Liam
Suonai il campanello della porta, rimettendo subito le mani in tasca e mordendomi la guancia.
-Arrivo!- sentii esclamare al di là della porta.
Sorrisi istintivamente.
La porta si aprì dopo meno di due secondi.
-Ciao.- disse con un sorriso enorme.
Sentii le farfalle nello stomaco. Erano passati solo tre giorni, eppure quel sorriso mi era mancato da morire.
Sorrisi anch'io.
-Ciao, Cam.- dissi entrando, avvicinandomi per dargli un bacio sulla guancia.
Quando mi scostai rimase fermo a guardarmi per un istante, ancora col sorriso sulle labbra.
Chiuse la porta, mentre io mi toglievo il giacchetto e lo lasciavo sul divano più vicino all'ingresso.
-Sono venuto troppo presto?- chiesi voltandomi a guardarlo.
-No, no, anzi. Stavo andando a farmi una doccia, per quello ci ho messo un po' ad aprirti.-
Lo osservai aggrottando le sopracciglia, non avendo capito il nesso tra le due cose.
-Non mi sembrava il caso di venire ad aprire la porta senza maglietta.- disse poi avvicinandosi, baciandomi la guancia.
Spalancai quasi gli occhi, dandogli una gomitata per nascondere l'imbarazzo.
-Vai a farti la doccia allora.- dissi osservandolo mentre rideva.
-La posso fare più tardi, prima mangiamo.-
Fece per andare in cucina, ma lo bloccai posando una mano sul suo petto.
-No, tu vai a farti la doccia e io intanto preparo i panini, come avevamo detto.-
-Ma...-
-Niente ma. Non voglio condizionare le tue abitudini. Devi fare le cose che fai sempre, solo che ci sono anch'io in casa. Okay?-
Mi osservò con quei dolci occhi blu, riflettendo su quello che avevo detto.
-Okay, vado a lavarmi.- disse alla fine, facendo qualche passo verso il bagno.
Si bloccò, voltandosi di nuovo verso di me.
-Che c'è?- chiesi divertito.
Mi guardò ancora per un secondo, poi si voltò.
-Quando esco ti abbraccio.- disse quasi borbottando, per poi entrare in bagno e chiudere la porta.
Rimasi lì, fermo a guardare il punto in cui era sparito, con un sorriso da idiota sul volto. Scossi la testa, ridendo e andando in cucina per preparare gli hamburger da mettere nei panini e le patatine fritte. Ormai la "dieta" di Cam era ufficialmente finita. Presi il telefono e feci partire una delle mie playlist, a volume non troppo alto, visto che si sentiva anche la musica che Cam stava ascoltando in bagno, poi iniziai ad apparecchiare la tavola, canticchiando alcune delle mie canzoni preferite.
Tentai di non ripensare a quello che mi aveva detto, ma non ci riuscivo. Continuavo ad immaginarmelo mezzo nudo che mi apriva la porta di casa, per poi iniziare a chiedermi che temperatura avesse il suo corpo, che odore avesse la sua pelle, cosa avrei provato nel toccarla. Avevo il battito cardiaco irregolare a causa di tutti quei pensieri assurdi, che non avevo mai avuto in vita mia.
-Sto morendo di fame.-
Mi voltai, trovando Cam alle mie spalle. Prese un paio delle patatine fritte che avevo già messo sul tavolo, mordendole.
-Cazzo!- esclamò iniziando a soffiare e a mandare aria nella bocca per far freddare quelle che già stava masticando, coprendosi la bocca con una mano.
-Scottano?- chiesi mettendomi a ridere.
-Per niente.- rispose sarcastico, attaccandosi letteralmente alla bottiglia dell'acqua.
Continuai a ridere, osservandolo con le braccia conserte.
-Potevi avvisarmi.- disse ricambiando il mio sguardo, tra un sorso d'acqua e l'altro.
-Non mi hai dato il tempo.- risposi alzando le spalle.
Chiuse la bottiglia, sospirando, poi posò entrambe le mani sul tavolo, alzando il viso e guardandomi. Lo guardai anch'io. Sapevo già a cosa stava pensando. Non era uno che diceva le cose tanto per dire.
Si tirò su, accennando un sorriso e girando intorno al tavolo.
-Come sei lento...-
Doveva suonare come una lamentela, ma l'accenno di sorriso che avevo sulla faccia mi aveva tradito.
Sorrise ancora di più.
-Sembra che tu stia aspettando qualcosa.- disse venendomi più vicino.
Alzai un sopracciglio.
-Adesso non montarti la testa. Cameron Morgan.-
Si mise a ridere, circondandomi le spalle e attirandomi a sé, abbracciandomi.
Profumava tantissimo. Ed era caldo. Mi imbarazzava ammetterlo, ma adoravo il modo in cui mi abbracciava.
-Come stai? Tutto bene?- mi chiese a voce più bassa, parlando vicino al mio orecchio.
Chissà se lo stava facendo apposta.
-Sì, tutto bene. Le solite cose. Tu? Stai bene?-
-Molto.-
Lo capivo dal tono di voce che stava sorridendo.
-Sei stanco?- chiesi passando la mano sulla sua schiena, lentamente, come se facendolo in quel modo non se ne accorgesse.
-Un po'.-
Rimanemmo in silenzio per diversi secondi, poi ad un tratto accostò di più la testa alla mia.
-Ma ti sei asciugato i capelli?- chiesi con un tono di voce più dolce del solito.
-Sì.-
-Non è vero. Lo sento che sono ancora bagnati.-
-Dai, non mi va di asciugarli adesso.-
Sorrisi. Sembrava un bambino piccolo.
-Te li asciugo io.-
Mi strinse per un paio di secondi, poi si scostò per guardarmi.
-Sicuro?-
Sembrava non volesse lasciarmi andare.
-Sì, lo faccio io. Va' a prendere l'asciugacapelli.-
La sua espressione si addolcì.
-Okay.-
Misi in pausa la canzone che stava per iniziare, guardando distrattamente il telefono mentre aspettavo Cam, tentando di ignorare la strana sensazione che avevo. Mi sembrava di sentire ancora il calore del suo corpo addosso.
"Mi sarebbe piaciuto abbracciarlo un po' di più", pensai istintivamente.
Mi chiamò dal salone, distogliendomi da quegli strani pensieri, che ancora mi facevano sentire debole.
Stava attaccando il phon alla presa della corrente dietro il divano.
-Vuoi asciugarli qui?- chiesi osservandolo.
Annuì, sedendosi sul divano e facendomi segno di avvicinarmi a prendere il phon.
-Ma così sto scomodo.- dissi facendo per andare dietro il divano, alle sue spalle.
-No, stai qui.- disse prendendomi per i fianchi e attirandomi di fronte a sè.
Mi salì il cuore in gola in un istante, ma feci finta di nulla, come al solito.
-Sto scomodo comunque.- dissi ridendo.
-Ma ti voglio guardare.-
Alzai entrambe le sopracciglia, osservando la sua espressione sincera e rilassata con stupore.
-Certo che sei proprio sfacciato stasera.- dissi poi ridendo.
Gli spuntò un sorrisetto soddisfatto sul viso, con quelle splendide fossette a incorniciarlo.
Scossi la testa, imbarazzato e agitato a causa del battito assordante del mio cuore.
-Che avrai da guardare, poi...- dissi a voce più bassa, sospirando, dopo aver acceso l'asciugacapelli.
Alzò la testa di scatto, guardandomi storto.
Aggrottai le sopracciglia, confuso dalla sua espressione. Forse mi aveva sentito.
-Ti ho sentito.- disse infatti sovrastando il rumore del phon, mentre gli passavo le dita tra i capelli per asciugarli più in fretta.
Scrollai le spalle, distogliendo lo sguardo dalla sua espressione seria e concentrata, che mi imbarazzava da morire.
Sentii i suoi occhi su di me per tutto il tempo, finchè non finii di asciugargli i capelli.
Adoravo l'espressione gentile dei suoi occhi, eppure mi agitavano talmente tanto da farmeli detestare, in momenti come quello. Lo detestavo quando mi faceva sentire in quel modo, quando mi faceva ricordare che non ero abituato a certe situazioni e a certe emozioni, che non ero abituato ad aver paura che qualcuno notasse i difetti e le imperfezioni del mio corpo. Davanti a lui diventavo insicuro, e come se non fosse già abbastanza, avevo il timore che prima o poi si sarebbe reso conto di quanto ero esteticamente insignificante rispetto a lui, che era bellissimo, sempre.
Poggiai il phon sul mobiletto tra i due divani, allontanandomi di un passo per farlo alzare, sospirando mentre mi mordevo una guancia.
-Perchè sbuffi?- chiese osservandomi di nuovo.
-Non ho sbuffato.-
Rimase in silenzio per un secondo.
-Adesso non ti posso neanche guardare?-
Alzai gli occhi al cielo, distogliendo lo sguardo.
-Dai, basta. Alzati.-
![](https://img.wattpad.com/cover/214576281-288-k698477.jpg)
STAI LEGGENDO
A bit more
RomanceSpin-off e sequel di "Don't fade away" Espressione perennemente corrucciata, tono da duro e atteggiamento da strafottente: così appare Liam agli occhi di tutti, tranne che a quelli dei suoi migliori amici, Caleb, Aaron, Mia e Samuel. Ha passato dici...