8. I wurstel dei tedeschi

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Sono seduta accanto ad Ashton nella sala d'attesa dell'ambulatorio e tamburello freneticamente le dita sul bracciolo che ci separa.

Ashton, che ha appena finito di sistemarsi la bandana rossa tra i capelli, mi prende la mano tra le sue.

-Vedrai che andrà tutto bene.- mi guarda negli occhi con un'espressione seria.

Annuisco. Voglio dargli ragione. Ho bisogno di credere che abbia ragione.

-Signorina Fisher?- una donna sulla soglia dei quarant'anni tiene in mano dei fogli e, masticando una cicca, mi squadra da dietro una paio di occhiali decisamente impolverati, facendomi cenno di entrare nella stanza alle sua spalle.

Mi alzo e mi volto a guardare ancora una volta Ash che mi sorride incoraggiante.

-Ti aspetto qui. Non me ne vado.-

Annuisco di nuovo.

***

Quaranta minuti dopo sono ancora accanto al mio migliore amico in attesa dei risultati del test al quale mi sono appena sottoposta.

-Com'è stato? Ti ha dato fastidio di nuovo?- Ashton spezza il silenzio.

Scuoto la testa per tranquillizzarlo. Ma la verità è che la nausea la sento ogni volta e non posso farci nulla, se non accettarlo.

Attendiamo ancora qualche minuto in silenzio guardando dritto davanti a noi. La stanza è vuota e il ronzio dei macchinari medici è ben udibile anche da qui.

Poi la porta si apre ancora e la donna di prima ci guarda con fare annoiato. -Potete entrare. Il dottore ha già i risultati.-

Noi ci alziamo di scatto e percorriamo i pochi metri che ci dividono dalla porta. Entriamo e ci sediamo sulle sedie poste difronte alla scrivania in legno scuro.

L'uomo, avvolto nel suo camice bianco, mi sorride e io capisco che le cose stanno continuando ad andare come dovrebbero.

-Non c'è nulla di nuovo Alexandra.- mi rassicura -I parametri continuano ad essere tutti nella norma. Come al solito se senti che qualcosa non va non esitare a venire qui, ma per come stanno ora le cose possiamo rivederci tra tre mesi.-

Annuisco sollevata e finalmente riprendo a respirare. Sono stata in apnea per tutto il tempo in cui il dottor Harris ha parlato, troppo concentrata sulle sue parole per rendermene conto.

***

Fuori di lì Ashton mi prende a braccetto.

-Che ne dici se per festeggiare andiamo a mangiarci un bel gelato?- propone guardando l'ora sul telefono.

Annuisco estraendo il mio dalla borsa.

Ho due chiamate perse da Cassandra e tre messaggi di Olivia.

-Penso di dover fare un paio di telefonate.- sussurro più a me stessa che ad Ashton che però si trova a concordare con me.

Digito velocemente il numero di Cass mentre ci sediamo al tavolino della gelateria in cui andiamo tutte le volte che ho una visita.

È quasi ora di pranzo quindi decido che per oggi il gelato sostituirà il pasto e mi concedo una coppa piuttosto grande. Lascio che Ashton vada ad ordinare per entrambi mentre attendo che Cassandra accetti la chiamata.

-Ti prego dimmi che sei viva!- urla la voce della mia migliore amica dalle Maldive.

-A dire il vero Cassie non è andata molto bene.- fingo un tono triste.

-No cazzo- impreca lei -non può essere vero, fino a qualche giorno fa stavi bene.- sento che la sua voce si sta facendo sempre più bassa e che è prossima a spezzarsi.

Ice cream // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora