18· martedì

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Quel pomeriggio rimasi solo in casa. Mamma era andata a lavoro, Olivia era da Jennie a giocare e mia sorella maggiore era fuori città già da qualche settimana.

Alle quattro del pomeriggio, orario in cui Changbin sarebbe dovuto arrivare, scesi al piano di sotto. Sapevo già che si sarebbe presentato con la sua solita ora di ritardo, quindi pensai di aspettarlo guardando un po' di TV.

Feci zapping per un po', scorrendo dal canale sportivo fino a quello informativo, passando per il canale dedicato al cinema, poi gli show per bambini e di nuovo dallo sport fino al telegiornale.

Realizzato che non c'era niente che valesse la pena guardare, dopo almeno tre giri sugli stessi canali, spensi lo schermo ed andai in cucina a prepararmi un panino.

Dopo il primo morso, mi resi conto di non aver poi così tanta fame, ma finii comunque di mangiare, giusto per aver qualcosa da fare.

Rimasi seduto al centro della stanza silenziosa. Il ronzio del frigorifero era un suono basso e costante, talmente regolare e famigliare, quasi da non essere avvertito affatto dalle mie orecchie vigili, ben tese nella speranza di udire un qualcosa che potesse stravolgere quello stancante silenzio.

Rimasi lì, a guardare di fronte a me, aspettando che accadesse qualcosa finché, un bel po' di tempo dopo, mi alzai.
Forse non era passato poi tanto tempo ma sentivo di essere seduto su quello sgabello da un'eternità. La noia mi stava divorando.

Mi risedetti e cercai di far vagare la mente su un qualche pensiero che potesse tenermi occupato. Dio, avrei addirittura preferito avere Changbin proprio di fronte a me, a stuzzicarmi con quel suo sorrisetto irrisorio, sempre pronto a fare uno dei suoi commenti stupidi ed immaturi, piuttosto che rimanere avvolto da quel fastidioso silenzio.

Detesto Changbin, se fosse qui almeno non sarei solo. Detesto Changbin e detesto il fatto che faccia sempre ritardo. Detesto Changbin e detesto me perché vorrei averlo qui ora. Detesto Changbin e detesto questo silenzio e detesto il fatto che non ci sia mai quello che voglio guardare io in TV e detesto che mi abbiano lasciato solo a casa e detesto non riuscire a stare solo cinque minuti con i miei pensieri e detesto tutto. Detesto tutto.

Quando sentii il suono del campanello, rilasciai un sospiro che non sapevo di star trattenendo.

Mi alzai immediatamente, facendo cadere lo sgabello in terra; lo raccolsi e percorsi in pochi secondi lo spazio che mi divideva dalla porta d'ingresso.

«Io non ti detesto» uscì dalla mia bocca non appena aprii la porta.

«Grazie?» rispose Changbin accigliandosi.

Boccheggiai per un secondo, cercando di capire come avessero fatto le parole ad uscire dalla mia bocca.
Il corvino colse questo mio momento di indecisione per riprendere a parlare «Ho avuto dei problemi a casa, ma questo già lo sai, c'è tua madre?» domandò guardandosi intorno.
«No, oggi siamo soli, non ci sono neanche le mie sorelle» specificai, lasciandogli lo spazio per entrare.
«Tuo padre?» chiese, facendomi sentire una stretta al cuore.
«Neanche lui» rimasi fermo a fissare il legno scuro della porta.
«Bene» disse prima di afferrarmi le mani e di sbattrermi contro la porta d'ingresso.

«Questa sarà una vera e propria simulazione» borbottò fra sé e sé facendo scontrare le labbra sulle mie.

Senza che me ne potessi rendere conto, Changbin iniziò a mordermi le labbra, coinvolgendomi in un bacio senza tregua, dal quale mi sentii quasi sopraffatto.

«Aspetta Chang-» provai a dire non appena il ragazzo si separò da me per riprendere fiato, ma venni subito interrotto da un nuovo bacio.

Portò le mani sui miei fianchi e poi sotto la maglietta, accarezzandomi con le sue mani ruvide. La mia pelle si infiammò al contatto così intimo ed il mio corpo si mosse involontariamente, facendomi portare le mani tra i suoi capelli scuri.
«Hmpf» mugugnò quando tirai leggermente alcune ciocche.

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