Capitolo 25

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Cameron
Avevamo passato ore e ore a parlare, quella notte. La mattina dopo, quando avevo aperto gli occhi, avevo impiegato un istante a rendermi conto che fossi davvero nella sua camera, che non stessi sognando. Mi ero ricordato di tutto quello che era successo la sera prima, poi mi ero girato nel letto e l'avevo visto, sdraiato su un lato del corpo, con il viso rivolto verso di me e una mano sul mio cuscino. Mi ero stropicciato gli occhi e mi ero scoperto, piano, silenziosamente, per poterlo guardare un po' prima di svegliarlo. Poi avevo preso il mio telefono, rispondendo ai messaggi di Dominic, impaziente di sapere cosa fosse successo, visto che la sera prima gli avevo solo scritto che stavo riportando a casa Liam. Dopo qualche minuto Liam si era svegliato, avevamo entrambi borbottato un "buongiorno" un po' assonnato, poi eravamo andati in cucina. Avevamo fatto colazione, eravamo rimasti in silenzio per una quindicina di minuti, più o meno, come al solito. Ad un tratto ci eravamo guardati negli occhi con fare divertito, entrambi felici del fatto che non fosse cambiato niente. Ci eravamo scambiati un sorriso, poi avevamo cominciato a chiacchierare un po'. Dopo qualche minuto Leah era uscita dalla sua camera ed era venuta a salutarci, sorpresa di vedermi, ma neanche così tanto, in realtà. Mi aveva guardato per un secondo, aveva guardato Liam, poi aveva detto "è una situazione ambigua o è tornato tutto come prima?", rivolgendosi ad entrambi. Io e Liam ci eravamo scambiati un altro sorriso, e le aveva risposto che era tutto come prima, sì. Leah si era seduta in cucina, ci aveva fatto un po' di domande su di noi, su come avessimo sistemato le cose, ma senza essere troppo indiscreta. Aveva voluto sapere anche la mia versione della storia, della storia mia e di Liam, e poi mi aveva chiesto se ci fossero stati altri cambiamenti nella mia vita, oltre al nuovo taglio di capelli, così le avevo detto qualcosa su mio papà, con immensa gioia. Quando era andata in camera sua per riposare, io e Liam avevamo iniziato a pensare a come trascorrere la giornata, e nel giro di due minuti avevamo deciso di passare insieme l'intero fine settimana, a casa mia. Aveva mandato qualche messaggio ai suoi amici per dire loro che era andato tutto bene e ci eravamo rimessi insieme, visto che Caleb aveva detto agli altri quel poco che aveva visto fuori dal ristorante, e poi avevamo entrambi spento i telefoni. Ci eravamo preparati, avevamo salutato sua madre, eravamo saliti nella mia macchina ed eravamo andati a casa mia.
Quando entrammo nella mia camera e Liam posò sul letto lo zaino con dentro le sue cose, si voltò prima a guardare le nostre mani, unite da quando eravamo scesi dall'auto, e poi me.
-Ti è mancata anche casa mia, lo so.- dissi sorridendo, mentre mi prendeva anche l'altra mano.
-E a te è mancato vedermi qui dentro, lo so.- rispose con lo stesso sorrisetto, attirando le mie mani sui suoi fianchi, per poi baciarmi. Avevamo già deciso di passare la giornata in camera da letto, ma purtroppo dovevamo prima andare a lavarci, e se avessimo cominciato subito a toccarci in quel modo sarebbe stato difficile fermarsi, per tutti e due.
-Cominciamo male.- mormorai, stringendolo a me, accarezzandogli la schiena e il sedere, mentre mi passava le mani tra i capelli e mi leccava le labbra, la lingua.
-Lo so, non ho resistito.- rispose sommessamente, premendo una gamba tra le mie, sospirando sulla mia bocca.
Ci baciammo ancora per un po', ad un passo dal toglierci i vestiti, fingendo di non sentire l'uno l'erezione dell'altro.
-Sul serio, però, dovremmo smetterla.- disse, senza troppa convinzione, prendendomi il viso tra le mani.
-Lo so, due secondi e vado in bagno, poi tu.-
-Va bene.-
E attirò di nuovo il mio viso al suo. Ci baciammo ancora, poi cercammo di smettere gradualmente, prima baciandoci sul collo e poi sulle guance, cercando di essere più gentili dopo ogni tocco.
-Adesso vado.- mormorai, dandogli l'ultimo bacio a stampo.
-Cerca di non metterci troppo.-
-Non poteva metterlo solo uno dei due, oggi?-
-Già vuoi litigare?- chiese con un sopracciglio alzato, baciandomi ancora, con la bocca piegata in un sorrisetto malizioso.
-Dipende. A volte sei sexy quandi ti arrabbi.-
Si morse una guancia, guardandomi in un modo che mi fece tremare i fianchi per il desiderio.
-Smettila.- disse.
Sorrisi di nuovo, poi lo lasciai andare.

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