a trovare la camera! Quello simpatico!
Mi giro immediatamente verso Sam, ancora.

«È quello che mi ha aiutato a trovare la stanza in dormitorio. È molto dolce», le bisbiglio, cercando di non farmi sentire dalla professoressa, lei mi sorride cordialmente, mentre Liam accanto a lei sbuffa. È proprio un vizio il suo.

«Ci credo che ti stiano simpatici i secchioni brufolosi. Sei come loro», mi prende in giro, non guardarmi.

Ah, ah, ah, ma quanto può essere simpatico?

Non rispondo, indirizzandomi nuovamente verso la "padrona della sala". Quest'ultima parla subito dopo aver annotato i nomi. «Benson e Brooks?», alza lo sguardo per cercare di individuare la classe, mentre io mi congelo in un nano secondo.

Porca miseria.
Non me lo ricordavo lì per lì che il nome di Liam iniziasse con la B.

«No», mugolo desolata tra me, battendomi una mano sulla fronte. Mi sarebbe andato bene chiunque, tranne questo troglodita con la voglia di studiare pari a zero, soprattutto al primo esame.

Alzo la mano insieme al ragazzo in questione, sembra turbato anche lui. Samantha invece ci osserva felice.

Se solo sapessi cara Sam... non sorrideresti.

La professoressa finisce la lista giusto in tempo.
Quando finisce la lezione mi volto verso Liam, decisa a organizzarci per i giorni in cui ci dobbiamo vedere e successivamente portare un esame degno di merito.

«Quando ci vediamo?» vado dritta al punto, guardandolo negli occhi; lui si prende tutto il tempo per mettere apposto le sue cose invece.
Alzo gli occhi al cielo per la sua lentezza, ovviamente creata di proposito. Ma si diverte a farmi perdere tempo?

«Domani», risponde dopodiché, mettendosi lo zaino nero su una spalla, per poi uscire dall'aula, non aspetta nemmeno la sua ragazza poverina.
Decido di rincorrerlo comunque.

«Domani non posso», controbatto dietro di lui, aumentando il passo per raggiungerlo. Samantha sembra dispersa, mi sento in colpa a non averla aspettata. Lui al contrario se ne frega.

«Sentiamo, cosa avrai da fare di così importante domani con la tua noiosa vita?» chiede in modo sarcastico, aumentando il passo. Ma quanto va veloce?

Trattengo le parole non sapendo se dirglielo, soprattutto se ripenso a come mi ha trattata alla festa, quando ha nominato Richard.

«Domani dopo le lezioni passi da me e chiuso. È già tanto se ti concedo di venire a casa mia», discute in modo freddo, dato che non gli ho risposto.

Si sta dirigendo verso l'esterno, mettendosi una sigaretta tra le sue labbra piene, fin quando lo blocco con le mie stesse parole.

«Devo uscire con un ragazzo, non posso», butto fuori decisa, trattenendo per un attimo il fiato. Lui intercetta il mio sguardo pungente con un sopracciglio alzato.

«Chi», la sua sembra un'affermazione più che una domanda, anche se è ancora abbastanza calmo per i miei gusti.

«Non te lo dico. Facciamo domani l'altro?», cerco di cambiare discorso a disagio e un minimo speranzosa. Lui non sembra cedere.

«È Richard?» si avvicina a me, gonfiando il petto.

«N-no», mugugno, non guardandolo.

«Tanto glielo chiederò stupida. È lui o no?».
Lo comprende subito dopo, vedendo che non rispondo, così continua. «Quale parte di frase non hai capito sul fatto che...» lo interrompo subito, fissandolo male.

«Che cosa Liam? A quanto sia troia stando in compagnia sua? Beh, mi dispiace dirtelo, ma purtroppo non me ne frega niente della tua opinione. Ric è un ragazzo carinissimo che è interessato a me, dammi quindi un valido motivo per cui non dovrei accettare», rispondo acida.

«Richard è un donnaiolo che scopa e basta. Non gliene frega un cazzo di te», mi sputa in faccia perentorio.
Io non mi do per vinta, avvicinandomi a lui per sfidarlo.

«Anche te al liceo eri un donnaiolo, eppure mi hai sbavato dietro per quattro anni consecutivi», gli rinfaccio facendo spallucce, per poi sorridergli con sfida.

Uno a zero per me caro Liam.

Lui non sembra apprezzare tutto ciò, mentre contrae la mascella e ascolta ogni sillaba di quello che ho detto, non sembra crederci.

«Ottimo, mi dispiace deluderti Emily, ma io posso solamente domani, quindi scegli o Richard o il tuo bellissimo esame», sbotta apatico. Sono a bocca aperta.

Mi sorride anche lui falsamente, per poi voltarsi e andar via.

Mi sa che hai vinto ancora Brooks.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora