Capitolo 5

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Cameron
-Non è mai stato innamorato?- chiese di nuovo Dom incredulo, osservandomi con le braccia incrociate.
-No... e ci sta malissimo.- risposi ripensando all'espressione triste e imbarazzata che Liam aveva assunto nel raccontarmelo.
-Deve essere un ragazzo dolce in fondo, allora.- disse Dom dondolando le gambe, riflettendo ad alta voce.
Sorrisi istintivamente. Uno dei motivi per cui stimavo così tanto il mio migliore amico era proprio quello: non aveva paura di affrontare certi argomenti o di parlare delle proprie emozioni, al contrario della maggior parte dei ragazzi. Lui non aveva paura di perdere la sua virilità, come pensavano quegli idioti, sbagliando.
-Neanche troppo in fondo, in realtà. Anche se è bravo a nascondere i suoi sentimenti, non sempre ci riesce. È davvero dolce.- ammisi poi, uscendo dalla macchina di Liam, dopo aver controllato per l'ennesima volta che fosse tutto a posto.
-Quindi adesso vi frequenterete e basta, giusto? Sarete tipo... due amici che si piacciono e cercano di darsi del tempo per capire cosa provano veramente o cosa proveranno più in là, ho capito bene?- chiese gesticolando, per poi osservarmi con attenzione.
-Hai capito benissimo.-
Mi spostai verso una macchina a cui dovevo solo cambiare il sistema per l'aria condizionata, e Dom mi seguì, stavolta poggiandosi ad un furgone lì accanto.
Veniva spesso a trovarmi a lavoro quando il ristorante in cui lavorava come cameriere rimaneva chiuso per la giornata di riposo settimanale, facendomi compagnia e chiacchierando un po'. A Robert andava bene, bastava che facessi il mio lavoro senza lasciarmi distrarre.
-Eppure non riesco proprio ad immaginare la scena.- disse ad un tratto Dom. Dal suo tono divertito, capii subito a cosa si stesse riferendo, ma feci finta di niente.
-Che scena?-
-Che faccia hai fatto quando si è spostato? Sei rimasto tipo così?-
Mi voltai verso di lui, intuendo che stesse imitando la mia espressione di due giorni prima. Aveva una faccia da idiota, la bocca aperta e lo sguardo perso.
Non riuscii a trattenere una risata.
-Non lo so che faccia ho fatto, te l'ho detto!-
-Ma ci sarai rimasto male, no?-
-Sì, beh... Non proprio "male", più che altro ero confuso... e preoccupato. Pensavo di averlo fatto arrabbiare.-
Dom tornò serio per un po'.
-Anche perchè, mi hai detto che ti ha fermato proprio all'ultimo, vero?-
Annuii.
-Forse non era convinto neanche lui. Magari voleva baciarti, ma ha pensato fosse troppo presto o non se la sentiva.-
-L'ho pensato anch'io... E forse era davvero troppo presto. Mi basta sapere che sono il primo che gli piace almeno un po', sinceramente.- ammisi, tentando di trattenere il sorriso che stava spuntando sulle mie labbra.
-Si vede. Stai sorridendo con gli occhi.- mi disse scoppiando a ridere.
-Sono solo contento di piacergli!- esclamai imbarazzato.
Rise ancora di più. Ci fu qualche secondo di silenzio.
-Cam, che avresti fatto se Liam avesse ricambiato il bacio?- chiese poi più serio.
Rimasi spiazzato da quella domanda. Non ci avevo pensato neanche un po'. Non sapevo cosa rispondere.
-Tanto non è successo.-
-Lo so, però se hai preso l'iniziativa significa che speravi di andare oltre, no?-
Aveva ragione.
-Forse... gli avrei chiesto di venire a casa mia, e lui mi avrebbe dato uno schiaffo. O una cosa del genere. Sono comunque sicuro che l'avrei fatto arrabbiare. E che poi avrei fatto di tutto per farmi perdonare.- riflettei ad alta voce.
-Addirittura? Si sarebbe arrabbiato così tanto? Non pensi che avrebbe semplicemente potuto rifiutare con una battuta? Mi sembra il tipo.-
-Beh, forse sì, ma non per una cosa del genere.-
Mi ricordai solo in quel momento di non aver detto a Dom che Liam non era mai stato con un ragazzo, fisicamente, per rispetto nei suoi confronti. Anche se un po' mi sentivo comunque in colpa per essermi confidato con Dom su una cosa così importante per Liam. Il fatto che me ne avesse parlato mi rendeva ancora felicissimo nonostante i due giorni passati senza incontrarlo. Ci eravamo solo sentiti per telefono, ed ero ansioso di vederlo, anche se solo perchè doveva riprendersi la macchina.
-Che ore sono?- chiesi ad un tratto, interrompendo la nostra conversazione.
-Le undici e mezza, perchè?-
Spalancai gli occhi per l'eccitazione.
-Dovrebbe arrivare a momenti. Ieri mi ha detto che lo avrebbe accompagnato uno dei suoi amici.- dissi grattandomi nervosamente le pellicine del pollice con l'indice.
-Sei nervoso?- chiese Dom sorridendo.
Alzai la testa, incontrando i suoi occhi azzurro chiaro.
-No. Sì. Però poco. Non voglio che il nostro rapporto cambi.- spiegai continuando a torturarmi le pellicine.
-E non cambierà. Sta' tranquillo.-
Sorrisi come per ringraziarlo, e lui ricambiò. Notai che il suo sguardo si stava spostando lentamente dietro di me.
-Mi ci gioco le palle che quello che è appena entrato in officina è il tuo Liam.- disse poi con un sorrisetto divertito sulle labbra.
Mi voltai di scatto, vedendo effettivamente Liam e Robert che si stringevano la mano, poco lontano da noi. Forse si stavano presentando. Sentii il cuore sobbalzare per un attimo alla vista di Liam che sorrideva.
-Come hai fatto a capire che era lui? Non te l'ho descritto fisicamente, ho solo detto che è bello.-
-Scherzi? Mi hai parlato di lui per tutto il tempo da quando lo conosci, mi hai detto come si muove, come cammina, il modo in cui si comporta, l'atmosfera che lo circonda. Mi sembra ovvio che io l'abbia riconosciuto subito!-
In effetti, aveva ragione.
Mi voltai di nuovo verso Dom, dando le spalle a Liam e Robert.
Dom mi guardò confuso.
-Perchè ti sei girato?-
-Sennò sembra che lo sto aspettando.-
-Ma tu lo stai aspettando.-
-Hai capito che intendo!-
Scoppiò a ridere.
-Robert gli ha appena indicato questa direzione, e visto che ho incrociato il suo sguardo adesso dovresti girarti. Fa' finta che ti abbia detto tipo "c'è uno che viene da questa parte".- disse con tono divertito.
Mi girai lentamente, come se non mi aspettassi il suo arrivo, trovandomelo a pochi metri di distanza. Le mani nelle tasche del giacchetto, lo sguardo basso solo finchè non era abbastanza vicino da potermi guardare dritto negli occhi, come sempre. Non avrei saputo dire chi dei due sorrise prima, quando i nostri sguardi si incontrarono.
-Ehi.- disse avvicinandosi con quel dolce sorriso stampato in faccia, appena accennato ma abbastanza evidente da farmi sentire speciale.
Staccai le mani dall'auto, girandomi verso di lui con tutto il corpo.
-Ciao, Liam.-
Prima ancora di rendermene conto, mi ero avvicinato e lo avevo baciato sulla guancia, felice com'ero di vederlo così tranquillo.
Spalancò un po' gli occhi con fare sorpreso, poi si mise a ridere.
-Sembri di buon umore.- disse guardandomi.
Sorrisi come a fargli capire che lo ero per causa sua, perchè era lì e non sembrava cambiato di una virgola nonostante quello che era successo tra noi. Mi sentii sollevato quando ricambiò.
Aveva un'espressione così tenera. Forse era sollevato anche lui.
Dom finse un colpo di tosse, riportandomi alla realtà.
Liam si voltò a guardarlo con fare curioso e attento allo stesso tempo.
-Giusto, scusate. Lui è Liam, e lui è Dominic, il mio migliore amico.- spiegai guardando prima l'uno e poi l'altro.
Dom gli tese la mano con fare amichevole, e Liam la strinse subito.
-Ciao, Dominic.- lo salutò accennando un sorriso.
-Finalmente ti conosco.- esordì Dom guardando prima Liam e poi me con un'espressione maliziosa in volto.
"Non mettermi in imbarazzo, ti prego!", tentai di dirgli con lo sguardo. Lo capì, ma fece finta di nulla.
-È passato poco tempo, ma da quando vi conoscete non fa altro che parlare di te. Ti giuro.-
Mi voltai immediatamente, osservando la reazione di Liam.
Sembrò stupito, ma si riprese subito.
-Beh, spero di non starti già antipatico, allora.- rispose guardando Dom.
Era stato gentile, ma al tempo stesso aveva risposto in modo determinato, quasi sfacciato. Non aveva permesso a Dom di metterlo in imbarazzo, e neanche di mettere me in difficoltà, anche se solo per gioco. Era così sexy quando si comportava in quel modo.
Dom si mise a ridere.
-Per niente. Anzi, penso di aver già capito perchè andate tanto d'accordo.-
Io e Liam ci scambiammo un'occhiata confusa, istintivamente.
-Poi ve lo spiego. Adesso vi lascio soli, ma una sera usciamo tutti insieme.- aggiunse poi Dom allontanandosi di qualche passo, ma senza darci le spalle.
-Se è per me che te ne vai non devi, sono solo venuto a -
-No, Liam, figurati. Però sono sicuro che entrambi preferiate stare da soli.- spiegò Dom sorridendo in modo dolce, ma forse anche un po' malizioso allo stesso tempo.
-Allora una sera usciamo tutti insieme, okay? Ci stai, Liam?- chiese indicandolo come per convincerlo.
Liam rise divertito.
-Certo, perchè no?-
-Bravo, ottima risposta.- gli disse ridendo.
Ci salutò, andandosene con aria soddisfatta.
Liam si voltò a guardarmi. Aveva un sopracciglio alzato e un sorriso divertito, come a dire "che tipo".
-Mi dispiace.- dissi sommessamente.
Ci guardammo per un secondo, poi scoppiammo a ridere.
-Allora... come stai?- chiese osservandomi con quegli occhi da gatto che adoravo tanto.
-Bene. Sono di buon umore, come hai detto tu.-
Distolse lo sguardo, tentando di non sorridere. Ancora non riuscivo a capire cosa lo imbarazzasse e cosa no. Forse doveva capirlo anche lui.
-Tu?- chiesi avvicinandomi un po', come a costringerlo ad alzare la testa.
Lo fece subito, quasi di scatto, senza però indietreggiare.
-Bene. Temevo che fossi arrabbiato, ma vedo che sei quello di sempre.- disse guardandomi dritto negli occhi, con un sorrisetto di sfida sulle labbra.
Eravamo piuttosto vicini. Aveva un profumo stupendo, lo stesso che avevo sentito quella sera, quando lo avevo abbracciato. Mi resi conto di volerlo baciare di nuovo, o almeno di volerlo toccare.
-Pensavamo la stessa cosa, allora.- risposi ricambiando il suo sorrisetto.
Rimanemmo fermi per un secondo, poi si mise a ridere, assumendo un'espressione più gentile.
-La mia macchina?- chiese poi, senza spostarsi.
Rimasi sorpreso da quel cambiamento improvviso nella sua espressione, e capii una cosa. Il desiderio quasi costante che avevo di baciarlo o toccarlo non era solo per la forte attrazione fisica che provavo verso di lui: avevo bisogno di dimostrargli come mi sentivo, di averlo vicino, di dargli l'affetto e la dolcezza che mi suscitava attraverso il mio corpo, i miei gesti, e non necessariamente di andarci a letto. Ecco perchè continuavo a pensare che farci l'amore una volta non mi sarebbe bastato: desideravo semplicemente stargli vicino.
Gli dissi che la sua macchina era a posto e gliela indicai, lasciando andare prima lui. Osservai le sue spalle, il modo rigido in cui teneva ancora le mani nelle tasche del giacchetto.
Forse era il suo essere così freddo a far aumentare il mio bisogno di toccarlo. Pensavo a cose semplici, come passargli il braccio sulle spalle o scompigliargli i capelli, prendergli la mano, baciargli le guance e la fronte, abbracciarlo. Baciarlo con dolcezza. Avevo l'impressione che non si sentisse amato, e anche se non sapevo ancora bene quanto fossero forti i miei sentimenti per lui, sentivo il bisogno e il dovere di farcelo sentire io, amato.

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