Capitolo 14

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Cameron
Il giorno dopo i suoi amici gli chiesero di uscire a cena insieme.
Liam mi aveva chiesto subito di andare con lui, e io ovviamente avevo accettato, felice che non fosse stanco di passare del tempo con me.
Stavamo passando un sabato sera stupendo, parlando di argomenti interessanti ma anche ridendo e divertendoci, proprio come avevamo fatto la sera di halloween. Era solo la seconda volta che mi vedevano, eppure mi avevano accolto come se mi conoscessero da tanto, non facendomi mai sentire un escluso. Mi ero quasi sentito deluso, però, perchè non sembravano emozionati come la scorsa volta, e anzi, sembravano essersi già abituati a vedere me e Liam insieme, seduti sempre uno vicino all'altro. Non avevano fatto battutine, nè rivolte a noi nè riguardo il nostro rapporto, non avevano più lanciato occhiate curiose a me o stupite a Liam, non erano rimasti sorpresi nel vedere quanto fosse cambiato il modo in cui interagivamo, molto più intimo e spontaneo rispetto all'ultima volta che mi avevano visto. Sapevo benissimo che forse stavo pensando troppo, e che magari si stavano comportando come delle persone normali solo per non mettere nessuno in imbarazzo. Speravo solo che si fossero accorti del nostro cambiamento, che fosse una cosa reale, e che non fosse avvenuto solo nella mia testa. Mi sentivo molto più legato a lui, da quando il nostro contatto fisico era aumentato. Iniziavamo ad essere davvero una coppia, per me.
Quando, dopo aver chiesto i menù per gli alcolici, la cameriera ce ne lasciò cinque, ovviamente nessuno di loro pensò di darne uno a Liam, visto che non aveva mai bevuto altro che coca-cola, con loro. Allungai la mano per prendere il mio, aprendolo mentre le altre due coppie discutevano tra di loro su quale cocktail ordinare per primo.
-Tu cosa prendi?- mi chiese Liam quasi sotto voce, sporgendosi verso di me e dando un'occhiata al menù plastificato che avevo in mano.
Sorrisi.
-Non ne sono sicuro... Vuoi prendere qualcosa anche tu?- chiesi guardandolo.
Si morse la guancia, osservando le foto dei cocktail come se ci stesse riflettendo.
-Quei due che abbiamo preso l'altra volta erano buoni... Quali sarebbero?- chiese indicando le pagine del menù.
Li cercai entrambi, indicandoglieli.
-Vuoi prima questo?- chiesi poi riferendomi a uno dei due.
Annuì, mordendosi di nuovo la guancia.
-Okay, lo prendo anch'io.- risposi allontanando il menù, per poi tornare a osservarlo. Avevo voglia di baciarlo.
-Che c'è?- chiese accennando un sorriso.
Sorrisi anch'io, ricambiando il suo sguardo.
-Niente.- dissi scrollando le spalle.
-Cameron, tu hai scelto?- mi chiese poi Aaron, pronto a chiamare la cameriera per ordinare.
-Sì, ho fatto.-
Mentre ordinavano i loro cocktail, io e Liam ci scambiammo un'occhiata. Non voleva che reagissero in modo esagerato, voleva che ordinassi anche per lui facendo finta di niente. Mi bastò uno sguardo per capirlo. Quando toccò a me e dissi "due" invece di "uno", assunsero tutti e quattro un'espressione perplessa.
-Perchè due?- mi chiese Caleb appena la cameriera si allontanò, osservando sia me che Liam.
Accennai un sorrisetto, e sembrò capire subito. In effetti, se non fosse stato per lui non sarei mai riuscito ad aiutare Liam e a fargli superare il senso di colpa, quindi gli ero grato per ciò che mi aveva rivelato la sera di halloween.
-Uno è per me.- ammise Liam, quasi con tono scocciato. Sapevo benissimo che era solo il suo modo di nascondere l'imbarazzo, perchè già prevedeva le loro reazioni e i loro pensieri.
Caleb sorrise ancora di più, così Aaron guardò prima lui e poi Liam, confuso. Mia spalancò gli occhi, voltandosi impercettibilmente verso Samuel, che guardava ora me ora Liam, come se volesse studiarci. Forse per imitazione, o forse perchè Liam aveva iniziato a provare interesse per il tavolo, tutti e quattro guardarono me. Mi veniva da ridere, ed ero anche felice di vederli finalmente così sorpresi. Non avevo idea di che espressione avessi.
-Sentite, io vado in bagno.- disse ad un tratto Liam, alzandosi.
-E quando torno, non fissatemi.- aggiunse poi indicandoli, con uno sguardo minaccioso. Mi lanciò un'occhiata più dolce, come a chiedermi scusa, poi se ne andò davvero verso il bagno. Chissà perchè mi aveva chiesto scusa con gli occhi.
-Che gli hai fatto?-
-Così l'hai mandato sulla cattiva strada, eh?-
-Quindi ha funzionato?-
-Perchè ci stiamo parlando sopra? Non si capisce un cazzo!-
Mia, Samuel, Caleb e Aaron, rispettivamente, si erano appena rivolti tutti a me.
Agrottai le sopracciglia, osservandoli mentre litigavano per decidere chi far parlare prima, poi scoppiai a ridere. Erano così strani e spontanei. Mi piacevano davvero.
-Zitti un attimo, cazzo!- esclamò Aaron ad un tratto, a voce più alta, ridendo quando Caleb gli diede uno schiaffo sul braccio.
-Cameron, lo so che siamo scemi e continuiamo a fare delle pessima figure con te, ma non hai idea di quante volte abbiamo provato a fargli assaggiare qualcosa, ma si incazzava da morire ogni volta! Insomma, penso che ormai tu lo conosca bene e lo sai che non ci si può parlare quando è arrabbiato...- spiegò ridendo. Risi anch'io.
-Sì, lo so.-
-Per questo siamo sconvolti!- esclamò Mia, gesticolando.
-Dai, sconvolti è troppo! Siamo... stupiti, ecco.- la corresse Samuel.
Lei si accigliò.
-Ma parla per te, io sono sconvolta! Voi due no?- insistette poi voltandosi verso Caleb e Aaron, che stavano ridendo. Caleb era l'unico a non essersi scomposto. Era la prova che non avesse detto a nessuno quello che aveva capito dello stato d'animo di Liam, e che si era aspettato tanto da me. Sembrava molto soddisfatto, e lo ero anch'io. Ero felice che Liam avesse degli amici così sinceri e premurosi, che lo amavano davvero.
-Io sono sconvolto da quando ci ha fatto conoscere Cameron.- rispose Aaron guardandomi con un sorrisetto divertito sulle labbra.
Annuirono anche gli altri.
-In che... senso?- chiesi confuso.
-Lo sai.- disse Caleb sorridendo.
Avevo paura che ci stessimo riferendo a delle cose diverse.
-Sentirselo dire lo renderà felice, dai. Non è una cosa così scontata.- disse Samuel alzando le spalle.
Forse mi stavano mettendo un po' in soggezione, effettivamente.
-È diverso quando ci sei tu. In senso buono. Sembra...- iniziò a spiegarmi Mia, guardando gli altri come per farsi aiutare.
-Più rilassato. Non si sforza più di apparire sempre forte e maturo.- finì di spiegare Samuel, osservando Caleb e Aaron per chiedere loro una conferma, che diedero immediatamente.
Sentii il cuore battere più forte, davanti a quella scena. Si erano davvero accorti di qualcosa, ancora più importante di ciò di cui mi ero preoccupato io per tutta la sera. Avevano notato un cambiamento che avevo ignorato e dato per scontato. Io ero abituato a vedere ogni sua sfaccettatura, a vedere quel suo lato tenero che teneva sempre per sè, senza neanche farlo apposta, mentre per loro era una piccola novità. Avevano detto che ne ero io la causa, in un certo senso. Il solo pensiero di averlo aiutato ad essere se stesso in ancora più occasioni mi rendeva orgoglioso come non mai di quello che avevamo costruito insieme. Ci stavamo migliorando e sostenendo a vicenda, ed ero grato a Liam per avermi permesso di fare con lui cose che non aveva mai permesso a nessuno. Forse ne capivo l'importanza proprio perchè eravamo simili, entrambi così orgogliosamente introversi e solitari. Non avrei mai smesso di sentirmi fortunato.
-Zitti, sta tornando!- esclamò ad un tratto Mia a voce più bassa. Smisero davvero di parlare, mentre Liam tornava dal bagno. Prima che si sedesse, incrociai gli occhi di Caleb. Sembrava si fosse tolto un peso, e mi guardava come per ringraziarmi. Vedere Liam soffrire a causa di una situazione che lo aveva coinvolto aveva fatto stare male anche Caleb, evidentemente. 
"Liam smetterà di chiederti scusa per quella dannata sera. È passata, per tutti", avrei voluto dirgli. Ma sentii che aveva capito lo stesso.
-Bene, vi siete sfogati? Avete finito di parlare male di me?- chiese Liam appena si sedette, osservandoli tutti e quattro. Scoppiarono a ridere, senza però rispondere seriamente. Arrivarono anche i nostri cocktail, nel frattempo.
-Qualunque cosa ti abbiano detto, cancellala dalla tua memoria. Sul serio.- aggiunse poi Liam a voce più bassa, voltandosi a guardarmi mentre beveva dalla cannuccia.
Assunsi un'epressione divertita, realizzando una cosa.
-Per questo mi hai chiesto scusa con lo sguardo? Sapevi che avrebbero avuto voglia di parlarmi?-
Non avevo bisogno di risposte, in realtà. Avevo capito che era andato in bagno non perchè era imbarazzato per se stesso, ma perchè se avessero chiesto spiegazioni mentre eravamo entrambi lì ci saremmo sentiti strani.
-Però non voglio sapere cosa ti hanno detto.- disse subito distogliendo lo sguardo. 
Forse lo stavano facendo apposta, ma si erano messi a parlare tra di loro, ignorando le parole che ci stavamo scambiando noi due.
-Neanche se sono cose belle?-
Si voltò lentamente, ancora con le labbra sulla cannuccia, posando gli occhi sul mio sorrisetto. Il suo sguardo si addolcì, e accennò un sorriso anche lui. Sembrava ci stesse riflettendo.
-Se fai quell'espressione non le voglio sapere, neanche se sono cose belle.-
-Perchè? Che espressione ho?- chiesi curioso, divertito dal suo sopracciglio alzato. Sorrise di nuovo.
-Da sfacciato.-
"Cazzo, ho proprio voglia di baciarti".

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