7• domenica

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«Allora» cominciai, alzandomi dal letto e posizionandomi di fronte la porta «Partire eri partito bene» dissi, facendogli cenno di venirni incontro.

«Adesso, tu non mi hai baciato, e per fortuna aggiungerei, ma i punti da toccare erano quelli, quindi perfetto» appoggiai la schiena contro la porta e lo invitai ad avvicinarsi ulteriormente a me.

«Yuni dice sempre che ognuno ha i suoi punti deboli, cose che ci piacciono particolarmente» spiegai quando il ragazzo si fermò in piedi, a mezzo metro di distanza «Quello sta a te scoprirlo, "Sperimentare, sperimentare, sperimentare", Yuni lo ripete ogni cinque secondi. Però bisogna farlo gradualmente e smettere subito quando si capisce che un certo gesto non è apprezzato» iniziai a dargli le prime dritte.

«Sperimentare tipo?» chiese.
«Oh, non lo so, dipende da persona a persona, Yuni dice che le piace essere baciata qui» allungai il braccio e portai una mano dietro al suo orecchio, per toccargli il lembo di pelle proprio sotto al lobo «Non so perché, ma dice che questa cosa le piace tanto, puoi provarci con la tua ragazza» consigliai ritraendo lentamente la mano.

Lui annuì ad ogni mia parola, come se si stesse appuntando mentalmente tutto ciò che usciva dalla mia bocca.

«Dunque, come già detto, con i baci sembri esserci abbastanza, se avevi problemi pure con quelli era veramente un disastro. I veri problemi sono iniziati dopo che hai chiuso la porta».

Aspettai in silenzio per vedere se avesse qualcosa da chiedermi su quanto detto fino a quel momento. Lui mi fece cenno col capo di proseguire, così continuai con le spiegazioni «il vero problema è che sei troppo...» ci riflettei un attimo «Brusco» decisi infine.

Lui si avvicinò ulteriormente a me, portando il viso a pochi centimetri dal mio, uno sguardo cupo ad adombrargli gli occhi, già scuri di natura «Stai per caso rimarcando il fatto che non sono mai stato molto...» si fermò anche lui a riflettere per un momento «Delicato nei tuoi confronti?» terminò dopo qualche secondo.

Sì «No».
Voglio dire, non avevo minimamente pensato di fargli pesare il suo essere stato scortese con me per tutti quegli anni, certo, ma visto che c'ero avrei dovuto approfittarne, no?

«No» sospirai di nuovo «quello che volevo dire è che dovresti essere un po' più gentile. Non che il tuo approccio sia totalmente sbagliato, Yuni dice sempre "La forza giusta, al momento giusto", va bene essere un po’ più fisici, rende tutto più emozionante, ma tu per poco non mi sfondavi la porta, fa male sai?»

Changbin ridusse gli occhi a due fessure, come se stesse guardando qualcosa di lontano, ed iniziò a squadrarmi.

«Ti ho fatto male?» chiese.
«Un po'» scrollai le spalle «niente che tu non mi abbia già fatto in passato, comunque» risposi senza darci troppo peso, e scossi il capo cercando di ignorare tutti i brutti ricordi che la presenza del corvino mi faceva tornare alla mente.

«Dicevo, anche prima, quando mi hai buttato sul letto» presi il ragazzo per mano e lo condussi verso il materasso, fino a farcelo sedere sopra «avresti dovuto metterci meno forza, sono certo che mi hai rotto almeno due doghe del letto, che a proposito dovresti ripagare».

Lui fece un mezzo sorriso di sbieco.
Giuro che se se ne esce con una frase del tipo "Sapessi quante ne ho rotte di assi dei letti" lo caccio.
Fortunatamente decise di tenete i suoi pensieri per sé.

«E per finire» ripresi «quando sollevi una persona dovresti prenderla dalla vita e non dai lati del torace, mi hai perforato le costole con quelle tue dita ossute».
Lui aprì bocca per rispondermi, ma lo bloccai prima ancora che potesse iniziare «Avanti, esercitiamoci su questo per ora. Quando avrai imparato ad arrivare al letto senza ferire né mutilare gravemente il tuo partner, allora potremo passare allo step successivo».
«Quindi io sarei Malfoy, mentre tu saresti il mio piccolo elfetto domestico?» chiese dal nulla.

Non risposi. Non sapevo se essere più stupìto del fatto che avesse colto un riferimento ad Harry Potter, o arrabbiato poiché aveva appena trovato un soprannome da affibbiarmi fino alla fine del nostro accordo.

«Non mi piacciono i Serpeverde, sono degli stronzi» sentenziò lui, risvegliandomi dal mio silenzio
«Direi che il ruolo ti calza a pennello».

Lui mi regalò l'ennesimo sorrisetto della giornata, non capivo cosa avesse tanto da sorridere, visto che l'avevo appena insultato.

«Ci alleniamo?» chiesi infine.
Changbin annuì e si alzò per riprendere con le esercitazioni.

Fu così, che passai un intero pomeriggio a fare la trottola, facendomi sballottolare dalla porta al letto, poi di nuovo alla porta e così via.

Dopo due ore di tentativi, in cui Changbin non sembrava aver assimilato nessuno degli insegnamenti e dei consigli che gli avevo dato, decisi che era ora di fermarci.

«Okay, basta così, facciamo una pausa» sospirai, invitandolo a spostarsi da sopra di me.

Lui si alzò e si sedette a gambe incrociate al centro del letto.
«Non sono migliorato per niente, non è vero?» domandò con lo sguardo serio.
«Non granché» ammisi «non riesco a capire come ti sia guadagnato il titolo di "dio del sesso" considerando che sei un pezzo di legno».

Mi sedetti di fronte a lui ed iniziai a farmi un po' di aria con le mani. Stargli tutto il giorno attaccato mi aveva fatto accaldare non poco.

«Guarda che dal momento in cui il mio coso entra lì dentro, è tutto in discesa per me, il problema è il prima, a quanto pare».

Alzai gli occhi al cielo cercando di ignorare la mancata eleganza del suo commento, e ripresi a parlare «Tranquillo» dissi portando la mia attenzione al suo sguardo triste «è il primo giorno, migliorerai» cercai di rassicurarlo. Non so bene neanche io perché lo stessi facendo, dal momento che Changbin era l'ultima persona al mondo a meritare i miei incoraggiamenti. Ma ormai mi ero buttato a capofitto in quell’accordo, e se dovevo davvero fare quella cosa, tanto valeva farla bene.

«E poi questo non è tutto». Lui puntò i suoi occhi dritti nei miei.
Spostai lo sguardo sulla parete, cercando di ignorare l'ulteriore calore che quel contatto visivo aveva generato in me «La cosa più importante è il carattere».
A ripensarci adesso, sembra proprio una presa in giro, considerando il gran bel carattere di Changbin all’epoca.

«Sembra una frase fatta, ma è vero. Non importa se non sei granché a letto, quello lo impari col tempo» lanciai una rapida occhiata verso di lui per vedere se mi stesse ancora osservando: non mi aveva staccato gli occhi di dosso.

Decisi di tirarmi le maniche della felpa fin sopra gli avambracci, per cercare di contrastare l’ennesima vampata di calore che mi aveva travolto.

«La cosa più importante per le persone è essere stupite» ripresi riportando i miei occhi a vagare sulla parete «sai, quei piccoli gesti inaspettati fatti ogni tanto, senza motivo. Come quando baci qualcuno senza preavviso, o quando inizia ad accarezzargli i capelli senza dire niente, solo perché ti va, o quando lo stringi in un abbrac-Changbin!»

Senza rendermi neanche conto di come, mi ritrovai disteso sul materasso, il moro a cavalcioni sopra di me, che mi bloccava i polsi ai lati della testa, e con il volto vicino al mio come non lo era mai stato.

«Dici...» iniziò a sussurrarmi nell’orecchio, con un tono di voce che non gli avevo mai sentito prima, basso e suadente. I nostri nasi si sfioravano e potevo sentire il suo respiro caldo infrangersi sulle mie labbra «Che così va bene?»

«C-cosa?» balbettai, iniziando a tremare un poco, il corpo ormai completamente in fiamme.

«Ti ho stupìto?» chiese avvicinandosi ulteriormente a me, il suo corpo era premuto contro il mio e le nostre labbra talmente vicine che avevo paura potesse avvertirne il tremore.

«C-Changbi-»

Entrambi ci voltammo di scatto, al rumore della maniglia della porta che si abbassava.

🌈🌈🌈
Ehilà.
Dramarama Total Drama.
Ho vissuto per anni ed anni da Serpeverde convinta, ma da poco ho capito di essere una Tassorosso, mi si addice di più.
Buon proseguimento.

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