Capitolo 24

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Liam
-Ecco dov'era, il micio di casa!- esclamai appena entrammo nella mia stanza, ridendo.
Miao era sdraiato ai piedi del mio letto, forse a godersi il fresco del pavimento.
-Hey, gattone...- mormorò Cam dolcemente, osservandolo con un sorriso sulle labbra.
Sentii il cuore sciogliersi, mentre si chinava per accarezzare Miao, senza lasciare andare la mia mano, ancora stretta alla sua.
Miao, di tutta risposta al gentile tocco di Cam, iniziò subito a fare le fusa e a strofinare il musetto contro la sua mano. Mi morsi l'interno delle labbra, senza riuscire a smettere di sorridere.
-Gli piaccio ancora...- disse Cam, alzandosi, assumendo un'espressione quasi sollevata.
-Come fai a non piacergli più? Si tratta di te.- gli risposi ridendo, alzando le spalle come se fosse ovvio.
Mi sorrise, portandosi la mia mano vicino alle labbra, baciandola, facendomi sentire le farfalle nello stomaco.
-Certo, lo sapevo.-
Accennai una risatina strana, guardando altrove, come se fossi in imbarazzo. Era così bello averlo di nuovo lì con me, nella mia camera.
-Ti prendo un pigiama.- dissi poi, lasciando andare la sua mano, un po' a malincuore.
-Grazie.-
Tirai fuori i pigiami per entrambi, poi iniziammo a spogliarci e a infilarli. Come al solito, fui più veloce di lui. Mi voltai a guardare la sua schiena nuda, trattenendomi dal ridere quando si fermò a cercare di capire quale fosse il retro della maglietta, per poi infilarsela. Mi avvicinai a lui, abbracciandolo da dietro, senza neanche pensarci troppo, inspirando il suo profumo, premendo il viso contro la sua schiena. Mi accarezzò le mani, le braccia, poi si girò verso di me, abbracciandomi. Ci stringemmo per un po', in silenzio. Riuscivo a sentire il battito del suo cuore. Chiusi gli occhi, stringendolo ancora di più.
-Mi sembra sia passata un'eternità dall'ultima volta che ti ho abbracciato. Invece sono solo due mesi e mezzo.- mormorò, vicino al mio orecchio, provocandomi i brividi ovunque, dentro e fuori.
Lo strinsi di più, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo, strofinandoci piano il naso contro.
-Troppo. Troppo tempo.- borbottai.
Accennò una risatina dolce, poi mi baciò i capelli.
-Per caso... c'è ancora uno spazzolino per me?- chiese, dopo diversi secondi di silenzio.
Sorrisi, scostando il viso per guardare il suo.
-Sì. È nuovo. Andiamo a lavarci i denti insieme?-
Sorrise anche lui, annuendo.

-Pensi che a Leah darà fastidio trovarmi qui, domattina?- chiese appena ci infilammo dentro al letto, sotto le coperte.
-No, anzi. Ne sarà felice.- risposi, accennando un sorriso.
-Sì?-
-Sì.-
Continuò a guardarmi, come se volesse sapere di più.
-Beh, abbiamo parlato spesso di te, quindi sapeva che volevo tornare con te, o almeno cercare di parlarti. Poi ha visto come stavo, quindi...- spiegai, tentando di ridere in modo spontaneo, anche se non fui molto convincente.
Distolse lo sguardo, e capii subito che già si stava sentendo in colpa.
-No, eh! Forza, guardami!-
Si girò verso di me con fare sorpreso e perplesso.
-Smettila di pensare a quelle cose. Sto sorridendo, adesso. Non lo vedi che sono felice? E lo stesso vale per te, giusto? Sono io quello che dovrebbe fare quella faccia, in realtà.-
-Non è vero.-
-Allora che si fa? La facciamo entrambi?- chiesi con un sopracciglio alzato.
Assunse un'espressione divertita, rilassandosi.
-Hai ragione, scusa.-
-Mh. Bravo.-
Rise, mentre mi voltavo su un lato del corpo, senza smettere di osservarlo.
-Comunque, devo dire una cosa molto poco sexy.- dissi poi, ridendo di già.
-Cosa?- chiese curioso, mostrandomi una fossetta.
-In questi mesi, ovviamente, pensavo che una delle prime cose che avremmo fatto, se ci fossimo riconciliati, sarebbe stato finire a letto. Non come siamo adesso, ma hai capito.-
Si mise a ridere.
-Invece ce l'ho tipo morto. Non so se è perchè ho bevuto troppo o se ero troppo agitato e ho esaurito tutte le energie, ma è stranamente tranquillo.- continuai a spiegare, ridendo insieme a Cam.
-Anche io, te lo giuro, ho pensato la stessa cosa. Forse sono troppo stanco, non lo so.- rispose, mentre continuavamo a ridere.
-Tanto poi recupereremo.- dissi.
-Assolutamente sì, cazzo.-
Mi fece ridere ancora di più, in modo strano, come al mio solito. Impiegammo un po' a smettere. Ci fu silenzio per diversi secondi, poi lo sentii deglutire.
-Lo so che suona un po' come un insulto o come una mancanza di fiducia nei tuoi confronti, ma te lo chiedo davvero solo perchè vorrei saperlo. Mi va bene qualunque risposta. Hai provato... non so, a fare esperienza con qualcun'altro?- chiese, quasi timidamente, senza guardarmi.
Mi trattenni dal sorridere.
-"A fare esperienza"?- ripetei, come se non avessi capito.
-Sì, insomma... Considerando che sono stato il primo, ho pensato che fossi curioso di provare con un altro ragazzo, anche solo per fare un paragone... non ci sarebbe niente di male...-
-Quindi non ti darebbe fastidio?-
Spalancò impercettibilmente gli occhi, grattandosi via le pellicine intorno alle unghie.
-Rispondimi, perfavore...- mormorò con fare nervoso, forse anche un po' implorante.
-Non ce la farei mai a farmi toccare da qualcun'altro. Non riuscirei neanche a guardare un altro negli occhi, in realtà. Mi disgusta solo il pensiero.- spiegai, ridendo.
Sospirò, poi si coprì gli occhi con le mani.
-Dio, ti ringrazio.-
-Quindi ti avrebbe dato fastidio?- chiesi, stuzzicandolo un po'.
-Cazzo, sì! Vorrei poter fare il fidanzato figo e calmo, ma pensare a te con un altro mi... sul serio, mi sarei sentito morire. Dio, non farlo più! Rispondimi subito, la prossima volta! Già ti stavo immaginando mentre sorridevi ad uno sconosciuto, in quel modo che...-
Continuai a sorridere, sempre di più, premendo la guancia sul cuscino.
-Ti ho fatto ingelosire...- dissi, emettendo una risatina scema, toccandogli la guancia con l'indice. Non avevo bisogno di ricambiare la domanda, perchè ormai già avevo capito quale sarebbe stata la sua risposta.
Mi guardò per un attimo, accennando un sorriso. Fece finta di volermi mordere il dito, poi ridemmo entrambi.
Tornò serio dopo meno di un secondo, però, contagiandomi.
-Scusami se non mi sono reso subito conto di quanto tu stessi male per la gelosia. Mi dispiace di averla sottovalutata, e di averti sempre attaccato senza chiederti davvero perchè ti sentissi così...-
Accennai un sorriso.
-Grazie per avermi chiesto scusa. Davvero.- mormorai, forse un pochino più dolcemente di quanto avrei voluto.
-A me dispiace di aver dato tutta la colpa a te, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato, o mi stessi nascondendo qualcosa. Ero paranoico e temevo che ti stancassi di me...-
-Lo pensi anche adesso? Che io possa stancarmi di te?-
Scossi la testa, e la sua espressione si addolcì.
-Stando lontani, ho pensato anche a questo, e i miei pensieri sono cambiati. È vero che l'amore è un sentimento strano, che va e viene, però non credo davvero che sia il nostro caso. E anche se dovesse succedere, un giorno, preferisco comunque godermi il presente insieme a te, senza preoccuparmi di cose inutili.-
-Tanto non succederà mai.-
Sorrisi.
-Lo so.-
Si mise a ridere, senza smettere di guardarmi.
-Sai, in realtà... la paura che avevo, era simile alla tua.- disse poi, più serio.
-Davvero?-
-Sì, era...-
Ci pensò un po', poi sospirò.
-Non so se riesco a spiegarlo, ma ci provo... È vero che una parte di me riteneva così importante parlare dei nostri sentimenti a causa di quello che mi è successo con Jacob, ma non era solo quello il motivo. Anch'io non mi aspettavo di provare una cosa del genere, di... di poter amare così tanto qualcuno, e anche se mi facevi sentire amato, anche se ero sicuro che anche tu mi amassi, era come se non fosse abbastanza, ma non per colpa tua. Ero io che avevo bisogno di troppa attenzione, perchè... Insomma, essere il tuo primo ragazzo era, ed è, la cosa più bella del mondo, ma avevo paura di non essere il primo in tutto, avevo paura che... che, se un giorno ci fossimo lasciati e tu non mi avessi mai detto cose come "ti amo", allora significava che non ero quello giusto, per te, non ero la persona destinata a rimanere per sempre nella tua vita, o anche solo nella tua testa, come ricordo. Non so se riesco a spiegarmi del tutto... Il fatto è che io e te siamo simili, da morire per alcune cose, e la pensiamo nello stesso modo. Lo so quanto peso dai alle parole, perchè lo faccio anch'io, nello stesso modo, e le persone che non sono come noi pensano che esageriamo, ma io no. Quindi, ho pensato "se Liam non confessa a me i suoi sentimenti per me, se non mi dice neanche cose come "ti amo", vorrà comunque dire che io sono stato speciale per lui, sì, ma non abbastanza da sentirmelo dire". Anch'io temevo che ti stancassi di me, che ti rendessi conto che non ero poi così speciale, alla fine. Inconsciamente, ho cercato di intrappolarti, come se sforzarti ad esprimere quello che provavi potesse rendermi speciale di diritto. Non so se hai capito cosa intendo, ma forse è meglio se non lo fai... Non è una motivazione di cui andare fieri. È da egoista.-
-Sei proprio scemo, eh?-
Spalancò impercettibilmente gli occhi, voltando la testa verso di me, corrugando la fronte quando notò che stavo sorridendo.
-Ho capito. Sinceramente, non lo so se è una motivazione da egoista, e neanche mi interessa. Significa solo che avevi paura di pensare ad un futuro in cui non eri più speciale per me, no?-
Continuò ad osservarmi, a passare lo sguardo sul mio viso, sulle mie labbra ancora sorridenti, sui miei occhi, sulle guance. Deglutì.
-È che mi sento così fortunato. Non... non è che io pensi di non meritare amore o cose simili, è... con te è tutto così speciale, perchè sei diverso da tutti. Avevo paura di non sentirmi più così, con te.-
Sentii il cuore rimbombarmi nel petto, le farfalle nello stomaco.
-Potresti anche smetterla di dire le stesse cose che penso io, però...- borbottai, allungando una mano verso il suo viso.
Presi ad accarezzargli la guancia, i capelli, perdendomi nel blu dei suoi occhi, fissi su di me come se fossi un'opera d'arte.
-Adesso lo sai che non devi averne più paura, vero?-
Accennò un sorriso dolce, annuendo.
-Anche perchè, se dovessi mai amare qualcun'altro, che è l'ultima cosa che voglio fare, non vivrei mai le stesse cose che vivo con te.-
Si girò verso di me con tutto il corpo, sistemandosi nella mia stessa posizione, poggiando la guancia sul cuscino e una mano sulla mia, ancora sul suo viso.
-Potrei abituarmi a sentirti parlare così, eh...- mormorò.
Accennai una risatina, mentre mi baciava il polso.
-Allora mi abituerò a parlare di più in questo modo.-
-Solo se lo vuoi.-
Sorrisi.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, a guardarci.
-Sai, stavo pensando... non è strano sapere che quello che c'è tra noi non potrà mai ripetersi? Non importa con quante altre persone proveremo a creare un altro legame, non sarà mai come questo, perchè io sono così solo con te e tu sei così solo con me, perchè ci condizioniamo a vicenda, ma in senso buono. Anche se io sono sempre lo stesso, ogni legame che creo è diverso dagli altri perchè ogni persona con cui lo stringo è diversa. Lo stesso vale per te, per tutti. Quindi io e te, siamo irripetibili. Tutto questo è... insomma, è solo nostro.-
Mi penetrò l'anima con quegli occhi intensi e gentili, e il suo sorriso dolce fece sparire tutto l'imbarazzo che avevo sentito nello spiegare quel pensiero.
-L'avevi in mente da tanto, questa cosa?- chiese, stringendomi la mano, ora sul letto, e intrecciando le dita alle mie.
-Beh, da un po'...- ammisi, distogliendo lo sguardo e mordendomi una guancia.
-Non credevo sarei mai riuscito a dirlo ad alta voce. Mi sento meno stupido del previsto. È un buon segno, no?-
Si mise a ridere, poi mi baciò sulla guancia.
-Comunque, ci ho ripensato. Non credo che mi abituerò. Ad un certo punto avrò bisogno di un' ambulanza. Che poi, sarebbe anche un bel modo di morire, ma vorrei ancora vivere parecchio.- disse.
Mi misi a ridere, poi spalancai di colpo gli occhi, dandogli una pacca sul braccio.
-A proposito! Cioè, no, non c'entra un cazzo, ma è uguale. Mi sono segnato un sacco di video e di documentari da vedere insieme.-
-Cazzo, è vero, anch'io mi ero segnato delle cose! Bravo che me l'hai ricordato. Ho trovato dei film che sembravano interessanti, e anche un canale Yotube che parla di casi irrisolti o ancora aperti, situazioni inspiegabili, leggende metroplitane, spiriti e cose simili. È interessante perchè dà sempre spiegazioni logiche alla fine. Poi ti faccio vedere qualcosa.-
-Sì, sembra bello. Domani ricordiamoci. Hai mai sentito i suoni che emettono i pianeti e il Sole?-
Spalancò un po' gli occhi con fare curioso.
-No, perchè? Emettono suoni? Sono suoni strani?-
-Da morire, cazzo. Domani ti faccio sentire anche quelli.-
Ci fu silenzio per un attimo, e mi resi conto che veniva da sorridere ad entrambi.
-Mi è mancato anche questo.- disse, a voce più bassa.
Sorrisi ancora di più.
-Anche a me.-
Dopo pochi secondi, però, la sua espressione si fece più seria.
-Che c'è?- chiesi, quasi preoccupato.
-No, è... stavo pensando che devo chiederti scusa anche per non aver capito quanto fossero importanti le canzoni che mi mandavi. In realtà lo sapevo, ma ero troppo concentrato su me stesso per rendermi conto di quanto stessi ignorando e sottovalutando un gesto così bello. Mi dispiace anche per quello.-
Osservai la sua espressione, un po' triste.
-No, in realtà... Certo, il gesto in sè era anche bello, ma l'ho fatto nel modo sbagliato, e pure nel momento sbagliato. La prima volta che hai provato a parlarmene ho quasi fatto finta di niente, perchè ero troppo imbarazzato, e forse... forse anche perchè avevo paura che mi chiedessi cose di cui non volevo ancora parlare. Ho sbagliato io. Avrei dovuto ammettere che, in parte, lo facevo per prendere tempo, sperando che quelle canzoni bastassero a renderti felice. Anch'io sono stato egoista. E poi te ne ho mandate così tante che, ad un certo punto, non sembrava più qualcosa di speciale... Scusami. Per tutto.- ammisi, guardando le nostre mani, unite.
-Non te l'ho mai detto, ma sono tutte bellissime, quelle canzoni. Le ho sentite in continuazione, in questi mesi.-
Sorrisi.
-Davvero?-
Annuì.
-Riascoltandole dopo esserci lasciati, mi sono sentito ancora peggio. Ho pianto come un bambino.- disse poi, ridendo.
Risi anch'io.
-Anch'io, te lo giuro. Certe volte, prima iniziavo a piangere e poi mi mettevo ad ascoltarle.-
-Tanto per darti il colpo di grazia.-
-Sì, esatto.-
Soridemmo entrambi. Sentivo il cuore caldo. Era una sensazione così bella.
Ci guardammo per un po', di nuovo. Portò la mano libera sul mio viso, accarezzandomi la guancia. Chiusi gli occhi.
-Cam.-
-Sì?-
-Spero di essere già cambiato un po', ma farò il possibile per migliorare. Non voglio ripetere gli stessi errori di prima.- dissi, aprendo gli occhi e incontrando la sua espressione così dolce, un po' sorpresa.
-Non voglio farti stare male di nuovo. E non voglio più dirti tutte quelle cose cattive quando litighiamo.- continuai, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quelle iridi blu, che sembravano brillare.
Corrugò la fronte, come se si fosse fatto male, mentre osservava ogni parte del mio viso. Strinse la mia mano, deglutendo, senza smettere di accarezzarmi il viso con l'altra.
-Neanch'io voglio più farti stare male. Non voglio più comportarmi come un egoista, come uno che non sa trattarti come meriti. Diventerò una persona migliore. Sul serio però, non lo dico solo perchè adesso abbiamo fatto pace dopo due mesi e mezzo. Non voglio più che tu soffra per colpa mia.-
Sorrisi, poggiando di più il viso sulla sua mano, fingendo di non sentire il cuore in gola.
-Lo so che non lo dici tanto per dire. Morgan.-
Accennò un sorriso, mostrandomi una fossetta, e poi entrambe quando si mise a ridere.
-Che sfacciato che sei. Anderson.-
Mi toccò la punta del naso col dito, baciandomi su una guancia quando accennai una risatina.

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