Capitolo 26

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Cameron
Impiegammo circa mezz'ora ad arrivare. L'entrata del bar dava su una grande piazza, e su un lato di questa c'erano i posti per le macchine. Dopo aver parcheggiato, io e Liam scendemmo dall'auto, raggiungendo quella di Robert. Impiegò un po' a scendere.
-Ci sei?- chiesi, osservandolo.
-Sì, sì.- mi liquidò con fare serio, osservando le vetrate del bar da lontano, come se potesse vedere le persone all'interno.
Rimanemmo in silenzio per un po', fermi. Lui che guardava quel palazzo e io e Liam a scambiarci occhiate complici.
-Andiamo?- chiesi ancora, dandogli una pacca sulla spalla.
Annuì, smettendo di giocare con le chiavi dell'auto, poi fece qualche passo.
-L'hai chiusa la macchina?- gli chiese Liam.
Robert si fermò, spalancando impercettibilmente le palpebre.
Sospirò, voltandosi e chiudendo la propria auto, poi ricominciò a giocare con le chiavi con fare nervoso. Era così teso che la sua espressione sembrava corrucciata, così perso nei pensieri da avere la fronte corrugata e le sopracciglia quasi aggrottate.
-Siamo solo tre normali clienti capitati qui per caso.- disse Liam, rivolgendosi a Robert, per tranquillizzarlo, ma anche per ricordargli che non doveva far capire subito quale fosse la sua intenzione.
Annuì, ma non ero sicuro lo avesse ascoltato veramente. Liam mi guardò di nuovo, e scrollai le spalle come a dire che non c'era modo di aiutarlo a rilassarsi. Ero agitato per lui, in realtà, non avevo idea di come si sentisse. Appena entrammo ci guardammo intorno, per motivi diversi, e capii che era uno di quei posti in cui servono al tavolo e portano un menù, anche se si prende solo una tazza di caffè. Robert non smise di cercare Eric con lo sguardo neanche per un istante, anche mentre ci mettevamo seduti, ma niente. Prendemmo un tavolo da quattro. Io e Liam eravamo vicini, mentre Robert era di fronte a me e dava le spalle al bancone, nell'altra sala, che però vedevamo perfettamente, almeno in parte.
Fu un ragazzo a portarci tre menù. I membri del personale erano almeno cinque, e molti tavoli di entrambi i piani del bar erano occupati.
-Allora, che... che prendiamo?- chiesi, togliendomi il giacchetto e lasciandolo cadere sullo schienale della sedia.
Liam aprì il menù, poi fece lo stesso.
-È uguale, ordina una tazza di caffè.- disse Robert, senza smettere di guardarsi intorno e di raddrizzare la schiena appena notava qualcuno con la divisa del bar addosso.
-Non possiamo ordinare solo una tazza di caffè.- disse Liam, cercando di ridere per alleggerire l'atmosfera.
-Infatti. E poi perchè devo farlo io?-
-Non ho voglia di caffè.- disse Robert, rivolgendo i suoi occhi ambra al menù. Non ero sicuro che si rendesse conto di quello che diceva. Anzi, non se ne rendeva conto e basta.
-Lo so che non hai voglia di niente, ma almeno se arriva e ti vede mentre bevi o mangi crederà al fatto che tu sia qui per caso.- spiegai.
-Fate voi, allora.-
Sospirai, voltandomi verso Liam, che assunse un'espressione comprensiva, e un po' dolce.
-Tre aperitivi? Che dici?- mi chiese.
Erano quasi le sei di sera, non era una cattiva idea.
Annuii, sorridendo. Mi resi conto che l'espressione di Robert si era rilassata un po', guardandoci. Notò un'altra persona che lavorava lì, e appena si rese conto che era solo una ragazza che puliva un tavolo vicino al nostro, la chiamò, ordinando. Mentre aspettavamo gli aperitivi, tentammo di parlare del locale, della zona, della strada che avevamo fatto per arrivare lì, fingendo di non star pensando tutti e tre "dove cazzo è Eric?". Osservai la ragazza di prima, ora dietro il bancone, che preparava tutto su un vassoio, mentre scrutavo anche i volti dei suoi colleghi, senza buoni risultati. La vidi venire verso di noi col vassoio tra le mani.
-Ecco qua.- disse sorridendo gentilmente, mentre metteva tutte quelle ciotoline di vetro contenenti patatine, stuzzichini, pizza e altro sul tavolo.
-Adesso vi portano da bere.- aggiunse subito, mentre finiva di poggiare tutto.
-Grazie.- dimmo tutti e tre, nello stesso momento, ridendo mentre si allontanava.
Abbassai lo sguardo sul cibo, cominciando subito a mangiare, e lo stesso fece Robert, stranamente, rilassandosi per un attimo. Poi Liam mi diede un colpetto sulla gamba con la mano. Lo guardai, poi rivolsi lo sguardo di fronte a me, nella sua stessa direzione, e mi salì il cuore in gola.
Robert era di spalle, si accorse che era lui solo quando si accostò al nostro tavolo e sentì la sua voce, alzando la testa di scatto.
-Ecco tre analcolici ai frutti rossi, scusate l'attesa.- disse Eric con un sorriso, senza distogliere lo sguardo dai bicchieri, per non farli cadere.
Ne mise uno davanti a Liam, che borbottò un "grazie", poi davanti a me, ma ero troppo preso a guardare l'espressione di Robert per ricambiare il suo sorriso. Forse per la faccia che avevo fatto, si voltò verso Robert, un istante prima di posare le dita attorno all'ultimo bicchiere. Si bloccò letteralmente. Come gli attori nei film quando il personaggio che interpretano è troppo sconvolto. Cercai la mano di Liam, non sapevo nemmeno io perchè, e lui me la strinse. Si guardarono per diversi secondi, immobili, come se avessero smesso di respirare. Poi Eric sbattè le palpebre, si tirò un po' più su, e mise il bicchiere davanti a Robert, che non riusciva a smettere di guardarlo. Eric ricambiò di nuovo il suo sguardo, ma stavolta sembrava diverso. Si portò il vassoio al petto, tenendolo con una mano. Era come se stessero parlando, gli occhi azzurro cielo di Eric dentro quelli ambra di Robert, l'uno con le sopracciglia chiare e sottili leggermente aggrottate, quelle scure e spesse dell'altro quasi alzate, insieme alle palpebre leggermente spalancate. I loro sguardi avevano intensità diverse, eppure in qualche modo si somigliavano.
-Non sapevo lavorassi qui.- disse Robert.
Eric distolse lo sguardo per un attimo.
-Sono il proprietario.- rispose lui, tornando subito ad osservarlo.
L'avevo visto solo in foto, eppure l'aria che lo circondava era la stessa. C'era davvero qualcosa di elegante in lui, di profondamente affascinante in un modo difficile da descrivere. Forse era il suo aspetto curato, o la sua voce limpida e pulita, o il fatto che dimostrasse molti anni in meno di quanti ne aveva, come Robert. Aveva un'espressione solenne e sostenuta, ma forse era solo per nascondere quello che stava provando. Robert invece aveva lo sguardo perso, come se ora esistesse solo Eric. Sarebbe potuto scoppiare un incendio e neanche se ne sarebbe accorto, tanto era preso a guardarlo, ne ero sicuro. Eric era più freddo, ma non smetteva di scrutarlo.
-È un bel posto. Elegante.- gli disse Robert.
Per un attimo gli occhi di Eric mutarono espressione. Li distolse.
-Grazie.- disse, guardando altrove, come se qualcuno lo stesse cercando. Poi osservò il tavolo.
-Porto qualcos'altro al posto delle noccioline?- chiese, sempre a Robert.
Io e Liam eravamo invisibili, ormai. Poi capii che si erano detti di nuovo qualcosa di importante, in realtà, perchè Robert spalancò piano le palpebre, di nuovo, anche se pochissimo. Sorrise, ma non come faceva di solito. Sorrise come se un bambino gli avesse offerto una caramella. Non aveva mai sorriso in quel modo in tutta la sua vita, non davanti a me.
-No, ma grazie.-
Eric sembrò più scosso che sorpreso, non capii bene da cosa, nè perchè. Si era bloccato di nuovo. Poi si voltò quasi di scatto verso me e Liam, sorrise ad entrambi in modo un po' forzato e tornò verso il bancone, con calma, nella parte che io e Liam non riuscivamo a raggiungere con lo sguardo.
Robert riprese a respirare normalmente, Liam e io lasciammo l'uno la mano dell'altro. Liam mi fece cenno di dire qualcosa, così annuii.
-Non ho idea di cosa vi siate detti, ma l'orecchino l'hai visto, no? Lo porta sempre, mi sa.-
Si mise a ridere.
"È impazzito", pensai, scambiando di nuovo un'occhiata confusa con Liam.
-L'ho visto, sì, ma il problema è un altro.-
-Cioè?- chiese Liam.
Robert girò distrattamente la cannuccia nel proprio bicchiere.
-È felice di vedermi, ma allo stesso tempo non mi vuole vedere. Ed è pure di cattivo umore oggi.-
Non era assurdo solo il fatto che avesse capito cose come quelle in pochi secondi e che le stesse dicendo con un sorrisetto sulle labbra. La cosa che più mi sconvolgeva era il fatto che adesso sembrava già più sicuro di sè, come se avesse ripreso il controllo di se stesso.
-È bastato questo a tranquillizzarti? Sul serio?- gli chiese Liam, con un sopracciglio alzato, togliendomi le parole di bocca.
-Non mi sono tranquillizzato. È solo che ora so di riuscire ancora a capirlo.-
Osservò il tavolo per un po', come se stesse riflettendo.
-Dov'è?- chiese poi, guardando entrambi.
-Io non vedo niente.- risposi.
-Credo sia in fondo al bancone, mi sembra di vedere il suo braccio.- disse Liam, sporgendosi un po' dalla sedia, come per vedere più in là.
-Spero non mi mandi a fanculo.- disse Robert, sospirando, per poi alzarsi.
Aggrottai le sopracciglia, assolutamente confuso.
-Ma è scemo?- disse Liam.
-Non sto capendo un cazzo.-
-Pensavo che avremmo assistito ad una scena drammatica, lacrime e nomi sussurrati... Manco per il cazzo.-
Scoppiai a ridere, coprendomi la faccia con le mani.
Non sapevamo neanche cosa stesse succedendo, perchè non riuscivamo a vederli.
-Ci tocca aspettare.- dissi, dopo essermi asciugato le lacrime.
Liam emise l'ultima risatina.
-Che tipi.-
Riprendemmo a mangiare e bere.
-Però il fatto che siano riusciti a comunicare in quel modo solo con lo sguardo, dopo tutto questo tempo, è un bene, no?- disse Liam, visto che entrambi stavamo riflettendo su quei due.
-Direi proprio di sì.-
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
-Che poi, ora che ci penso... Non sono abituati a stare insieme in pubblico.- riflettei ad alta voce.
Liam si voltò verso di me, spalancando gli occhi.
-Insomma, magari a scuola stavano insieme agli altri compagni, sì, ma come amici. Non sono mai stati loro stessi davanti agli altri.- continuai.
Forse era anche per quello se le loro reazioni erano state così contenute e controllate, apparentemente.
-Cazzo, hai ragione.-
Ci guardammo per un secondo.
-Muoio dalla voglia di sapere cosa si stanno dicendo.- ammisi.
-Anch'io. Però mica possiamo andare lì ad origliare o a fissarli...-
-No, infatti...-
Sospirammo.
-Che palle.- borbottammo insieme.
Ridemmo di nuovo.

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