Capitolo 18

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Cameron
Subito dopo essere usciti dalla casa di Robert, io e Dominic ci eravamo seduti nella sua macchina, per parlare di quello che avevo trovato e per fargli vedere le foto. Anche secondo lui c'erano grandi possibilità che Eric provasse gli stessi sentimenti di Robert, e l'unico modo che avevamo per aiutare quest'ultimo e, secondo noi, per renderlo di nuovo felice e libero dal passato, era cercare questo Eric e farli incontrare. Dopo l'appoggio ricevuto dal mio migliore amico, quindi, una volta tornato a casa avevo cercato il nome "Eric Moore" su diversi social network, scoprendo molto più di quanto mi aspettassi. Il pomeriggio dopo ero andato a casa di Liam, e gliene avevo parlato appena ci eravamo seduti sul divano, mostrandogli le foto che avevo trovato a casa di Robert, le dediche, e tutto quello che avevo trovato su Facebook e Instagram riguardo Eric. Liam aveva notato anche un dettaglio che a me era sfuggito, ma che forse Robert avrebbe potuto trovare interessante. Per Liam l'unica cosa da fare era parlarne subito e apertamente con Robert, senza fare altre cose alle sua spalle e senza giungere a conclusioni affrettate perchè, nonostante quella dedica avesse spiazzato sia noi due che Dom per la sua profondità e la sua tristezza, non significava che per Eric quella storia o Robert avessero ancora importanza. Ovviamente gli avevo dato ragione, perchè ce l'aveva. Era inutile continuare a fare supposizioni e a sperare che tutto finisse bene: bisognava parlarne con i diretti interessati, sempre ammesso che lo fossero, poi.
Così il giorno dopo, verso mezzogiorno, tornai a casa mia, parcheggiando la macchina ed entrando subito nel condominio di Robert. Appena aprì la porta di casa e guardò la mia faccia, capì che stava per succedere qualcosa di serio. Ero preoccupato perchè sapevo che si sarebbe arrabbiato, e soprattutto perchè sapevo che anche solo sentir pronunciare il nome di Eric l'avrebbe fatto soffrire.
-Che hai? Non eri da Liam?- chiese, scrutandomi il volto con la fronte corrugata.
-Sì, sono tornato adesso. Posso?- chiesi, indicando l'interno della casa.
Spalancò un po' gli occhi.
-Me lo chiedi pure? Forza, entra.-
Mi fece passare, chiudendo la porta e seguendomi in cucina.
Mi osservò con le mani sui fianchi mentre mi toglievo il giacchetto e lo posavo su una sedia.
-Ti devo parlare di una cosa.- dissi sedendomi, poggiando il telefono sul tavolo.
Corrugò di nuovo la fronte.
-Stai bene? È successo qualcosa?-
-No, no, sto bene, non sono io.-
-È successo qualcosa a Dominic? A Liam?- insistette, facendo un passo avanti.
-No, stiamo tutti bene, sul serio. Scusa.-
Il suo corpo si rilassò, così come la sua espressione. Mi sentii un po' in colpa per averlo fatto preoccupare, ma allo stesso tempo quella reazione mi intenerì e mi rese felice.
-Dai, allora, parla.- disse, incrociando le braccia al petto.
Presi un bel respiro, iniziando a torturarmi le pellicine ancor prima di aprire bocca.
-Ho trovato Eric su internet, ho scoperto delle cose che non so se già conosci e te le voglio dire. So che ti incazzerai, ma non mi interessa, visto che non me ne vuoi mai parlare.- spiegai, fingendo di non aver notato quanto violentemente fosse cambiata la sua espressione appena avevo pronunciato il nome dell'amore della sua vita.
Impiegò un po' a rispondermi, forse perchè non sapeva da dove iniziare.
-Se già lo sai, perchè non ti sei fatto gli affari tuoi, Cameron?-
Mi gelò con lo sguardo, ma ignorai anche quello.
-Perchè mi sono rotto il cazzo, Robert. È una cosa che devi affrontare, lo so quanto ti renda infelice vivere senza di lui, ed è inutile che tu mi dica che eravate ragazzini e che vi siete rifatti una vita, perchè so che se potessi torneresti da lui. Anzi, in realtà puoi, solo che hai paura che si sia dimenticato di te, vero?-
Lo vidi serrare la mascella, mentre mi trafiggeva l'anima con i suoi occhi color ambra, come se mi stesse chiedendo "perchè devi farmi questo?". In quel momento mi detestava, ma mi stava bene. Se non gli avessi parlato in quel modo, non avrebbe reagito, come al solito. Invece, stavolta la sua espressione mi diceva che avevo ragione.
Spostò lo sguardo a terra quando si rese conto che non avevo intenzione di cedere o di andarci più piano. Si massaggiò gli occhi chiusi, sospirando.
-Che significa che l'hai trovato? Come hai fatto?-
-Te lo dirò più tardi.-
-Perchè sennò mi incazzerei, immagino.-
Annuii con forza, senza distogliere lo sguardo, facendolo almeno ridere.
-E che hai trovato, forza, che mi devi dire?- chiese, sedendosi di fronte a me.
Quella reazione mi motivò ulteriormente.
-Intanto so dove lavora. Tu lo sai?- iniziai a dirgli.
Scosse la testa, assumendo un'espressione indecifrabile. Sembrava curioso ma al tempo stesso spaventato, anche se non sapevo da cosa. Mi sembrava anche strano, se non assurdo, che non l'avesse mai cercato sui social anche solo per vedere che fine avesse fatto.
-Gestisce un bar parecchio famoso al centro di questa città. Sarà a mezz'ora da qui, più o meno.- spiegai mostrandogli le foto e le screenshot che avevo salvato sul mio telefono due sere prima.
Le osservò con attenzione, come se stesse cercando qualcosa, così capii che dovevo iniziare dal principio.
-L'ho cercato prima su Facebook e poi su Instagram. Lui non ha postato quasi nulla, ma ho trovato il profilo di una sua collega e amica che invece pubblica un sacco di foto del bar e con lui. Ecco, guarda, queste sono della settimana scorsa.-
Girai il telefono in modo che potesse vederne lo schermo. Mi sentii male nel vedere con quanta intensità stesse osservando l'Eric che non conosceva, l'Eric diventato uomo come lui. Sembrava che tutti i suoi muscoli facciali fossero in tensione.
-Ne ho salvate altre, se scorri...- mormorai quasi, contagiato dal suo sguardo triste.
Guardò anche le altre foto, in silenzio. In alcune c'era solo Eric, in altre era circondato da colleghi e amici. Erano tutte foto scattate da altre persone, mai da Eric stesso.
-Sei anche fortunato, è rimasto un gran figo...- mormorai, accennando un sorriso.
Si mise a ridere, ma sempre con quel velo di tristezza nello sguardo.
-Non posso darti torto.-
Lo osservai per qualche secondo.
-Davvero non l'hai mai cercato?-
Alzò lo sguardo su di me solo per un attimo, poi scosse la testa.
Stavo per chiedergli il perchè, ma mi venne in mente un'altra cosa, prima.
-Sempre su Facebook, ho letto dei messaggi che alcune persone gli hanno lasciato sul profilo, nel quale gli facevano le condoglianze per la morte dei genitori, quasi due anni fa. Tu come hai fatto a sapere che erano morti? Pensavo lo avessi scoperto come me, ma hai detto che non l'hai mai cercato...-
Mi resi conto che smettere di fissare quelle foto gli costava un certo sforzo, ma riuscì a guardarmi per qualche secondo, mentre mi rispondeva.
-È stato un caso, in realtà. Una sera ero al supermercato e ho incontrato un vecchio compagno delle superiori. Ci siamo salutati e quando mi ha chiesto se andava tutto bene gli ho spiegato che era un periodo duro perchè avevo appena perso mio padre e mia madre stava male, così lui, oltre a dirmi che gli dispiaceva, ovviamente, ha detto una cosa tipo "certo che le disgrazie accadono tutte insieme, eh?". Io gli ho chiesto cosa intendesse, e lui mi ha spiegato che i genitori di... di Eric erano morti entrambi da poco, e che pensava io e lui fossimo ancora in contatto, visto che da giovani eravamo così legati. È successo un paio d'anni fa, effettivamente.-
-Ma questo qui lo sapeva che stavate insieme, all'epoca?-
Rise di nuovo, in modo strano.
-Non lo sapeva nessuno.-
Rimasi in silenzio per un paio di secondi, e lui tornò a guardare le foto.
C'era qualcosa che non mi tornava, la sua reazione era stata troppo pacata. Sembrava solo triste e perso, non arrabbiato, come mi ero aspettato io. E poi capii.
-Tu pensi che sia ancora sposato, vero?- chiesi a voce più bassa.
Si bloccò, poi mi guardò negli occhi con le sopracciglia aggrottate.
-Che significa, Cameron?-
Spalancai impercettibilmente gli occhi, iniziando ad agitarmi sulla sedia. Ecco perchè era così triste, era convinto che Eric fosse sposato, era convinto di non avere alcuna speranza!
-Senti, mi ricordo quello che mi hai raccontato anche se sono passati anni, ma ti assicuro che non porta la fede, che non ha nè una moglie nè una famiglia. Le hai guardate le foto, no? Hai visto una fede?-
Tirò velocemente su il telefono, iniziando a rivederle tutte, concentrandosi su quel particolare, mentre i muscoli del suo viso si rilassavano sempre di più.
-Però non significa niente. Magari è ancora sposato, ma semplicemente non indossa la fede.- disse però poi, tornando a guardarmi con la fronte corrugata. Sembrava avesse paura di darsi delle false speranze.
-No, Robert, fidati di me. Quella sua collega e amica che ti dicevo prima ha anche tantissime storie in evidenza su Instagram. Volevo evitare, ma se vuoi te le faccio vedere. Passano tantissimo tempo insieme e hanno molta, molta confidenza. Non credo che una moglie, per quanto si fidi, possa accettare una cosa del genere. E se avesse dei figli, questa sua amica li avrebbe già mostrati sul suo profilo.- spiegai, mentre la cercavo su Instagram.
Appena cliccai sulla prima storia in evidenza, mi tornò in mente il dettaglio che aveva notato Liam in alcune di quelle storie.
-Ah, prima di questo, però -
-Cosa?-
Sembrava esasperato. Mi faceva tenerezza.
-Eric portava gli orecchini da giovane? Anzi, uno, visto che sembra avere il buco solo ad un orecchio. Lo portava?-
Rimasi stupito dall'espressione quasi sconvolta di Robert, preoccupandomi.
-Che ho detto?- chiesi osservandolo, rendendomi conto che era addirittura diventato più pallido.
-Fammi vedere.-
-Perchè?-
-Cameron, fammi vedere!- esclamò serio, alzando la voce e muovendo la mano come per farsi dare il telefono, facendomi trasalire per la sorpresa.
Cercai in fretta le storie in cui si vedeva meglio, quelle in cui Liam aveva notato l'orecchino nero a forma di cuore spezzato a metà, dicendo "mi sembra un po' strano per un quarantenne, anche se sono gusti". Passai il telefono a Robert, facendogli vedere a cosa mi riferissi. Corrugò lentamente la fronte, e notai il suo petto gonfiarsi come se stesse trattenendo il respiro.
-Robert, che...-
Le parole mi morirono in gola quando mi resi conto che gli erano salite le lacrime agli occhi. Poggiò bruscamente il mio telefono sul tavolo, coprendosi gli occhi con una mano e stringendo l'altra a pugno, fino a far diventare le nocche bianche. Rimasi in silenzio, fermo e con la bocca ancora aperta, come se stessi ancora cercando qualcosa da dirgli, senza neanche avere idea di cosa stesse succedendo dentro di lui.
Ripresi il telefono, cominciando a torturarmi le pellicine, mentre ascoltavo il silenzio della stanza e il respiro strozzato di Robert. Non sapevo se stava piangendo o se stava trattenendo le lacrime, non sapevo cosa ci fosse di tanto speciale in quell'orecchino.
-Perchè devi farmi questo?- mormorò a bassa voce, quasi a se stesso, sospirando.
Pensai ce l'avesse con me, all'inizio, ma poi capii che quella domanda era rivolta ad Eric.
Quando deglutì, scostando la mano da davanti agli occhi, mi fece strano vederli così lucidi e arrossati. L'avevo visto così solo quando ci eravamo confessati a vicenda il nostro vero orientamento sessuale.
-Ti va di dirmi che significa?- chiesi titubante, con tono gentile.
Sospirò, strofinandosi la barba curata e guardandomi.
-Voleva farlo da giovane, il buco all'orecchio, ma i genitori dicevano che era da "finocchio" e lui non aveva il coraggio di andar loro contro. Così io ho rubato un paio di orecchini a mia sorella, gli ho dato una delle due metà del cuore e gli ho fatto promettere di indossarlo, quando avrebbe trovato il coraggio.-
Si mise a ridere in modo strano.
-Io l'ho pure persa, la mia metà. E lui se la mette anche.- mormorò coprendosi il viso con entrambe le mani.
"Oddio", pensai.
-Devi vederlo. Liam aveva ragione, era una cosa importante! Lo sai cosa significa!-
-L'hai detto anche a Liam?- chiese dopo essersi scoperto il viso.
Distolsi lo sguardo.
-Lo so, scusami. Ma non cambiare argomento! Cos'altro ti serve per deciderti?!- esclamai gesticolando, rendendomi conto che il mio entusiasmo cozzava terribilmente con la sua espressione distrutta e gli occhi ancora rossi.
-E se poi scopro che è ancora sposato, o che sta con un altro, che faccio? Con che faccia posso presentarmi davanti a lui, dopo vent'anni?-
-Cazzo, Robert, ma ti senti?! Prendi sempre in giro me e Dominic, ma mi sembra che anche tu non sia poi così deciso e sicuro, eh.-
-Sono due cose diverse, non farmi incazzare.-
Alzai gli occhi al cielo, e per un istante pensai mi fosse venuto spontaneo a forza di stare con Liam, visto che era una cosa che di solito faceva lui, non io.
-Senti, si è sposato quando aveva vent'anni, e solo perchè i genitori avevano capito che era gay e volevano che si sbrigasse a creare una famiglia "tradizionale" del cazzo.- iniziai a spiegare, mimando le virgolette con le dita di entrambe le mani con espressione disgustata.
-Adesso non è più sposato, non ha figli, e porta il tuo orecchino.- continuai deciso.
-Non significa niente, e tu lo sai, Cam. Capisco che tu lo stia facendo per me, e ti ringrazio, ma puoi smetterla, adesso.-
Osservai la sua espressione seria, ma anche incredibilmente calma, e ne fui condizionato. Mi calmai anch'io. In fondo non era un mio coetaneo e neanche un ragazzino più giovane di me, non era quello il modo giusto per motivarlo. Robert era un tipo concreto, non uno che si costruiva castelli in aria. Mi schiarii la voce, sedendomi in modo più composto.
-Penso che potresti rivederlo almeno una volta e osservare la sua reazione. Potresti fingere che tu sia finito nel suo bar per puro caso, iniziare a parlargli e vedere come si comporta. Poi agirai di conseguenza. Per questo l'ho cercato, non per darti il lieto fine forzato a cui non credi e che forse neanche vuoi. So anche che temi di cambiare idea quando lo vedrai, non sono scemo. Insomma, siete cambiati, magari scoprirai anche che non è più la persona di cui ti sei innamorato da giovane.-
Feci una pausa ad effetto.
-O magari scoprirai che è ancora meglio di prima e proverete entrambi qualcosa di nuovo. Non lo saprai finchè non provi.- conclusi scrollando le spalle.
Mi scrutò con i suoi occhi così intensi, poi accennò un sorrisetto divertito.
-Stai diventando sempre più scaltro...- disse sospirando, alzandosi.
Lo guardai con le sopracciglia aggrottate. Si mise a ridere, ma non perchè aveva visto la mia espressione, stava solo ridendo per conto suo.
-Tu e Liam insieme dovete essere piuttosto terrificanti.-
Aprii la bocca di scatto, senza sapere cosa dire, ignorando quella piacevole sensazione nel petto che ancora provavo quando mi associavano a lui in qualche modo.
-Che ho fatto? Che c'entra Liam?- chiesi alzandomi, seguendolo verso il salone.
-Niente, è che siete troppo bravi con le parole, considerata la vostra età.- rispose sedendosi sul divano, buttandocisi quasi di peso, come se fosse esausto. In realtà, forse lo era davvero.
-Stai cercando ancora di cambiare argomento?-
Sorrise, scrollando le spalle e accendendo la televisione.
Osservai ora lui ora lo schermo. Non avrebbe più detto una parola, lo sapevo.
-Promettimi che ci penserai, Robert.- dissi in modo più dolce.
Sospirò, girandosi verso di me.
-Certo che ci penserò. Lo sai già.-
Sorrisi. Aveva ragione, sapevo anche quello.
-Bene.-
Feci per andarmene.
-Cam?-
-Sì?- chiesi, tornando indietro di un passo e guardando il suo strano sorrisetto.
-Me le mandi quelle foto?-
Scoppiai a ridere.
-Ci devo pensare.- risposi, facendo di nuovo qualche passo per andarmene.
-Cam.-
-Eh, che c'è?!-
-Grazie.-
Mi fermai, voltandomi a guardare la sua testa.
-Di niente, zio Robert.-
Ci fu un attimo di silenzio, poi lo sentii ridere. Lo chiamavo così, da piccolo. Quando era ancora il migliore amico di mio padre.
Lo salutai di nuovo, strillando, aspettando la sua risposta prima di chiudere la porta di casa. Era andata meglio di quanto avessi sperato, alla fine.

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