Capitolo 20

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Liam
Durante le feste avevo pensato, chissà perchè, che le cose che non andavano tra noi si sarebbero potute sistemare nel giro di pochi minuti passati a guardarci negli occhi. Ovviamente mi ero sbagliato. Forse avevo lasciato che l'atmosfera natalizia e il solito breve entusiasmo per l'anno nuovo mi contagiassero troppo.
Io continuavo a mandare a Cam canzoni d'amore, sperando che lui me ne mandasse un'altra o che almeno mi dicesse che lo rendevano felice e che erano abbastanza per fargli capire quanto lo amavo, invece lui continuava a non dirmi niente. Aveva iniziato a notare la mia gelosia, ritenendola ingiustificata e sostenendo che fosse un segno della mia poca fiducia nei suoi confronti. Anzi, ad essere sincero, all'inizio aveva fatto di tutto per rassicurarmi e convincermi che non avevo motivo di sentirmi in quel modo, poi, poco dopo, aveva smesso di farlo, così avevo iniziato a sentirmi ancora più insicuro. Più lo sentivo distante da me e più mi ingelosivo, più lui si irritava e più litigavamo, così ci allontanavamo e io mi convincevo che si stava stancando di me. Tutto anche solo nel giro di mezz'ora. Succedeva sempre nello stesso modo, come se entrambi non riuscissimo a smettere di seguire uno schema. Faceva una delle cose che mi davano fastidio, tipo fare un commento su un ragazzo in tv o ricambiare il sorriso di qualcuno in un negozio, io iniziavo a lanciargli frecciatine o a fare battute cattive, lui cercava di non perdere la calma ma poi si arrabbiava, litigavamo per qualche minuto, poi c'erano due possibilità: se succedeva quando eravamo in giro insieme ed eravamo con una sola macchina, tornavamo a casa del proprietario della macchina in silenzio, stavamo entrambi per un po' con il broncio, ma nella stessa stanza, poi ci chiedevamo scusa a vicenda e facevamo l'amore; se succedeva in casa di uno dei due, restavamo in stanze separate per un po', poi uno dei due andava in camera da letto, dall'altro, e finiva di nuovo nello stesso modo. Non ne parlavamo mai veramente, però. Continuammo così fino alla metà di gennaio.
Una sera mi chiamò, dicendomi che Dominic l'aveva di nuovo invitato ad uscire con lui, Melody e i loro amici. Era sabato, mia madre era a lavoro, e avremmo dovuto passare la serata e la notte insieme, a casa mia. Mi fu difficile trattenermi dal chiedergli di non andarci. Avevo sempre odiato le persone che impediscono al proprio partner di fare certe cose o di passare il tempo con certe persone, ma ora che ero in una relazione mi rendevo conto di quanto fosse tutto più facile teoricamente, piuttosto che nella viverlo in prima persona.
-Non dovrei fare tardi, quindi volevo chiederti se posso venire da te dopo la cena. Che ne pensi?- mi chiese con tono dolce.
"Penso che vorrei che tu venissi qui, adesso, e che tu li ignorassi tutti, persino Dominic", pensai subito. "Ma non posso dirtelo", pensai poi.
-Certo, per me va bene. Mandami un messaggio quando stai per tornare.- risposi, cercando di suonare il più calmo possibile.
Rimase in silenzio per un attimo. Forse non lo avevo convinto?

Cameron
Non capivo se era tranquillo sul serio o se stava nascondendo la voglia di mandarmi a quel paese. Facevo fatica a capire quali fossero le cose che gli davano fastidio davvero e quali no, ultimamente. Non mi sembrava di attirare abbastanza attenzione da renderlo così geloso quanto si mostrava, eppure a volte mi faceva sentire in colpa, come se gli avessi mancato di rispetto in qualche modo o come se avessi mandato strani segnali ad uno sconosciuto con il quale avevo scambiato un'occhiata distratta. Anche in quel momento, mi sentivo in colpa. Volevo passare la serata con lui, ma volevo anche uscire con Dom e Melody, e i loro amici, quindi avevo pensato "perchè non posso fare entrambe le cose?". Nonostante ciò, se Liam mi avesse chiesto di non andare, e mi avesse spiegato perchè non voleva, ero sicuro che sarei corso a casa sua ad abbracciarlo. Eppure, sapevo che anche quello sarebbe stato sbagliato perchè, per quanto lo amassi, non dovevo permettergli di prendere decisioni al posto mio, nè di privarmi del mio spazio. Erano problemi che non avevo mai avuto in vita mia, e che ancora non sapevo come affrontare nel modo migliore. Mi chiedevo come facessero Caleb e Aaron, e Mia e Samuel, a gestire quel tipo di situazioni. Persino Dom e Melody sembravano più uniti di me e Liam, e ciò mi faceva male.
-Sicuro?- insistetti, prestando attenzione al suo tono di voce quando mi rispose.
-Sì, sicuro.-
O era tranquillo sul serio, o era diventato bravissimo a fingere.
-Non è che vuoi venire con me?- gli chiesi ridendo, forse solo per convincermi che il problema fosse nella mia testa, e che ci stessi pensando troppo.
Si mise a ridere.
-No, ti ringrazio, rifiuto l'offerta.-
Risi di nuovo.
-Che mangerete di buono?- mi chiese poi.
-Non vogliono spendere tanto, quindi sicuramente finiremo al McDonald's come l'ultima volta, o in un altro fast food.-
-Saranno sempre gli stessi, o si è aggiunto qualcuno in più, stasera?-
-No, no, sempre gli stessi, che io sappia. Se si aggiunge qualcuno che non conosco me ne vado.- ammisi ridendo.
Rise anche lui, in modo dolce, facendomi sentire un tremolio nello stomaco.
-Beh, allora ti lascio, così inizi a vestirti... ci sentiamo dopo, okay?- disse poi.
Accennai un sorriso, sentendomi sollevato.
-Certo, a dopo.-
Quando chiusi la chiamata, tirai un sospiro di sollievo. Non ci era rimasto male, per fortuna.

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