23· mercoledì

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Guardai le gocce infrangersi contro il vetro della finestra in camera mia. Appena usciti da scuola, aveva cominciato a piovere, clima che si abbinava perfettamente al mio stato d'animo.

Dopo aver indugiato qualche minuto davanti alla porta della classe, mi ero rassegnato all'idea di non avere scuse plausibili da propinare a Yuni, per cui le avrei detto che Changbin mi aveva importunato. Era la realtà, dopotutto. Nulla di più, ma forse qualcosina in meno. Era così sbagliato tralasciare la parte relativa all'accordo tra me e Changbin? Era solo una piccola omissione. Se tutto fosse andato a buon fine, ne avrebbe beneficiato anche Yuni, perché farla preoccupare senza ragione? Lo facevo per il suo bene, no?

Dopo essermi sorbito dieci minuti di sgridata dal professore per l'ennesimo ritardo, mi ero seduto accanto alla mia migliore amica. Ero teso, temevo che da un momento all'altro potesse domandarmi dov'ero finito. Continuavo a guardarla di soppiatto, con la coda dell'occhio, cerando di accertarmi che non mi stesse guardando a sua volta.

Tipico comportamento di chi ha la coscienza pulita.

Neanche lei sembrava di buon umore, aveva uno sguardo accigliato puntato dritto verso le pagine bianche del suo quaderno, ed il labbro inferiore leggermente pronunciato in avanti in quello che era il principio di un broncio.

Appena era suonata la campanella della ricreazione, Yuni si era voltata verso di me e mi aveva afferrato il braccio con entrambe le sue piccole mani «Non hai idea di cosa è successo quando sono uscita dal bagno» riferì seria «dopo mi spieghi che fine hai fatto» aveva aggiunto con tono di rimprovero «comunque, non hai davvero idea di cosa è successo fuori da quel bagno» ripeté.

«Ti ascolto».

E così, Yuni era partita con una dettagliata descrizione di come, una volta uscita dal bagno, non avendomi trovato, aveva iniziato a cercarmi, finendo per imbattersi in quello che aveva definito il suo acerrimo nemico: Jisung.

Aveva preso dunque a descrivere come avessero iniziato a battibeccare, e come lei continuasse ad insistere sul fatto che lui le dovesse un panino alla mortadella e delle scuse, mentre lui continuava a ripetere, parole di Jisung, che se ne sbatteva altamente il cazzo del suo fottuto panino alla mortadella.
Al che, lei gli aveva risposto che il suo cazzo, parole di Yuni, poteva sbatterselo dopo averla risarcita del suo panino.
Ed è proprio nel bel mezzo della loro discussione, che era arrivato Hyunjin.

«Era con uno che non ho mai visto qui in giro, alto, castano, davvero altissimo, forse ha l'età di Jeongin, era tremendamente alto, l'ho già detto?»

Hyunjin aveva invitato Jisung, parole di Hyunjin, ad andare a farsi fottere, mentre aveva iniziato a flirtare con la mia migliore amica, inviandola ad uscire qualche volta.
L'unico commento che la ragazza fece a riguardo fu un profondo e sentito «coglione».

«E sai che ha fatto quello quando gli ho detto di no?» aveva chiesto Yuni afferrandomi per le spalle «Mi ha preso per il polso! A me? Ci vuoi credere?! Mi ha avvicinata a lui ed ha iniziato a dire un mare di cazzate sul fatto che insieme ci potremmo divertire, e sappiamo tutti e due cosa intendeva!»

«Ma sai qual è il punto della storia?» se si fosse avvicinata un altro po', mi sarebbe salita sopra «Che di fronte a quella scena, Jisung, e ripeto, HAN FOTTUTO JISUNG, si è messo tra me e lui, ha preso il caffè che l'amico di Hyuncretin teneva in mano e gliel'ha rovesciato addosso!» a quel punto mi era letteralmente salita addosso, ed aveva iniziato a scuotermi le spalle, eccitata dalle sue stesse parole «Ci credi? Han Jisung è un vero coglione, ma oggi è stato un po' meno coglione, credimi!» aveva esultato con uno sguardo divertito. Vederla sorridere mi rassicurò un poco.

Solo qualche minuto prima che suonasse la campanella di fine lezioni, Yuni si era ricordata di spiegarmi di come, per errore, Jisung avesse finito per macchiare un po' anche lei, motivo per il quale la ragazza indossava una felpa tre volte più grande di lei, che aveva ricamate, in caratteri ridicolmente grandi, le iniziali H.J.

Per contro, io le avevo rapidamente raccontato del rapimento di Changbin e di aver sentito Hyunjin dire quelle frasi enigmatiche in bagno.

Fortunatamente la ragazza era ancora così presa dalle vicende della sua giornata, da focalizzarsi poco sulla mia.

Continuai a guardare la pioggia infrangersi contro il vetro ripensando alla pienezza della mattinata. In sole cinque ore di scuola erano successe così tante cose: Hyunjin era tornato dal suo anno all'estero, Seungmin aveva capito che stavo combinando qualcosa con Changbin e Yuni aveva avuto quell'incontro con Jisung, mentre io ero rinchiuso nella cabina di un bagno scolastico a farmi umiliare da Seo Changbin.

Restai a rimuginare osservando fuori dalla finestra, finché non sentii la voce di mia madre dal corridoio «Lixie, è arrivato il tuo amico» disse aprendo la porta.

🌈🌈🌈
Ehilà.
Tra poco iniziano le sessioni d'esame e ci sarà un bel po' da fare, ma io continuo a leggere ff come se non avessi tre romanzi di cinese e due di inglese da leggere. Ma sono certa che andrà bene.
Comunque penso che anche durante la sessione continuerò a postare a questa velocità.
Spero stiate bene.
Buon proseguimento.

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