23. Barattolino di miele

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Sono giunta alla conclusione che essere popolari è tanto una benedizione quanto una condanna. È abbastanza ovvio che a tutti piaccia ricevere attenzioni, essere desiderati, idolatrati oppure invidiati, ma spesso è proprio quest'invidia a causare moti di gelosia e discussioni. Perciò, la mattina del sette gennaio, entrando a scuola mano nella mano con Luke, dire che mi sento a disagio è un vero e proprio eufemismo. Sembra quasi che qualcuno ci stia puntando addosso un riflettore o qualcosa del genere perché la maggior parte degli studenti non riesce a staccarci gli occhi di dosso. Tanto che ad un certo punto mi sorge spontaneo un dubbio: che ci sia qualcosa che non vada in me?

Abbasso lo sguardo e constato che no, effettivamente io non ho nulla che non va, anzi, mi sono vestita addirittura meglio del solito, evitando la comodissima tuta che tanto avrei desiderato poter indossare.

Infondo all'atrio Luke fa un cenno ad un gruppo di ragazzi per salutarli e si ferma davanti alle scale prima che ognuno di noi vada diretto nella propria aula per la prima lezione della giornata.

Mi mordo l'interno della guancia nervosamente. -Non pensavo fossi tanto conosciuto a scuola.-

Lui sorride, giocherellando con le nostre dita ancora intrecciate. -È perché sono bello e nessuna può resistermi.-

-Sì, e soprattutto modesto.- borbotto, incapace di nascondere un sorrisetto divertito che al biondo non sfugge.

Ghigna. -Quando si è belli non serve essere modesti.-

Roteo gli occhi. -Okay Narciso, direi che è ora di andare: iniziano le lezioni.- sfilo la mano dalla sua presa, ma vengo subito catturata dalle sue sui miei fianchi e da un leggerissimo bacio a stampo.

-Ci vediamo tra tre ore.-

Annuisco senza neanche provare a nascondere il sorriso che mi campeggia sul volto.

***

-Quindi siete fidanzati?- sollevo lo sguardo dai miei appunti di fisica per incontrare quello magnetico del professore di filosofia.

-Scusi?- lo guardo confusa.

-Sì, tu e Luke Hemmngs. Corre voce che stiate insieme. Confermi?-

Ora credo di essere più confusa di prima. Per quale motivo il professor Davidson, insegnante di filosofia bello come un dio greco, che ha posato come modello per una marca di boxer, dovrebbe essere interessato alla mia vita sentimentale?

Annuisco titubante, sempre più insicura ogni secondo che passa.

-Lo sapevo!- esclama battendo le mani felice come una pasqua.

-Scusi?- ripeto con in testa le idee ancora meno chiare.

-Oh giusto- sembra ricordarsi solo ora di aver effettivamente festeggiato per la mia vita sentimentale proprio davanti alla diretta interessata. -Devo ringraziarti.- esordisce schiarendosi la gola. -Grazie a te ho appena vinto venti dollari.-

E per la terza volta nel giro di quelli che saranno stati non più di cinque minuti, mi ritrovo con la fronte aggrottata a porgli sempre lo stesso interrogativo.

-Scusi?-

Il suo sguardo si fa complice, come se mi stesse confidando chissà quale segreto. -Io e la Morrison avevamo scommesso su di te e su Lucas: io credevo che lui si sarebbe dimostrato il perfetto principe azzurro dotato di fantastici addominali quale è, mentre lei, a mio parere troppo pessimista, pensava che tu saresti stata solo una delle tante.-

Alla fine si stringe nelle spalle, come se per i professori scommettere sulla vita privata dei propri studenti sia la cosa più naturale del mondo. Cosa che di fatto non è. Anzi, la trovo molto inquietante.

Ice cream // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora