45.

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Non ho minimamente idea di quanto sono rimasta accovacciata sul pavimento della loro casa.

Forse due minuti? Dieci? Oppure ore e ore?
Non lo so davvero.

Sono solo consapevole di ciò che ho compiuto e mi sento in colpa.
Specifico, stra maledettamente in colpa.

Respiro profondamente nel momento in cui mi alzo da terra, in compagnia di un silenzio assoluto. Vuoto e senza un'ombra di pace.

Non ho ancora guardato Liam, ma non per timore.
Non intercetto il suo sguardo perché sono conscia di ciò che andrei in contro.

Se scorgessi i suoi occhi mi estranierei da tutto. E adesso non ne ho proprio bisogno.

In più soffrirei ancora di più.

Perché sono sicura che in questo momento sta male, forse di più di quanto ci stia io.

Ha appena preso a pugni un suo amico per un errore mio. Per il mio poco tatto nell'esporre argomenti di assoluta importanza e per la mia immaturità nell'affrontare situazioni di questo genere.

Forse mia mamma ha ragione, sono ancora una bambina...
E anche il fatto di non guardarlo lo dimostra.

«Scusami...» sussurro d'un tratto con volto chino.

Lo sento sospirare dietro di me. «Emily...» comincia, ma poi si interrompe, non sapendo in effetti dove andare a parare.

«Ho sbagliato. Se non avessi agito in quel modo magari sarebbe andata in modo differente», parlo con voce flebile e amareggiata.

Sto aspettando una sua risposta, sperando a un conforto da parte sua che però non arriva.
Bensì la voce di Trevor si fa spazio nella sala. «La verità viene sempre a galla», ripete, involontariamente, le stesse parole di Aria e io mi stupisco ancora una volta della loro oscura sintonia.

Due persone completamente diverse, unite da un legame indivisibile che ancora loro non sanno.

Provo a rischiare e a voltare lo sguardo su Liam. Ciò che vedo però non mi stupisce più di tanto.

Un rivolo di sangue contorna i suoi lineamenti definiti, partendo dal sopracciglio fino a sotto lo zigomo; mentre guarda in avanti, precisamente verso la porta. Il luogo in cui un attimo prima è scappato Richard.

Dischiudo la bocca in cerca di parole che non riesco a trovare.
Sono affranta e adesso l'unica cosa che vorrei fare è tornare in camera mia a crogiolarmi sul letto.

Ma non posso perché Samantha sarà là dentro.

Perdo un battito al pensiero di come potrà reagire a un rilevamento del genere. Sicuramente non mi parlerà più, e non posso nemmeno esserne sorpresa.

D'altronde me la sono cercata.

Dopo quelle che paiono ore finalmente il moro volta il viso verso di me.

Un viso dominato da un'incondizionata tristezza.

Mi guarda per un po', sin quando si gira per prendere l'attenzione del biondo vicino a lui; ancora troppo scioccato per realizzare. «Trevor puoi accompagnarla a casa?»
Vede lo smarrimento negli occhi del suo amico così aggiunge: «Per favore.»

Quest'ultimo gli fa un cenno d'assenso con la testa. «Andiamo?» chiede a me subito dopo, riscuotendomi dalla mia trance. Visto che ero incantata a fissare Liam.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora