Capitolo 16

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Cameron
Quella mattina ero entrato in officina con un sorriso enorme sul volto, al posto della mia solita espressione cupa e imbronciata causata dallo shock dell'essere sveglio.
Continuavo a pensare alla sensazione familiare e accogliente che avevo sentito il giorno prima, a casa di Liam, e ancora mi sentivo così, come se il mio cuore fosse al caldo. Verso le undici era arrivato Dominic, con dei cappuccini per me e Robert, così ci eravamo fermati per una pausa e quattro chiacchiere. Robert, che si era trattenuto dal prendermi affettuosamente in giro fino a quel momento, si era subito liberato appena aveva visto Dom.
-Stamattina quando l'ho salutato mi ha risposto senza mandarmi a fanculo, pensa un po'.- disse sarcastico, ovviamente riferendosi a me, bevendo un sorso del suo cappuccino e alzando entrambe le sopracciglia.
-Ma dai, non ci credo.- gli diede subito corda Dom, osservandomi.
Distolsi lo sguardo, mentre bevevo, fingendo di non essere divertito.
-E ha pure sorriso ad un cliente anche se aveva iniziato a lavorare solo da mezz'ora.-
-Cazzo, sono sconvolto.-
Scoppiai a ridere, dando un calcio a tutti e due, e ricevendone un altro da Robert.
-Arrivate dritti al punto e chiedetemi perchè sono così contento, invece di fare gli idioti.-
Si scambiarono un'occhiata, poi tornarono a guardarmi pieni di curiosità.
-Allora, è successo qualcosa di importante?-
-O sei contento solo perchè ci avete dato dentro?- borbottò quasi Dom, ridendo tra sè, beccandosi un pugno sulla spalla da Robert, che però stava trattenendo una risata.
-Sono stati due giorni molto intensi... anzi, quasi tre.- dissi riflettendo.
-Siete stati insieme tutto sabato e tutta domenica?- chiese Dom incredulo.
Annuii.
-Ieri sono tornato a casa alle cinque, più o meno.-
Bevvi un altro sorso di cappuccino, poi iniziai a raccontargli cosa fosse successo sabato sera, visto che della sorpresa che Liam mi aveva fatto venerdì già ne erano a conoscenza. Spiegai loro della cena con gli amici di Liam, di quello che mi avevano detto sul suo cambiamento, di come una volta tornati a casa sua mi ero reso conto di aver lasciato il telefono al locale, e del fatto che quando ero tornato a riprenderlo avessi incontrato Jacob.
Strabuzzarono gli occhi appena feci il suo nome, e Dominic quasi si strozzò.
-E che cazzo è successo?!- chiese dopo aver tossito un po'.
Spiegai tutta la scena nei dettagli, e anche il litigio che avevo avuto con Liam in macchina, le cose che mi aveva chiesto per tranquillizzarsi, il fatto che mi avesse creduto e si fosse fidato di me.
-Ma hai detto la verità a Liam?- mi chiese Robert con una mano sul fianco e il cappucino nell'altra, osservandomi come se mi stesse studiando.
-Certo che gli ho detto la verità.- risposi, quasi offeso.
-Non hai provato niente quando ha rivisto Jacob? Sul serio?- insistette.
Alzai gli occhi al cielo, come se fosse stata la ventesima volta che lo dicevo, anche se in realtà era solo la terza.
-Ero sorpreso, è ovvio che mi sia preso un colpo quando l'ho visto, ma non in senso buono... voglio dire, non ero tipo "oddio, ho il cuore che batte all'impazzata, mi sei mancato, ti amo ancora" e tutte queste stronzate che vi stanno passando per la testa. Mi sono innervosito e mi sono arrabbiato perchè era stata una serata perfetta e me l'aveva appena rovinata con la sua presenza. E poi perchè volevo solo tornare da Liam e invece lui era lì a cercare di entrarmi nelle mutande come se niente fosse. Mi ha fatto bene rivederlo, perchè mi sono reso conto che è finita sul serio. Dentro di me, intendo. E anche se ho perso tempo dietro ad una persona tanto insignificante, devo accettare tutto quello che ho provato senza vergognarmene e andare avanti. Non si meritava tante attenzioni, ma ormai è andata. Quindi 'fanculo.- spiegai alzando le spalle e finendo il mio cappuccino in un sorso.
Le labbra di Robert si aprirono in un sorriso enorme, mentre Dom tirò un sospiro di sollievo, letteralmente.
-Oddio, ti ringrazio. Temevo fossi tornato l'idiota di due anni fa.- disse poi stringendomi affettuosamente la spalla, sorridendo.
-Mi dispiace per Liam, però. Non credevo ci sarebbe rimasto così male.- aggiunse poi, cercando appoggio nello sguardo di Robert.
-Già, neanch'io. Non lo conosciamo abbastanza.- disse lui scrollando le spalle.
Mi sentii di nuovo speciale, per un secondo. Speciale perchè avevo il privilegio di conoscere ogni lato di Liam.
-Però non ho capito perchè sei così contento.- aggiunse poi Robert, poggiando il bicchiere di cartone ormai vuoto sul cofano della macchina su cui era seduto Dom, incrociando le braccia al petto.
Spiegai loro che, una volta tornati a casa, poco prima di metterci a dormire, avevo chiesto a Liam di parlare di noi, dei nostri sentimenti l'uno per l'altro, accennando alla reazione che aveva avuto. Il modo in cui avevo insistito, fino ad arrabiarmi.
-Sinceramente, secondo me hai fatto bene a chiedergli di parlarne, ma perchè ti sei arrabbiato così tanto? Addirittura da voler andare via, poi?- mi chiese Dom.
Evitai di guardare entrambi, cercando una risposta nella mia testa, che però non trovavo. Mi sembrava impossibile riuscire a riassumere tutto quello che avevo provato quella sera, specialmente in quei momenti.
-Hai pensato che si sarebbe sentito costretto a dirti qualcosa di importante, perchè aveva avuto quella reazione vedendo Jacob. Hai cercato di usare la sua insicurezza contro di lui per scacciare la tua, senza neanche rendertene conto, vero?- disse Robert con uno sguardo serissimo, arrivando immediatamente alla verità, al centro del problema.
-Sì.- ammisi, guardando per terra e iniziando a staccarmi distrattamente le pellicine.
Dom guardò prima lui poi me, un paio di volte.
-Sì, ma... ma non era solo per quello, dai! Insomma, come ho detto mi dispiace che Liam ci sia stato male, ma tu gli hai detto subito la verità, gli hai detto tutto quello che voleva sentirsi dire. È normale che dopo una situazione così tu abbia sentito il bisogno di chiedergli certe cose, e lui ti conosce, lo sa che per te è importante dirsi chiaramente cose tipo "ti amo" e "voglio stare con te", sa quello che hai passato. Capisco anche che non sia facile per tutti ammettere certe cose, ma avrebbe potuto sforzarsi per te!-
Lo capivo che stava cercando di difendermi e farmi passare per quello buono della situazione, e in realtà mi faceva piacere, ma al tempo stesso sapevo che quella era solo una visione della storia.
-Però Liam ha pensato che non avessi fiducia in lui e che non avessi capito quello che prova, nonostante tutto quello che ha fatto per farmelo sentire...- spiegai alzando le spalle, ancora con fare triste.
-Lì per lì non l'ho capito, ma più tardi ne abbiamo parlato e mi è stato chiaro cosa gli passava per la testa.- continuai poi.
-Come ha fatto a farti tornare in te? Parti in quinta quando sei convinto di avere ragione. Come ha fatto?- ripetè Robert incredulo.
Mi misi a ridere, distogliendo lo sguardo e continuando a torturarmi le pellicine.
-Non ve lo dico.-
Robert alzò entrambe le sopracciglia con fare divertito, invece Dom sembrò offeso.
-Hai un altro migliore amico a cui dire le cose importanti, adesso?- borbottò contrariato, guardandomi male.
-Dai, Dom, è che... voglio che rimanga un momento nostro. Il resto lo sai tutto.- tentai di giustificarmi, accennando un sorriso.
Non avrei potuto parlare con nessuno di momenti come quello. Anche di quello che era successo in macchina, non ne avevo parlato proprio nei minimi dettagli. Non volevo sapessero troppe cose di Liam, non volevo sapessero troppo del Cameron che ero con lui. Volevo che quei momenti, quei ricordi, quelle sensazioni, rimanessero solo mie e di Liam. E poi, con quale faccia avrei potuto spiegare che mi aveva abbracciato un attimo prima che me ne andassi da casa sua, che mi aveva stretto a sè in modo disperato? Con quali parole avrei potuto descrivere il modo in cui mi aveva preso le mani, il modo in cui mi aveva baciato e accarezzato il viso, la sua voce ridotta ad un sussurro debole e implorante, l'amore che avevo sentito attraversare prima il suo corpo e poi il mio? Erano semplicemente cose inesprimibili.
-Però qualcosa di importante deve avertelo detto.- insistette Robert.
Forse voleva solo capire se Liam mi amasse veramente.
"Lo sai cosa provo per te", risuonò all'istante nella mia testa. Ancora ricordavo esattamente il tono di voce che Liam aveva usato nel dirmi quelle parole.
-Infatti me l'ha detto. E comunque, adesso stiamo proprio insieme.- tagliai corto, quasi imbarazzato, sorridendo però come uno scemo.
Dom sbattè le palpebre, poi scese dal cofano della macchina con un balzo.
-Era ora, cazzo!- esclamò abbracciandomi con entusiasmo, facendomi ridere.
Robert ci osservò, sorridendo.
-Quindi alla fine aveva ragione Dominic, sei felice perchè ci avete dato dentro, okay.- disse dopo, scompigliandomi i capelli, per poi allontanarsi e buttare i bicchieri di cartone vuoti.
-È anche per quello, sì, okay?!- ammisi ad alta voce, ridendo insieme a Dom.
-E tu, invece? Pensi mi sia dimenticato di te e Melody?- dissi poi rivolgendomi a Dominic, mentre andavamo verso la macchina che stavo riparando insieme a Robert, già tornato al lavoro.
-Ah, è vero, anche tu hai passato il fine settimana con il tuo amore!- esclamò Robert tornando a dedicarci la sua attenzione e il suo sguardo color ambra.
Dom emise una risatina imbarazzata, muovendo gli occhi chiari di qua e di là. Non vedeva l'ora di parlarne.
-Beh... allora, sabato sera ci siamo visti a casa sua, perchè la mamma non c'era. Dato che stava facendo tardi, Melody mi ha chiesto di rimanere a dormire da lei, perchè non riesce a dormire se è in casa da sola...-
-E tu che hai fatto?- chiesi trattenendomi dal ridere.
Alzò entrambe le mani come a dire "fermati", poi se le passò sul viso con fare teatrale.
-Volevo sotterrarmi, stavo sclerando. Ovviamente sono rimasto perchè, cazzo, non potevo lasciarla da sola, lo so che ha paura! Mi sono sistemato sul divano, solo che non riuscivo a dormire, sapendo che lei era nell'altra stanza. Ad un certo punto mi sono alzato e ho sentito che continuava a girarsi nel letto, così mi sono avvicinato alla porta della sua stanza e l'ho chiamata. Si è alzata, si è avvicinata e le ho chiesto se non riuscisse a dormire. Ha detto di no, così le ho chiesto se voleva che le facessi una camomilla o qualcosa di rilassante, invece lei mi ha chiesto di dormire con lei. Con lei, capisci?! Nello stesso letto, accanto a lei, dopo mesi!- esclamò gesticolando.
-È stata così dolce, ho sentito il cuore fare "boom!", ve lo giuro! Con quel pigiamone di due taglie più grande e i capelli dietro le orecchie, tutti scompigliati. È stupenda.- insistette con sguardo perso.
Scambiai un'occhiata divertita e comossa con Robert, poi tornai ad osservare Dom, aspettando che continuasse.
-E poi?- lo incoraggiai.
Spalancò gli occhi, come se si fosse improvvisamente svegliato.
-Oh, giusto, stavo raccontando! E poi niente, abbiamo dormito abbracciati, nel suo letto, come quando stavamo insieme. Abbracciati, capisci?!- esclamò alzando la voce, scuotendomi per le spalle.
Lo osservai divertito, e segretamente felice di avere un migliore amico così dolce.
-E sei riuscito a trattenere i tuoi desideri più animaleschi?- chiese Robert, sarcastico, ma Dom lo prese sul serio.
-Certo che sì, non era assolutamente il momento adatto! Era un momento puro, sai da quanto tempo non la abbracciavo?!-
Robert assunse un'espressione sorpresa, poi sorrise dolcemente.
-Da troppo tempo, immagino.- rispose poi.
Dom rimase in silenzio, ma la sua espressione si fece più seria, come se fosse rimasto colpito dalle parole di Robert, e poi si addolcì.
Lo osservai per qualche secondo.
-Le parlerai presto, vero?- chiesi poi.
Ero preoccupato per lui perchè, anche se la sera di halloween avevo visto che il modo in cui lo guardava non era cambiato rispetto a quando stavano insieme, una parte di me aveva ancora paura che Melody stesse approfittando dell'amore di Dominic, del suo carattere dolce e comprensivo, e che si fosse riavvicinata a lui perchè era l'unico che aveva accettato tutto di lei, compreso ciò che sentiva di dover nascondere agli altri. Tornò serio, annuendo con forza.
-Sì, devo farlo. Vorrei solo creare una certa atmosfera, prima. Ma sono sicuro che, appena arriverà il momento giusto per parlarle, lo capirò.- rispose sorridendo.
Sembrava fiducioso, e la cosa scaturì in me quel solito istinto di protezione che sentivo solo nei confronti delle persone che amavo davvero. Dominic, Robert, il mio Liam. E anche mio padre, in passato.
-Visto che siamo in tema, tu che hai fatto questo fine settimana, nonnetto?- chiese Dom a Robert, distogliendomi da quel pensiero che mi aveva impercettibilmente scosso, senza motivo.
Robert assottigliò lo sguardo, con fare minaccioso, ma non capii se era dovuto alla domanda in sè o all'appellativo "nonnetto". Ignorò la domanda di Dom, scuotendo la testa e fingendo di riuscire a concentrarsi sulla macchina.
-Ha passato il sabato sera in compagnia.- risposi al posto suo, con un sorrisetto divertito sulla faccia, incrociando le braccia al petto.
Robert ignorò anche la mia risposta.
-Più giovane o più grande?- incalzò Dom ricambiando il mio sorrisetto.
-Più giovane.- dissi senza esitazione.
A quel punto Robert si girò a guardarmi.
-E tu che ne sai?- chiese confuso.
-Già, che ne sai?- gli fece eco Dom, beccandosi un'occhiataccia, che però lo divertì soltanto di più.
Stuzzicare Robert era troppo divertente.
-Quando "passa la serata" con uno della sua età o più grande, va a casa di questo e torna poco dopo mezzanotte. Se è un ragazzo più giovane, lo porta a casa sua e la mattina dopo gli dà i soldi per tornasene a casa in taxi.- dissi fingendo di parlare solo con Dom, che assunse un'espressione buffa, come a dire "niente male", mentre si girava verso Robert.
-La cosa del taxi te l'ho detta io, non fare tanto il perspicace, Cameron.-
-Sei nei guai, ti ha chiamato "Cameron" con quel tono...- mi sussurrò Dom avvicinandosi e ridendo.
Quando si rese conto che Robert non faceva obiezioni, però, capì che avevo indovinato davvero.
-Aspetta, quanto più giovane?!- chiese stupito, stavolta a Robert.
Si mise a ridere, scuotendo la testa. Dom insistette, facendolo sbuffare.
-Trenta. Aveva trent'anni, okay?-
Dom spalancò la bocca, ancora più stupito, mentre io scoppiai a ridere. Lo sapevo che Robert era un uomo con un sacco di esperienza e che ci sapeva fare. Come se non bastasse, era pure un bell'uomo, e non dimostrava quarant'anni. Arrivare ad essere come lui a quell'età era un mio sogno segreto, ma ovviamente non gli avrei mai dato la soddisfazione di sentirmelo dire ad alta voce.
-Sei stato bene, con questo ragazzo?- gli chiesi poi, tornando serio.
Sospirò.
-Dai, Cam, non ti stanchi mai di chiedermelo?-
-No.-
Alzò un sopracciglio, distogliendo lo sguardo.
-Sì, sono stato bene. No, non ho intenzione di rivederlo. No, non insistere.- tagliò corto, subito.
Lo osservai, non sapendo più cosa dirgli per incoraggiarlo a legarsi a qualcuno e a smetterla di avere solo storie di una notte.
-Ci sarà stato qualcosa che ti è piaciuto di questo trentenne, no?- insistette Dom, venendomi incontro con estrema naturalezza.
Robert si fermò, come se ci stesse riflettendo su.
-Era molto dolce. Non mi è sembrato il tipo abituato a incontri del genere.-
-Allora è un buon motivo per rivederlo.-
-No, è proprio un buon motivo per non farlo.-
Dovevo smetterla, stavo solo rischiando di farlo arrabbiare.
Sospirò di nuovo, distogliendo lo sguardo. Io e Dom rimanemmo in silenzio. Proprio in quel momento sentimmo il rumore di una macchina, che si fermò sull'entrata dell'officina. Robert fece per andare verso il proprietario, che si guardava intorno con fare incerto, ma poi fece un passo indietro.
-Sentite, se volete fare battute e scherzi sul mio stile di vita mi sta bene, ma non cercate di dirmi cosa sarebbe meglio che io facessi. Non è una cosa che vi riguarda.- disse in tono che non ammetteva repliche, rimproverandoci con gli occhi. Ci osservò per un paio di secondi, come per accertarsi che avessimo capito, poi andò dal cliente appena arrivato.
Sospirai.
-Fa ancora così?- mi chiese Dom, voltandosi verso di me.
-Già.-
-Sempre?-
-Sempre.-
Lo osservammo da lontano, in silenzio.
-Pensa ancora a quel ragazzo? Al suo primo amore?-
Scrollai le spalle con fare rassegnato.
-Non riesce neanche più a parlarne, ma a giudicare da quelle reazioni, direi proprio di sì. Ogni volta che provo a dirgli di cercarlo e di rivederlo, almeno una volta, si incazza o si ammutolisce. Non so come aiutarlo.-
Dom aggrottò le sopracciglia, come se stesse pensando.
-Non puoi cercarlo su qualche social?-
-Non mi ha mai detto il suo cognome. Non mi ha mai detto molto, in realtà.- ammisi grattandomi distrattamente le pellicine.
-E il nome?-
-Si chiama Eric.-
Aggrottai le sopracciglia, vedendolo di nuovo pensieroso.
-A che pensi?-
-Al fatto che siamo nel ventunesimo secolo e il concetto di privacy è andato un po' a farsi fottere.- rispose sorridendo, alzando le spalle.
Non aveva tutti i torti.

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