8• domenica

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Da dietro l'arco della porta spuntò la figura minuta della mia sorellina, la cui espressione non era variata di una sola virgola, nonostante la scena che si era trovata davanti.

Restai immobile, con Changbin ancora appiccicato a me. Mia sorella, con la manina ancora stretta sulla maniglia della porta, fece un passo indietro, prese un respiro profondo, e cominciò ad urlare «Mamma!»

«Dio, no, togliti Changbin!» cercai di togliermi il ragazzo di dosso, scaraventandolo dall'altra parte del letto, e corsi a tappare la bocca di mia sorella prima che fosse troppo tardi.

«Felix sta toccando il pisellino del suo amico! Mamma, Mam-» iniziò a mugugnare sulla mano che avevo portato a coprirle la bocca.

«Olivia fai silenzio!» la rimproverai, trascinandola dentro la stanza e chiudendoci dentro.

«Non stavo toccando proprio un bel niente io!» chiarii, togliendo la mano dalla sua bocca, così da darle la possibilità di rispondere, ma, a quanto pare, la piccola non aveva ancora imparato la lezione «Mamma!» riprese ad urlare, ma la bloccai prontamente.

«Olivia, smettila! Stavamo solo... Solo... G-giocando» dissi poco convinto. A quelle parole lei smise di sbavarmi sulla mano cosicché, con molta cautela, le lasciai modo di parlare «Stavate giocando al principe e la principessa?» domandò con gli occhi che brillavano. Sembrava essersi calmata.

«Una mezza specie» risposi con un tono più interrogativo che altro, mentre asciugavo la mano bagnata di saliva sui miei jeans.
«A me piacciono le principesse» sorrise lei. «Questo lo so» presi ad accarezzarle gentilmente i capelli scuri. «Ma tu non ci giochi mai con me» s’imbronciò. «So anche questo» ammisi grattandomi il retro del collo con la mano libera. Passavo così tanto tempo a preoccuparmi della mia vita e dei miei problemi, che talvolta dimenticavo che avrei potuto impegnarmi ad essere un fratello migliore.
«Se tu mi prometti che non dirai niente di ciò che hai visto alla mamma, allora io ti prometto che giocherò più spesso alle principesse con te» guardai dritto nei suoi occhi nocciola.

Lei mi fece un timido sorriso che si trasformò ben presto in un ghigno di puro male «Mi devi portare a casa di Jennie tutte le volte che mamma dice che non può accompagnarmi» sentenziò senza ammissione di replica.
«Cosa?» la guardai sbalordito.
«Mam-»
«Va bene, va bene, hai vinto, ti ci porto!» cedetti al suo ricatto, prima che potesse richiamare mamma.

Sentendo una risatina provenire da dietro di me, mi voltai, per notare che Changbin si stava godendo la scena con un bel sorrisetto divertito sul volto. Mi ero quasi dimenticato ci fosse anche lui.

«E lui deve diventare il mio fidanzatino» aggiunse Olivia con il braccio teso in aria ed il dito ad indicare il corvino alle mie spalle.

«Cosa?»
«Eh?» dicemmo contemporaneamente io e Changbin.

«Non credo che funzioni così, Oli-» mi bloccai immediatamente, non appena la bimba aprì bocca e prese un gran respiro.
«Changbin» richiamai la sua attenzione, schioccando le dita in aria.
«Si?»
«L'hai sentita la principessa qui, hai una nuova ragazza»
«Ma veramente io ho gi-» si zittì non appena vide il mio sguardo truce.
«Oh, sì, certo piccola» il ragazzo si alzò e si avvicinò a mia sorella. Si chinò alla sua altezza e le afferrò la manina «Incantato di fare la sua conoscenza, principessa Olivia» disse con tono solenne, poggiandole un bacio sul dorso della mano.
«Lui mi piace» rise lei tutta soddisfatta.

Fantastico. A quanto pare dovevo proprio essere stato una persona orribile nelle mie vite precedenti. Com’era possibile che la mia intera famiglia sembrasse adorare alla follia il ragazzo che mi tormentava ogni giorno? L’avevano conosciuto il giorno prima e già sembravano tutti andarne matti.

Sbuffai davanti a quella ridicola scenetta «D’accordo, d’accordo, il matrimonio si terrà alla reggia tra qualche giorno» cercai di liquidare velocemente la conversazione. «Che cosa eri venuta a chiedermi?» domandai scocciato a quella traditrice di mia sorella, ormai totalmente persa ad ammirare Changbin.

«Mamma ha detto che il tuo amico rimane a cena»
«Be', dille che non può decidere lei per gli altri»
«Mamma sapeva che rispondevi così, ha detto di dirti che non decidi tu e che lui rimane. Ciao Changbin» si avvicinò al ragazzo poggiando una mano sulla sua e poi uscì di corsa dalla stanza, senza neanche chiudere la porta.

Cosa era appena successo?
Sospirai, per l'ennesima volta in quella giornata, e mi alzai in piedi «Non sei costretto a rimanere qui, ci parlerò io con la mamma» lo rassicurai.

«No, va bene così. Oggi resto a dormire da Jisung quindi posso fare un po' più tardi, abita a pochi isolati da qui» disse guardandosi le mani. «Non vorrei che tua madre ci rimanesse male se rifiutassi» si sbrigò ad aggiungere. E tutta questa premura da dove giungeva?

I successivi dieci minuti li passammo senza scambiarci nemmeno una parola, del resto non ci conoscevamo io e lui, non avevamo nulla di cui parlare.

Per passare il tempo decisi di risistemare le lenzuola, tutte spiegazzate a causa delle nostre prove pomeridiane, poi mi sedetti in silenzio sulla sedia della scrivania, lasciando Changbin a scrutare la mia libreria col suo solito sorrisetto stampato sul viso.

Entrambi tirammo un sospiro di sollievo, quando Olivia venne a dirci che era pronto in tavola.

🌈🌈🌈
Ehilà.
Questa domenica sembra durare un'eternità.
I nomi delle sorelle di Felix sono a casissimo.
Buon proseguimento.

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