25· mercoledì

157 17 0
                                    

Mi svegliai al lieve suono di qualche nota musicale. Sbattei pigramente le palpebre, prima di decidermi a sollevarmi.

Una volta seduto, avvertii un fastidio sul viso e portai una mano in alto, per trovarmi un fazzoletto appiccicato alla guancia «Cosa?» mi chiesi in un sussurro, iniziando pian piano a svegliarmi completamente.

«Oi, ti sei svegliato, mi stavi sbavando sulla maglietta» se ne uscì Changbin come se nulla fosse, facendo un cenno verso una chiazza più scura sulla sua t-shirt.

A quelle parole mi svegliai del tutto «Oddio, mi dispiace» portai subito le mani sulla macchia per cercare di pulirla, ma lui mi fermò «È quasi andata via del tutto, non fa niente».

Mi sentivo mortificato, aveva una intero lago sulla maglietta.

«I-Il film è finito?» domandai poi, dopo essermi dato un'occhiata intorno. Tutte le cartacce erano state buttate nel cestino vicino alla scrivania, mentre le buste che prima erano sopra il letto erano state sistemate ordinatamente sul comodino accanto a Changbin.
«Da circa un'ora» rispose il ragazzo con una scrollata di spalle.

Spalancai gli occhi «Perché non mi hai svegliato?»
«Davvero l'avresti voluto?» tagliò corto.
Ci riflettei un attimo «Mhh, no, ma almeno avresti potuto farlo dopo la fine del film».

Changbin fece spallucce e con un sorrisino tornò a trafficare col suo cellulare. Mi chiesi come facesse ad usarlo, le crepe sullo schermo erano così fitte che quasi si faceva fatica a leggere sul display.

«Che ore sono?» chiesi dopo un attimo di silenzio.
«Diciannove e dieci»
«E mamma non è venuta ad invitarti a cena almeno quindici volte?!» domandai sconcertato. Mia madre sapeva essere davvero ostinata a volte, specie quando si trattava di essere ospitali.
«Oh, certo che sì, tu stavi dormendo. Le ho detto che avrei ordinato la pizza e le ho chiesto quale volevi, arriva tra cinque minuti» mi informò.

Ah.

Mi ristesi sul materasso a guardare il soffitto. Il computer era ancora acceso, poggiato ai piedi del letto e dalle casse uscivano le note di un rap molto tranquillo.

«Ti è piaciuto il film almeno?»
«Non era male, anche se non era granché pauroso» disse poggiando il telefono sul comodino ed imitandomi, stendendosi a guardare il soffitto. «Fantasmi che mordono gli umani trasformandoli in zombie, davvero una trama del cazzo» rise.
«Perché l'hai voluto vedere se sapevi già che non era granché?» domandai.
«Guardo tutte le nuove uscite horror, non posso farne a meno».

Voltai la testa di lato per guardarlo, stava sorridendo, anche se non sembrava del tutto felice.
«Mio padre me li faceva vedere sempre da piccolo» aggiunse sospirando.

«Io li detesto gli horror» ammisi dopo un po'.
«Lo so» disse voltando la testa di lato anche lui, e trovandosi la mia espressione accigliata di fronte.
«Hai solo romanzetti rosa in libreria» fece un cenno col capo verso gli scaffali.

«Guarda che non sono miei» sentii il sangue affluirmi alle guance.
«Inizialmente pensavo fossero di tua madre, ma prima, quando sei sceso di sotto, ho aperto la prima pagina di alcuni volumi. Su tutti c'era scritto "Lee Felix" con i cuoricini sulle i» disse facendomi ridere, non aveva granché senso negarlo a quel punto.
«Già» e rimanemmo in silenzio per un po'.

«Scusa per oggi, non volevo offenderti»
Sospirai scuotendo la testa «Non fa niente» decisi.

Non fa niente.

Rimansi in silenzio a percorrere il profilo del lampadario, con Changbin al mio fianco, finché non sentimmo il campanello suonare.

«Vado io» Changbin si mise immediatamente a sedere sul letto, mettendo mano al portafogli che a quanto pare aveva lasciato sul comodino.
«Aspetta, ti do i soldi»
«Fa nulla, pago io» si affrettò fuori dalla porta.

Mi alzai di scatto e raggiunsi il mio zaino per prendere il portafogli il più velocemente possibile.

«Aspetta Changbin!» gli urlai a metà scalinata, ma lui aveva già una mano ben salda sulla maniglia.

«Buona sera, qui Pizza Pazza, due pizze Pikachu e una bottiglia di Coca Cola, fanno ventidue e t- Changbin?!» il fattorino interruppe il suo classico monologo con una nota di stupore nella voce.

«Cazzo, Jisung, ma tu non lavori solo nel fine settimana?» imprecò il corvino.
«Ho preso dei turni in più per aumentare le entr- ma che ci fa quello lì?» chiese puntando gli occhi su di me, ormai arrivato in fondo alle scale.

«Cazzo» imprecò nuovamente Changbin «Senti, ti posso spiegare» si affrettò a dire, ma il suo amico lo interruppe subito «Senti Bin, oggi è stata una giornata pesante, ma questo già lo sai, devo fare consegne in altre tre case, e come vedi sta piovendo a dirotto. Adesso non ho proprio il tempo per le tue cazzate, me lo racconti domani, ok?» chiese il ragazzo, scansandosi con la mano libera la frangetta bagnata che aveva appiccicata alla fronte.
Changbin annuì.

«Fanno ventidue e trenta, solo venti per te» riprese il castano.
Mentre Changbin contava i soldi, mi avvicinai a Jisung per togliergli di mano le scatole delle pizze e la busta con la bottiglia.

Lui mi squadrò dalla testa ai piedi prima di mormorare un leggero «grazie».

«Abbiate una buona serata...» disse una volta messo via il contante e ritornando al suo tono di voce standard «immagino...» aggiunse silenziosamente, prima di voltarsi e tornare verso il suo motorino.

🌈🌈🌈
Ehilà.
Spero stiate bene :)
Buon proseguimento.

It's Just About ExperienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora