12. Perché proprio a me?

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Dopo il pomeriggio in piscina le cose sono tornate alla normalità: tutti hanno assistito alla nostra caduta in acqua e Hemmings non ha mancato di scoppiare a ridere definendomi un "pulcino bagnato" quando entrambi, zuppi dalla testa ai piedi, abbiamo tentato di asciugarci. A quel punto io gli ho educatamente mostrato un certo dito della mano (vi lascio immaginare quale) e lui ha riso ancora convincendomi che, per me, fosse forse arrivato il momento di tornare a casa se volevo evitare una crisi di nervi.

Il mese di agosto si è quindi concluso liscio come l'olio (se non si considerano le serate in cui la mamma e la zia hanno bevuto fino all'alba addormentandosi sul divano, né le mattine in cui scendendo a fare colazione mi sono ritrovata una donna diversa ogni settimana a bere il mio caffè per "riprendere le energie" consumate la sera precedente a non voglio sapere far cosa con zia Fiona).

Settembre è dunque alle porte e io non ho alcuna voglia di tornare a scuola, di rinunciare al sole a bordo piscina dai Campbell o di rivedere i completi pastello della Morrison, la prof di storia.

In questo preciso momento io, Olivia ed Ashton siamo al parco, distesi sull'erba appena tagliata a ripassare qualche formula di fisica ed io mi sono incantata a fissare il vuoto mentre i ricordi di quest'estate monopolizzano i miei pensieri, distraendomi.

Sospiro.

A pensarci bene non voglio rivedere tanto presto nemmeno certi due occhi azzurri: dopo la festa in piscina non ci siamo più visti e sinceramente sto bene così, tra i miei pensieri già incasinati di loro, senza gli incentivi dei suoi commenti decisamente inappropriati.

Meredith è chissà dove con Michael e Cassandra dovrebbe raggiungerci a momenti per cominciare il ripasso di biologia, ma...

-Terra chiama Alex- una voce mi riscuote dallo stato di trance in cui ero stata bloccata fino ad ora.

Sbatto le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco la mano che mi sta schioccando le dita davanti al naso. -Come?- guardo i miei amici confusa. Mi sono persa nella mia testa. Ancora. Ultimamente mi succede spesso.

-Ashton ti ha chiesto la legge di Stefan-Boltzmann.- Olivia mi risponde studiandomi con sguardo preoccupato.

-Eh?- sono confusa ma poi mi ricordo che stiamo studiando fisica -Ah sì. Il calore è uguale alla temperatura assoluta elevata alla quarta, moltiplicata per l'emissività, per l'area, per il tempo e per la costante di Stefan-Boltzmann.-

-Corretto. Ora cosa ci manca?- chiede Ash sfogliando le pagine del libro svogliatamente.

-Che cos'hai?- Liv ignora il fruscio delle pagine e i borbottii di Ashton, per rivolgersi a me.

Assumo un'espressione confusa. -Niente, che cos'ho?- ripeto.

-Non saprei, diccelo tu: sei sempre silenziosa ultimamente.- insiste lei.

-Troppo silenziosa.- le fa eco Ashton che intanto, senza farlo apposta, ha strappato una pagina del manuale di fisica, imprecando a bassa voce.

Sospiro. -Non lo so- mi stringo nelle spalle -ultimamente ho la testa da un'altra parte. Sarà per l'inizio della scuola.- ipotizzo.

-Oppure perché un certo biondo non si fa vivo da più di due settimane.-

-Non è divertente.- Vorrei dire, inoltre, che Luke non centra niente con la mia distrazione, ma Cassandra mi interrompe correndoci incontro con un foglietto stretto tra le mani. Solo quando lo lascia cadere sull'erba davanti a noi capisco di cosa si tratta: Falò di fine estate.

-Dobbiamo andarci.- il suo tono non ammette repliche e onestamente non ho intenzione di mettermi contro Cassandra quando è in quel periodo del mese. Come faccio a sapere che ha le mestruazioni? Semplice: indossa solo cose nere e lei non veste mai solo di nero, eccetto in queste particolari giornate. È il suo modo per dire al resto del mondo di essere gentili se non ci si vuole pentire di essersi alzati dal letto.

Ice cream // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora