La mattina seguente, mi svegliai in ritardo e mi preparai alla bell'e meglio per arrivare a scuola almeno in tempo per la seconda ora.
Dopo una colazione a base d'acqua, essermi lavato i denti in fretta e furia, e una corsa sfrenata nella quale avevo rischiato d'essere investito per ben due volte, ero riuscito ad arrivare dieci minuti prima dell'inizio della seconda lezione.
Cercai di recuperare il fiato, mi strinsi al petto i manuali che non avevo avuto tempo di mettere in borsa e mi diressi con calma verso la classe. I corridoi erano vuoti, tutto ciò che si riusciva a sentire erano i deboli mormorii dei professori assorti nelle loro spiegazioni all'interno delle classi.
La sera precedente, come accadeva già da un po' di tempo a quella parte, avevo passato la notte in bianco pensando a Changbin.
Mi ero seduto al centro del letto, nella luce tremolante della mia abat-jour, avevo impugnato una penna e sfogliato il mio quaderno d'inglese fino a trovare una pagina bianca. Avevo deciso di mettere nero su bianco tutta la confusione che avevo in testa, nella speranza di capirci qualcosa.
Avevo iniziato a scrivere tutto ciò che mi passasse per la mente con un unico pensiero fisso: Changbin. Non che ci volesse molto, ormai pensavo a lui da una settimana. Era incredibile pensare quanto poco gli ci fosse voluto per entrare così in profondità. Una sola settimana. Sembrava passata un'eternità.
La prima cosa che realizzai nel mio flusso di coscienza Seo indotto, era che tutta quella storia si basava su una grande bugia. Cosa ne sapevo io delle ragazze? Non ne avevo mai amata alcuna, figurarsi toccarla. Avevo letto centinaia di romanzi ed un numero ancor maggiore di fan fiction. Sapevo tutto ciò che c'era da sapere sui primi appuntamenti, avevo imparato che la comunicazione era la chiave di ogni buon rapporto, avevo capito che per amore si fanno cose impensabili, che si vorrebbe raggiungere la luna per qualcuno, che si rinuncerebbe a tutto per un sorriso. Ma era davvero così? L'avevo letto e l'avevo preso per vero. Non avevo mai provato nulla di simile io. Per nessuno. Ero familiare a quella sensazione di vuoto che si forma nello stomaco quando qualcuno ti fa un complimento, quei brividi che fanno tremare tutto il corpo quando qualcuno ti sfiora, ricordo ancora con tenerezza la prima volta che sentii la necessità di tenere la mano a un altro bambino, ma non avevo mai avuto nulla di più.
Poi era arrivato Changbin e finalmente mi sembrava di sentire qualcosa. I rossori e le vampate di calore alla sua sola vicinanza, il cuore che batteva così forte da sembrare voler uscire dal petto, quella sensazione che sembra così vicina alla morte e che ti fa desiderare di morire ancora e ancora e ancora.
Avevo imparato più io da lui di quanto non stessi fingendo di insegnargli. Mi faceva sentire incredibilmente bene poter indugiare sulle mie sensazioni, poter sperimentare com'è che l'amore ti fa sentire, scoprire il mio corpo con lui. Eppure, sentivo che quello che c'era tra me e Changbin fosse quanto di più lontano dall'amore potesse esistere. Era tremendamente sbagliato. Stavo ripetendo delle azioni stereotipate, dei canoni fissi che avevo letto da qualche parte e li stavo spacciando per amore. Non ne sapevo niente d'amore, così come non ne sapevo niente di sesso, ma l'amore non poteva basarsi sull'emulazione dei sentimenti, di questo ne ero certo. Avevo mentito e stavo subendo le conseguenze delle mie menzogne, e ancor peggio, stavo insegnando a Changbin un amore che non era tale.
Nel mio delirio notturno, tra i fogli impregnati di lacrime e l'inchiostro stinto che aveva finito per macchiarmi mani e coperte, avevo speso tre pagine intere per cercare di capire come mai continuassi ad abbinare la parola amore a Changbin. Mi ero girato e rigirato nel letto, mi ero messo a pancia in sotto, poi seduto sul bordo con le gambe penzoloni, mi ero seduto sulla sedia vicino al davanzale, ero tornato sul letto, prima a guardare il soffitto e poi di nuovo seduto. Non riuscivo a capire perché scrivevo di Changbin come se l'amassi. Avevo passato il resto della nottata a cercare una risposta e avevo ricominciato a rifletterci mentre procedevo per i corridoi muti.
La risposta arrivò. Proprio dopo aver svoltato l'angolo ed essermi trovato Changbin davanti, in fondo al corridoio.
Lo guardai per un istante. Lui mi osservò senza dire nulla.
Corsi verso di lui, lasciai cadere i libri in terra, gli afferrai le guance con entrambe le mani e lo baciai.
🌈🌈🌈
Ehilà.
È passato un po' di tempo, eh?
Oggi mi sentivo di scrivere, quindi l'ho fatto. Spero vi piaccia ma soprattutto spero vi ricordiate cosa è successo prima, è passato talmente tanto tempo😅.
Buon proseguimento.
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It's Just About Experience
Fanfiction«Vedi, tu puoi avere tutta l'esperienza che vuoi con le ragazze, ma non sai come comportarti perché pensi solamente al tuo piacere». «Magari io non l'ho mai messo in pratica, ma so quali parole usare per farle bagnare, dove e quanto a lungo devo toc...