Tornare a scuola è traumatico. Lo è per tutti. È inutile negarlo, perché si sa che anche ai secchioni non piace doversi alzare presto, così come non piace nemmeno ai professori dover affrontare il rientro in classe. È quindi totalmente controproducente fingere che le cose non stiano in questo modo e tutto ciò che possiamo fare è sopportarlo senza lamentarci troppo, ma la cosa non è decisamente nel mio stile.
Il quindici settembre, ovvero oggi, è il giorno più brutto di tutto l'anno. È peggiore anche di quando i miei genitori, venendomi a prendere a scuola l'ultimo giorno di prima media, mi dissero che si sarebbero separati e che, fondamentalmente, la causa del loro divorzio ero io.
Il quindici settembre è il giorno peggiore di tutti. Lo è da sempre e non c'è nulla che lo possa rendere anche vagamente piacevole. Al contrario, come spesso ci tengo a sottolineare, al peggio non cè mai fine.
-Buongiorno margheritine mie!- esclama zia Fiona facendo il proprio ingresso in cucina mentre tento di godermi una tazza di caffè prima di uscire di casa.
Accanto a me, Meredith non è molto più allegra, tanto che né io né lei rispondiamo alla donna che, evidentemente ignara del nostro stato danimo, continua a parlare servendosi della sua voce stridula.
-Allora, siete pronte per questa nuova avventura scolastica?!-
Sbuffo ignorando la domanda e abbandono definitivamente la tazza ancora mezza piena sul ripiano. Salgo velocemente le scale per lavarmi i denti e sistemare gli ultimi dettagli. A dire il vero non mi potrebbe interessare di meno il mio aspetto, essendo il primo giorno in una scuola che frequento già da tre anni, ma ho promesso a Cassie che mi sarei impegnata a non sembrare troppo una barbona.
Mi lancio giù per le scale e prima di aprire la porta urlo a Meredith, che è ancora seduta al tavolo della cucina a fissare il vuoto con la testa sorretta dalle mani, che la aspetto fuori per andare a prendere l'autobus insieme.
Seduta sui gradini del portico, infilo gli auricolari e faccio partire una canzone a caso. Non devo attendere molto prima che mia cugina, vestita a differenza mia di tutto punto, mi affianchi iniziando a camminare in direzione della fermata.
-Allora Mer- tento di fare conversazione per aiutare il mio cervello a darsi una svegliata -con Michael come va?-
Lei sposta i suoi occhi perfetti, abbelliti da una sottile linea di eyeliner, sulla mia figura e la vedo torturarsi le mani. -Ecco...- esita -abbiamo una sorta di relazione.- rimane vaga.
Aggrotto le sopracciglia confusa attendendo spiegazioni che non tardano ad arrivare.
-Abbiamo deciso di rimanere tipo- si blocca guardandosi attorno per accertarsi di non essere ascoltata e mi sfila una cuffietta così che solo io possa sentire le sue parole ora sussurrate -scopamici.-
La saliva mi va di traverso e sgrano gli occhi. -Come scusa?- sibilo.
La mia cuginetta e l'evidenziatore vivente ora sono scopamici?!
Lei rotea gli occhi e assume di nuovo un normale tono di voce. -Sì, non è strano. Proviamo attrazione fisica l'uno per l'altra e la cosa sta bene ad entrambi. Punto. Fine della storia.-
-Ma tu sei innamorata di lui e di sicuro questa cosa ti farà soffrire. Sequel della storia.- le faccio notare in modo leggermente sarcastico.
-Io non sono "innamorata".- mima le virgolette con le dita e ridacchia, sembrando vagamente isterica.
Decido di lasciar perdere, perché far desistere Meredith dalle proprie teorie, come ho già detto, è qualcosa che va oltre la mia portata.
Per tutto il resto del viaggio in autobus restiamo in silenzio e tento di godermi le canzoni che una dopo l'atra vengono riprodotte dal mio cellulare.
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Ice cream // Luke Hemmings
Fanfiction-E con questa cosa dovrei farci?- domando con le sopracciglia aggrottate tentando di capire per quale motivo Luke Hemmings, il playboy della scuola che tutte vorrebbero avere almeno per una notte, si sia seduto in un bar accanto a me e mi abbia appe...