26.

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Sam bussa alla stanza C22, per poi iniziare a sobbalzare da un piede all'altro. Per lei va tutto benissimo, ma io non riesco nemmeno a guardarla. Ho un peso nel petto che non ha intenzione di alleggerirsi.

In un silenzio assordante sentiamo dei leggeri passi provenire dall'altra parte della porta, ma quella che ci ritroviamo sulla soglia non è Aria. Bensì una ragazza dai capelli quasi neri e degli occhi azzurri lampeggianti.
È veramente carina, peccato per quella maschera di trucco che le appesantisce il viso.

«E voi sareste?» Chiede un po' brusca, iniziando a biascicare la sua gomma, con la sua bocca piena tinta di rosso, davanti a noi.

Bleah.

Sam prende parola, guardandola dall'alto e aggrottando la fronte. «Siamo delle amiche di Aria...» Appena pronuncia queste cinque parole un'esclamazione proviene da dietro le spalle di questa ragazza.

«Arrivo!» La voce rilassante della rossa si sente fin troppo bene, di conseguenza la, penso, compagna di stanza di quest'ultima inizia a sbuffare.

Che antipatica.

«Beh, io dovrei andare via perciò...» Si stoppa, iniziando a guardarci in modo strafottente. Successivamente ci spostiamo entrambe per farla passare e lei ci mormora un "Grazie" riluttante, scappando via.

«Oh, eccomi, scusate il ritardo», ci affianca Aria trafelata, chiudendo la porta dietro di sé.

Iniziamo a camminare per i corridoi, sin quando io stessa prendo parola. «È quella la famosa Tessa?».

«Sì, la causa delle mie continue passeggiate pomeridiane... lei è quella stupida sciarpa», sbuffa, guardandomi di sfuggita.

«Ma non le puoi dire qualcosa? Non può sbatterti fuori, è anche camera tua», prende in mano il discorso Sam con cipiglio severo, la rossa di conseguenza sospira.

«Lo so, ma continua a sostenere che ci voglia privacy, mi ricorda giornalmente che se voglio stare un po' con qualche genere maschile lei mi lascerebbe spazio. Come se mi volesse qualcuno».

«Ma se sei stupenda!» Le sorrido, ma Sam non sembra divertita.

«Ma che cavolo c'entra! Anch'io ho il ragazzo, ma di sicuro non punisco Emily buttandola fuori soltanto perché mi voglio divertire con Liam!» Ribatte spazientita.

Appena sento il suo nome il mio cuore perde di un battito. In questi giorni non sono nemmeno in grado di intercettare la visuale della mia amica senza sprofondare in un mare di vergogna, e ogni volta che rammento quello che è successo dopo il bacio, un enorme groppo si intensifica in gola e la voglia di piangere aumenta.

Senza rendermene conto inizio a starnutire compulsivamente.

«Tutto ok?» Mormora Aria, fissandomi con una nota di preoccupazione.

«Sì, ho solo un po' di raffreddore, tranquilla», la rassicuro, vagando un po' con lo sguardo, Sam ridacchia leggermente.

«Se non ti divertivi l' altra sera a giocare con la pioggia magari adesso stavi bene», mi rimprovera la castana, scuotendo leggermente la testa. Lei non sa niente, ma io mi sento male solo a pensarci.

Ric cosa penserebbe se glielo dicessi? Non ci voglio nemmeno pensare.

«In che senso sotto la pioggia?» Chiede Aria confusa, ma allo stesso tempo un attimo svagata.

«Niente, è successa una cosa che non voglio rammentare e me ne sono andata», spiego per modo di dire, aumentando il passo d'istinto.

Anche a Sam ho detto la solita frase: Non mi va di parlarne.
Lei non ha approfondito l'argomento, anche se all'inizio si era arrabbiata per la preoccupazione; poi ha lasciato stare. Ormai mi riesce talmente bene mentire che sono diventata una professionista.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora