Capitolo 12

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Liam
Mi girai nel letto, allungando il braccio verso il lato in cui dormiva Cam, aprendo gli occhi quando mi resi conto che era vuoto. Alzai un po' la testa, assottigliando lo sguardo nel tentativo di vedere meglio nonostante avessi ancora le palpebre pesanti, alla ricerca del biglietto che era solito lasciarmi sul suo cuscino. Lo toccai anche con la mano, sbuffando quando capii che non c'era nulla. Richiusi gli occhi, spostandomi nel suo lato di letto, inspirando il profumo dello shampoo che usava per i capelli e l'odore della sua pelle, schiacciando il viso contro il suo cuscino, sorridendo senza neanche accorgermene. Rimasi così per diversi minuti, aprendo poi gli occhi e tirandomi su quando iniziai a pensare troppo intensamente ai baci della sera prima.
Accesi il telefono, andai in cucina a fare colazione solo con dei toast e del bacon, poi mi cambiai, lasciando il pigiama e i calzini che mi aveva prestato sul suo letto. Lessi il messaggio che mi aveva mandato alle otto e mezza di mattina solo quando chiusi il portone di casa sua. "Buongiorno, sfacciato", aveva scritto con accanto una faccina sorridente e le guance rosse. Scossi la testa, ridendo, prendendo le chiavi e mettendomele in tasca, più che pronto a rivedere quella massa di capelli ricci e dar loro il buongiorno.
Entrai in officina il più silenziosamente possibile, cercando di non farmi vedere nè dal giovane collega di Cam e nè da Robert, che di solito mi chiedeva sempre di non rimanere per troppo tempo in officina, anche se ancora non capivo perchè. Notai Cam dopo aver fatto pochi passi. Sembrava intento a far ripartire un furgone. Quando mi avvicinai e lo sentii imprecare perchè non ripartiva, quasi mi feci scappare una risata. Lo vidi iniziare a grattarsi distrattamente le pellicine mentre fissava un punto impreciso del volante, come se stesse riflettendo. Aveva un'espressione frustrata, buffa ed estramamente dolce. Feci qualche passo verso il furgone, in modo da non farmi vedere, poi sbucai alla sua sinistra, accostandomi alla portiera aperta.
-Sembri molto concentrato.-
Si voltò immediatamente verso di me, con un enorme sorriso sulle labbra.
-Hey.-
"Dio mio", pensai ricambiando il suo sorriso.
-Buongiorno. Anche se sono le undici passate.- dissi ridendo, avvicinandomi per baciarlo sulla guancia.
Lo sentii ridere, mentre si girava verso di me anche con il corpo. Mi scostai dalla sua guancia quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi, poi le labbra, come a chiedergli il permesso. Si fece più serio per meno di un istante, guardandomi in modo diverso, poi mi mostrò le fossette, baciandomi mentre mi teneva il viso in una mano. Tolsi le mani dalle tasche del giacchetto, posandone una sulla sua gamba e una sul suo petto, avvicinandomi. Non ne avrei mai avuto abbastanza. Si scostò, osservandomi ancora in quel modo, come se mi stesse togliendo i vestiti con gli occhi, poi mi diede un altro bacio a stampo.
-Grazie per il buongiorno. È stato molto apprezzato.- disse sorridendo.
Mi morsi la guancia, cercando di trattenere tutta la gioia che sentivo, forse anche in modo troppo intenso.
-Devo farti scendere dal furgone?- chiesi con fare divertito, passando la mano sulla sua spalla.
-Se ti va.- rispose scrollando le spalle.
Mi misi a ridere, spostandomi per farlo scendere.
Osservai le sue spalle, rimettendo le mani in tasca e mordendomi distrattamente l'interno delle labbra.
-Non mi hai lasciato niente stamattina.-
Agrottò le sopracciglia, accennando un sorriso.
-Cioè?- chiese voltandosi a guardarmi.
Assunsi un'espressione corrucciata.
-Non fare sempre il finto tonto.-
Scosse la testa, ridendo.
-Non lo faccio, infatti.- rispose a voce più bassa, attirandomi a sè e baciandomi un'altra volta.
Non riuscii a resistergli neanche per un secondo. Anzi, iniziai a passare immediatamente le mani sul suo petto e sulla sua nuca, schiudendo le labbra e sperando che non fosse in grado di sentire quanto forte mi stesse battendo il cuore. Sospirò sommessamente, mentre mi passava le dita tra i capelli, come se li stesse accarezzando. Era strano pensare a quante volte avessi desiderato essere baciato da lui in quel modo.
-Perchè non mi hai lasciato scritto niente?- insistetti, anche se continuò a baciarmi.
-Cam.- lo chiamai ridendo, posando le dita sulle sue labbra per farmi rispondere.
Sorrise, baciando anche quelle.
-Ti avevo scritto una cosa, in realtà, ma ho buttato il biglietto.- disse poi.
-E perchè l'hai buttato?- chiesi alzando un sopracciglio, quasi offeso da quel gesto.
Si guardò intorno, prendendomi una mano.
-Era troppo sdolcinato, penso che mi avresti dato un pugno sui denti.-
Scoppiai a ridere, ma tornai subito a guardarlo contrariato.
-Addirittura?-
-Okay, forse mi avresti solo insultato un po'.-
Alzai un sopracciglio.
-Non mi pare che in questi giorni ti abbia insultato. E neanche adesso.-
Sembrò sorpreso, proprio perchè aveva capito cosa intendessi.
-Solo perchè ho trovato il modo di non farti lamentare.- disse poi sorridendo, stringendomi le guance con una mano, baciandomi per l'ennesima volta.
Anche il modo in cui ci stavamo comportando in quel momento era fin troppo sdolcinato e smielato per i miei gusti, ma mi piaceva perchè si trattava di lui. Mi piaceva da morire, in realtà.
-Dai, voglio sapere che avevi scritto.- insistetti dandogli un pugno sul petto.
-No, Liam, sul serio.- rispose ridendo.
-Sei proprio un cretino. Dai!-
-È troppo imbarazzante persino per me che l'ho pensato davvero, dai! Non riesco a dirtelo.-
Lo osservai con fare divertito.
-Allora non vuoi dirmelo perchè ti imbarazza, e non perchè hai paura della mia reazione...-
Alzò la testa, annuendo con forza, muovendo i ricci senza volerlo.
-Fai il timido stamattina?- dissi ridendo, osservando il suo viso, gli occhi blu.
Rise, distogliendo lo sguardo.
-Guarda come sei imbarazzato.- insistetti avvicinandomi, solo per stuzzicarlo un po'.
-Non è vero.- disse ridendo.
Gli baciai la guancia. Poi strofinai il naso contro il suo collo.
-No?-
Sospirò.
-No...-
Sorrisi ancora, baciandogli il collo.
-Eh no, però. Così no.- disse sommessamente, per poi ridere, cercando di allontanarmi da lui.
Stavo solo scherzando, invece lo avevo reso imbarazzato veramente.
-Non ti posso baciare sul collo?- chiesi alzando un sopracciglio.
Mi osservò, facendosi più serio.
-Che faccia da paraculo che hai.- borbottò poi, baciandomi.
Mi divertiva da morire il fatto che non avessimo smesso di provocarci l'un l'altro.
-Cameron!-
Trasalimmo entrambi, voltandoci verso quella voce maschile che si avvicinava e allontanandoci di un passo l'uno dall'altro.
-Cameron!- lo chiamò ancora Robert, comparendo davanti a noi.
Misi le mani nelle tasche del giacchetto, mordendomi la guancia per non ridere, mentre Cam le aveva poggiate sui fianchi.
-Buongiorno, Liam.-
-Ciao, Robert...-
Si fermò, osservandoci a lungo, per poi assumere la stessa posizione di Cam.
-Vi disturbo?- chiese con fare minaccioso e divertito allo stesso tempo, squadrandoci con i suoi occhi color ambra.
-Dieci minuti e se ne va, dai.- si lamentò Cam, riferendosi a me.
Mi voltai verso Robert, accennando un sorriso come per pregarlo.
Faceva ridere il modo in cui teneva ancora le mani sui fianchi, come se stesse facendo una scelta importante.
Guardò ora me ora Cam.
-Hai finito con il furgone?- gli chiese poi.
Cam spalancò un po' gli occhi.
-Sì. Quasi.-
-Quasi non significa sì.-
-Allora no.-
Mi lasciai scappare una risatina, ma guardai per terra.
-Fai cinque minuti di pausa, poi vieni a darmi una mano, e dopo torni al furgone. Capito?-
Cam annuì con forza.
Robert mi guardò di nuovo, poi guardò Cam. Si mise a ridere, scuotendo la testa e allontanandosi.
Cam rimase fermo per qualche secondo, così feci anch'io lo stesso. Poi mi prese la mano, tirandomi mentre camminava.
-Che fai?- chiesi ridendo.
-Niente.- disse entrando nell'ufficio, chiudendo la porta a chiave.
Lo osservai perplesso, poi si avvicinò per abbracciarmi.
Mi misi a ridere, stringendolo.
-Che scemo che sei...-
Mi diede un bacio sui capelli, dondolandomi.
-Ma perchè non posso mai rimanere come fa Dominic?- chiesi ad un tratto.
Accennò una risatina.
-Perchè tu non sei Dominic. E Robert lo sa.-
Aggrottai le sopracciglia, scostandomi per guardarlo.
-E che vuol dire?-
Si scostò anche lui, osservandomi con un'espressione divertita.
-Che quando ci sei tu mi distraggo e non riesco a lavorare. Perchè ho voglia di fare quello che stiamo facendo adesso.-
Sbattei le palpebre, come imbambolato per via del suo sorriso, poi distolsi lo sguardo.
-Vabbe.- borbottai con la testa bassa.
Cominciò a baciarmi la guancia, poi le labbra, e continuammo per chissà quanti minuti. Effettivamente Robert aveva ragione.
-Ma adesso come ci torni a casa?- mi chiese tra un bacio e l'altro.
-Sento se Aaron o Samuel possono darmi un passaggio. Su mia madre non ci conterei tanto.-
Presi il telefono, tentando di scrivere il messaggio ad entrambi mentre Cam continuava a distrarmi baciandomi ovunque e facendomi ridere. Aaron mi rispose subito, dicendo che era uscito per andare a trovare Barb, la sua ex governante, con la quale aveva un rapporto stupendo.
-Mi viene a prendere Aaron.-
-Okay, allora.-
-Vuoi che vada al bar a prenderti qualcosa intanto? Hai fame?-
Sorrise come se gli avessi detto qualcosa di speciale.
-Possiamo prendere un caffè insieme.- rispose subito.
-Li vado a prendere io e li porto qui. Magari li prendo anche per Robert e per l'altro ragazzo.-
-Pure per loro?- chiese arricciando il naso.
-Eh, sì.- risposi divertito, immaginando cosa stesse per dirmi.
-Ma no. Prendilo solo per me e per te. Non farti vedere quando li porti, magari.-
Lo osservai, convinto che stesse scherzando, per poi scoppiare a ridere quando capii che era serio.
-E va bene...- dissi dandogli un bacio sulla guancia, facendo per uscire dall'ufficio.
-Grazie.-
Mi morsi la guancia, tentando di ignorare il tono dolce che aveva usato. Mi voltai verso di lui, baciandolo ancora. Poi andai al bar.

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