Capitolo 3

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Liam
Stavo canticchiando le mie canzoni preferite, letteralmente con tutta la passione che avevo, mentre lavavo i piatti in cucina. Dopo circa il tempo equivalente alla durata di quattro canzoni, avevo già finito. Mia madre era a lavoro, ed essendo stato da solo a pranzo, i piatti da lavare erano stati pochi. Nel breve tragitto tra la cucina e il salone avevo rischiato di cadere due volte, per colpa del mio gatto affamato che continuava a infilarsi in mezzo ai miei piedi.
-Ecco, ecco. Stai calmo.-
Appena sentì il rumore dei croccantini iniziò a miagolare.
-Forza, tutto tuo.- dissi accarezzandolo, anche se ormai gli interessava solo il contenuto della ciotola.
Mi misi a ridere, andandomi a sedere sul divano. Sbloccai il telefono, controllandolo per l'ennesima volta. Niente.
Il fine settimana era passato e Cameron non si era fatto vivo. Speravo che mi avrebbe almeno contattato per parlarmi della macchina, visto che era lunedì, però non mi aveva cercato. Che poi, lo sapevo benissimo che ero un idiota e che mi comportavo da ragazzino. Prima di tutto, la macchina era la mia, quindi al massimo sarei dovuto essere io a contattare lui, e secondo, avevo dato troppo peso alle ultime parole che ci eravamo scambiati. Nel giro di tre giorni avevo cambiato opinione almeno venti volte, e mi dava fastidio il fatto che il mio umore dipendesse così tanto da qualcuno che conoscevo appena.
"Però è stato lui a dirmi che era gay, è stato lui a chiedermi il numero, è stato lui che ha detto di sentirci. In amicizia, okay, ma non mi pareva la faccia di uno che vuole esserti amico. O mi sto sbagliando? Sto facendo l'egocentrico?", pensai mentre accendevo distrattamente la televisione. Avevo una voglia di rivederlo indescrivibile, mi sentivo strano ogni volta che ripensavo al suo sorriso o alle sue fossette. Era una sensazione nuova, non mi ero mai fatto tante pippe mentali per qualcuno.
Miao venne a sdraiarsi vicino a me, iniziando a fare le fusa ancora prima che lo accarezzassi, come sempre.
-Ma quanto sei ciccione. Senti qua, senti! Bello. Sei proprio bello.- gli dissi quasi a denti stretti, con la solita voce che usavo quando mi veniva voglia di stritolarlo per quanto era carino, mentre gli prendevo il muso tra le mani e mi avvicinavo per guardarlo negli occhi. Mi osservò calmo con i suoi occhi verde chiaro, emettendo le sue profonde fusa. Mi venne da sorridere.
-Basta. Sei l'unico uomo della mia vita, ho deciso.-
Era una di quelle frasi che dicevo in continuazione, sin da quando ero piccolo. Ero sicuro che anche Miao ci fosse abituato, ormai.
Ad un tratto lo schermo del mio telefono si illuminò, mostrando la notifica di un messaggio. Rimasi immobile, mordendomi l'interno della guancia. Presi il telecomando, cambiando canale a caso, cercando di ignorare l'impulso che avevo in corpo. Volevo che fosse Cameron, desideravo profondamente che mi avesse scritto lui, per qualunque cosa, anche solo per dirmi qualche stronzata che non avrei capito sulla mia macchina.
-Che cazzo.- dissi sporgendomi per prendere il telefono, poggiato sul tavolo di vetro rotondo alla mia destra, irritato senza un motivo apparente.
Samuel aveva mandato sul nostro gruppo le foto che avevamo scattato venerdì sera al ristorante, scrivendo che si era dimenticato di inviarle prima. Osservai quelle immagini, tentando di mandare via il senso di delusione che provavo. Erano venute bene, persino io avevo un sorriso naturale su quelle foto. Non di quelli in cui mostri i denti, ma comunque sembravo felice. Infatti lo ero, ci tenevo molto alla loro amicizia.
Quando mi resi conto che solo poche ore dopo aver posato per quelle foto avevo conosciuto Cameron, mi sentii strano per un momento.
Aaron e Mia risposero poco dopo, commentando le foto e iniziando a parlare del più e del meno. Uscii da quella chat, poi feci per uscire dall'app, ma mi bloccai di colpo.
"Hey, come stai?"
Lessi di nuovo il nome sopra al messaggio che mi era appena arrivato. Cameron. Mi aveva scritto davvero. Smisi di accarezzare Miao, per poi visualizzare il messaggio.
"Allora sei vivo", risposi. Mi veniva già da sorridere, ma non capivo perchè.
Tornò subito online, visualizzando.
"È il tuo modo di dirmi che ti sono mancato?"
Mi misi a ridere.
"Oh sì, tantissimo"
"Non sei gentile neanche per messaggio"
"Se vuoi la smetto"
"No, no. Mi piace"
Smisi di ridere. Mi piace. In che senso?
"Allora, come stai?", scrissi poi.
"Bene, grazie. Tu?"
Mi sembrava di poterlo sentire pronunciare quelle parole con il suo tono sarcastico. Mi venne di nuovo da ridere.
"Bene. Sono solo un po' annoiato"
"Come mai?"
"Non posso andare da nessuna parte e non ho il wifi perchè devo ancora pagare la rata di questo mese. Tu sei a lavoro adesso?"
"Sì, stacco verso le sei, più o meno"
Osservai per un po' lo schermo, rendendomi conto che non sapevo che altro scrivergli.
"Ti va di uscire un po'?", scrisse dopo qualche secondo.
Aggrottai le sopracciglia.
"Cioè?"
Quasi lanciai il telefono per la sorpresa quando iniziò a squillare. Che voleva dirmi Cameron? Perchè mi doveva chiamare per dirmelo? Io odiavo le telefonate. Però risposi comunque.
-Sei strano forte.- esordii appena risposi. Ma perchè ero così stronzo?
Lo sentii ridere.
-Senti chi parla. Perchè sono strano?-
La sua voce sembrava più profonda al telefono.
-Ci stavamo scrivendo proprio adesso, sai...-
-Ti dà fastidio parlare al telefono?-
C'era una punta di ironia nella sua voce, e la cosa mi divertiva.
-Di solito sì.-
-Però hai risposto. A me danno fastidio quelli che non iniziano le conversazioni in modo normale.-
-Però hai risposto.- dissi subito, usando le sue stesse parole.
-Okay, la smetto. In un certo senso ho cominciato io, quindi facciamo i seri.- ammisi subito dopo.
-Sì, forse è meglio.- rispose ridendo.
Il mio modo di fare non gli aveva dato fastidio neanche stavolta.
-Ciao, Cam. Allora, che dici?- chiesi con tono più dolce.
Impiegò un po' a rispondere.
-Niente di che, in realtà. Volevo chiederti se volessi andare da qualche parte, visto che ti stai annoiando. Se vuoi fare un giro in un posto che ti piace, che ne so...-
Sbattei le palpebre più volte.
-Ma tu non sarai stanco? Hai lavorato tutto il giorno, io non ho fatto nulla.-
-No, non sono stanco. Non penso che tu voglia andare a correre sotto la pioggia, no?-
Mi misi a ridere.
-Neanche se mi pagano.-
Rise anche lui. Guardai fuori dalla finestra, osservando il cielo grigio e le nuvole scure. Era uno di quei giorni in cui pioveva per venti minuti, poi smetteva per un po', e poi ricominciava.
-Però a me piace tanto la pioggia.-
Non sapevo perchè l'avessi detto ad alta voce.
-Anche a me.-
-Non lo stai dicendo tanto per dire?-
-No, mi piace davvero la pioggia. Molto.-
Mi morsi distrattamente l'interno della guancia.
-Posso chiederti una cosa strana?- dissi poi.
-Oddio, mi devo preoccupare?- chiese ridendo.
-Dipende da che tipo di persona sei.-
Rimase in silenzio per un secondo.
-Okay, spara. Ora sono curioso.-
-Possiamo tipo prendere del cibo d'asporto e poi rimanere seduti in macchina a mangiare mentre guardiamo la pioggia?-
"Oddio, mi è uscita male. Mi è uscita malissimo. Sembra che gli stia chiedendo di fare una cosa romantica, anche se non era quella la mia intenzione! Che cazzo!", pensai subito. Infatti la mia intenzione era quella di passare del tempo insieme e uscire senza fare chissà cosa. Avevo pensato alla pioggia e mi era venuta subito quell'idea in mente, senza rendermi conto di quanto potesse risultare intima.
Non ero abituato a queste cose, non sapevo come chiedere ad una sola persona di fare qualcosa insieme. Era successo solo con Caleb, quando mi ero convinto di avere una specie di cotta per lui, ma era stato diverso. Era stato facile chiederglielo, perchè non mi importava davvero. Ma di Cameron sì, invece, mi importava.
-Mi piacerebbe molto, Liam.-
Quasi mi venne un colpo a sentirlo rispondere in modo così serio e dolce.
-Per che ora vengo a prenderti?- mi chiese poco dopo.
Aveva davvero accettato senza prendermi in giro?
-Per me è uguale, va bene qualsiasi orario.-
-Allora... ti posso scrivere più tardi? Non so a che ora finisco di preciso.-
-Sì, non ti preoccupare. Senza che vai di fretta, fammi sapere a che ora stai più comodo.-
Rimase in silenzio per un secondo.
-Come sei gentile.-
Era tornato il suo tono sarcastico e divertito.
-Ma sta' zitto!- esclamai alzando gli occhi al cielo, con un sorrisetto sulle labbra.
Ero imbarazzato. Io, imbarazzato. Ma sul serio?!
Si mise a ridere.
-Okay, okay. A dopo, allora.-
-Sì. A dopo, Cam.-
Ma perchè l'avevo chiamato di nuovo Cam?! Non ce n'era bisogno.
-Ciao, Liam.- disse in tono dolce, prima di chiudere la chiamata.
Posai il telefono, per poi prendere il cuscino accanto a me e stringermelo al petto, accarezzando Miao con l'altra mano.
Guardai distrattamente la tv, fino a quando incontrai il mio sguardo riflesso sullo schermo momentaneamente scuro. Stavo ancora sorridendo come un ebete.
-Che hai da sorridere?- chiesi al mio riflesso.
Mi sforzai di cambiare espressione, torturandomi l'interno della guancia. Chissà perchè mi veniva da sorridere.

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